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Il Capo dello Stato ha firmato

La "lunga" trattativa al Colle non è stata poi cosi lunga. E’ vero, i vertici dello Stato si sono riuniti dalla mattina alla sera, ma in totale la decisione definitiva è stata adottata in soli due giorni da Napolitano, il quale ha firmato il decreto "interpretativo" che riammette le liste del PDL a Milano e a Roma.

Il Capo dello Stato ha firmato

"Decreto sì, ma solo a condizione che non vengano stravolte le regole" è il monito del Presidente della Repubblica, ma è impossibile non cambiare le regole in corsa se in concreto si riammettono delle liste prima “fuori” legge e adesso con un “trucco” – come dice Bersani- rese legittime prima del voto delle Regionali.
 
Anche se è diverso l’approccio tra decreto “innovativo” cioè modificativo della materia e interpretativo della stessa, nella “sostanza”, quella cara a Berlusconi e al PDL, non cambia niente. Le liste del PDL collegate alla Polverini nel Lazio formalmente presentate in ritardo rispetto al termine fissato per legge e quella lombarda di Formigoni, che per legge potrebbe essere ineleggibile al terzo mandato, prima erano inammissibili adesso sono ritenute lecite.
Se era sbagliata la legge precedente i politici si facessero carico di spiegarlo.
 
E perché Napolitano prima fermamente contrario ad aggiustare “il pasticcio”, ha radicalmente cambiato idea?
 
5 Marzo 2010 ore 08.20 - Silvio Berlusconi è salito ieri al Quirinale con una ipotesi di decreto salva liste, ma Giorgio Napolitano lo ha stoppato
 
6 Marzo 2010 ore 00.05 - Napolitano ha firmato il decreto interpretativo salva liste (ndr: poco dopo un’ora dal suo varo al Consiglio dei Ministri)
 
 
Il Popolo Viola ha convocato un sit in notturno davanti al Quirinale non appena si è saputo della controfirma del Capo dello Stato sul decreto. Decreto e firma che in caso di irregolarità tali da dichiarare l’inammissibilità di altre liste, sarebbero stati impensabili e improponibili.
 
“Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotti e a scaricare il problema” dice Bersani, segretario del PD aggiungendo “C’è una parola in questo paese che bisogna affermare e ripristinare: si chiama regole” mentre la Bonino dei Radicali, candidata del centrosinistra alla Presidenza della regione Lazio, rincara la dose: “Una delle pagine più vergognose della storia del Paese dal punto di vista giuridico. Non ci sono parole. Non ci sono situazioni che possono autorizzare un governo a emettere norme palesemente illegali”. Di Pietro IDV commenta: “Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l’intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica”. Anche il web è in rivolta per difendere la democrazia.

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