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Il Giornale, organo di stampa dell’egolatria di Berlusconi

Nel panorama informativo italiano, in tutta la sua storia, dall’unità d’Italia al fascismo alla repubblica, non si è mai visto un fenomeno uguale a "Il Giornale" di Feltri.

Un organo di stampa ad uso è costume di un solo uomo. Nemmeno nel ventennio fascista si è mai rappresentato il culto della personalità così assoluta del duce. Vi era sempre di mezzo l’Italia con il suo impero, la sua grandezza colonialista, la sua presunta potenza militare, ecc.

Il duce ed il partito fascista ne incarnavano, insieme, l’attuazione. I cinegiornali dell’Istituto Luce erano sempre tese a celebrare prima il regime e poi la personalità del suo leader, o viceversa.

Il giornale di Feltri non è l’organo di partito del suo editore, è l’organo ufficiale ed assoluto del Premier. Il Pdl scompare, offuscato dalla tendenza alla megalomania e all’egolatria di un sol uomo. L’insieme di queste misture costituiscono una miscela formidabile di populismo, demagogia e culto della personalità.

Il populismo del Premier e del suo giornale contiene anche un’abbondante dose di vittimismo che tendono a rafforzarlo e indirizzarlo verso forme di autosufficienza psicologica. Indro Montanelli, fondatore del giornale, si accorse solo nel 1994 di quale pasta fosse fatto il suo editore e lo lasciò dopo una drammatica rottura.

Anche per lui fu difficile capire in tempo quale era il giusto valore della libertà liberale. Il sogno de “Il Giornale” e di Berlusconi è anche quello di raggiungere il 51 per cento dei consensi, da solo. Ed ecco avviarsi, dalle sue pagine, una campagna per il cosiddetto presidenzialismo che, nei fatti, diventa monocratico.



In molti articoli sembra anticipare il pensiero e la volontà di Berlusconi, malgrado Feltri sostenga di sentirsi raramente con il suo editore. Berlusconi non cita mai, salvo in rari casi, il suo partito, il Pdl, è lui il partito, lui è la soluzione finale. Feltri ed "Il Giornale" ne interpretano la volontà nichilista, quello di negare costantemente i valori già esistenti. Per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà e alla perdita del fine ultimo dell’esistenza. Vedi tutta la vicenda del caso Boffo.

Da qui le distanze e le polemiche apparse su “Il Giornale”, prima con Fini che critica la conduzione del partito, poco collegiale, poi con il Presidente della Repubblica, reo di "tradimento di parola data" per il lodo Alfano. Smentita, fra l’altro, dal Presidente della Repubblica con una nota ufficiale. Ancora nichilismo!

La collera del quotidiano si abbatte su Napolitano e contro quel gruppo di "sinistri" figure togate che hanno causato il precipitare in un dirupo istituzionale Berlusconi. Il “Giornale”, ancora una volta, diventa l’estensione armata della furia di Berlusconi, si scompone, lancia anatemi ed invettive, affinché il popolo italiano senta. Enfatizza le dichiarazioni del Premier, promettendo agli italiani che farà vedere di che pasta è fatto (all’uovo?).

Riporta fedelmente le parole del Presidente del Consiglio, che si lancia, in preda ad un delirio tremis, in un evviva l’Italia, ed evviva Berlusconi. Si appella ai lettori sostenendo che Berlusconi è stato eletto dal popolo a Presidente del Consiglio, dimenticando che la Repubblica Italiana non è ancora presidenziale.

Il tris, Berlusconi, Feltri, “Il Giornale”, sono come il sistema tolemaico (Claudio Tolomeo) che è un modello astronomico che pone la Terra al centro dell’Universo, mentre tutti gli altri corpi celesti ruoterebbero attorno ad essa. A quando la teoria che la terra è piatta? Roberto Benigni, senza mai citarlo, ha ironizzato su alcune recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio: "Io sono il più grande comico degli ultimi 150 anni".

Così come quando parla di Gesù Cristo, "la seconda persona più perseguitata di tutti i tempi e che non era neanche stato eletto dal popolo". Concludo dicendo... meno male che (in tutta questa egolatria) Benigni c’è.

 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.121) 13 ottobre 2009 19:51

    Un vecchio e sempre valido adagio ricorda: chi si loda, si sbroda! Verrebbe da dire che sarebbe comico se non fosse tragico. Una volta il mondo della finanza e dell’imprenditoria era fatto da pescecani. Ora sappiamo che c’è almeno 1 vittima. Il vero problema è che siamo Travolti dalle informazioni e che non mancano gli Untori della parola. La storia ci dice che La "febbre" del Tribuno non scherza quando cerca di imporre (a tutti) le proprie regole e debolezze fino a ... (x cambiare aria => http://forum.wineuropa.it

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