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Il Governo ha paura del modello di scuola "Emiliano"

Apprezzato anche dall’OCSE il modello di scuola emiliano ma non dalla Gelmini e da Berlusconi. La protesta degli studenti e docenti in una singolare forma di lotta: svolgere lezioni all’aperto e nelle piazze delle principali città italiane. Tutto il mondo ci osserva...

Bologna.- la grassa per antonomasia, ma anche la dotta storicamente detta. Una città di grandi tradizioni e di cultura esportata in tutta la regione ed anche oltre. L’esempio tipico in questi ultimi anni è dato proprio dalle scuole, quelle scuole di cui oggi tanto se ne parla, a proposito di tagli voluti dal governo Berlusconi: un’idea questa più pensata dal ministro dell’economia Tremonti, che dalla Gelmini "solo puro prestanome della riforma".

"E’ un vero peccato cambiare il tipo di istruzione adottato in tutta la regione, sorto per primo a Reggio Emilia ed esteso pian piano in tutto l’ambito regionale. Un modello educativo e didattico che ha travalicato i confini d’oltre oceano. A New York sono sorte negli ultimi dieci anni scuole materne ed elementari che copiano quelle emiliane perfino negli arredi. Via i banchi, le classi prendono l’aria delle fattorie reggiane che ispirarono Loris Malaguzzi, con i bambini impegnati a impastare dolci sui tavolacci di legno, le foglie appese alle finestre per imparare a conoscere i nomi delle piante.

Si chiama -Reggio approach- un metodo studiato in tutto il mondo, dall’Emilia al West, con associazioni dal Canada all’Australia alla Svezia. "

Se la scuola elementare italiana è,secondo i dati Ocse, la prima d’Europa,quella emiliana è la prima del mondo; viene infatti descritta e commentata in tanti grandi reportage, non soltanto nella famosa copertina di Newsweek del ’91 o in quella del New York Times un anno fa, e poi documentari, saggi, tesi di laurea, premi internazionali. Non stupisce che proprio dalle aule del "modello emiliano", quelle doc fra Reggio e Bologna, sia nata la rivolta della scuola italiana. La storia dell’Emilia rossa c’entra poco,ma a mio modesto avviso fa paura nel palazzo del potere romano, dove re Silvio ne detiene lo scettro ed il potere...quasi assoluto. Apprezzo e condivido quindi quella volontà di lotta che avanza in modo crescente in tutto il Paese, nella speranza che tale decreto venga poi ritirato per far trionfare solo la ragione.

 

 

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