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Io e Arisa all’assemblea del PD

Ogni sabato mattina con ARISA , acronimo di Arrieccola Siamopresi Male, sul seggiolino della mia bicicletta, siamo ospiti autoconvocati dei vari cantieri della città per ammirare gli scavi. Ieri invece visto la vittoria di Arisa alle primarie di Sanremo, siamo andati , autoconvocati, in bicicletta a Roma. 

Abbiamo lasciato la bicicletta in consegna ad un tassista alla Stazione Termini e e abbiamo scavalcato dei clochard intenti a baciarsi nonostante i due divieti, quello di baciarsi in stazione e di essere barboni. Appena svoltato l’angolo ci siamo imbattuti in un gruppo di romeni miopi che volevano molestare la mia amica, poco dopo abbiamo trovato delle romene che volevano molestare me , ma chi chiedeva 100, chi 70, chi 50 euro.

Sdegnato della proposta mi sono messo a contrattare con quella che chiedeva 50, e ho scoperto così che agli abitanti di Roma sono divisi tra Romani e Romeni.
Quando siamo arrivati presso la Fiera di Roma, sede dell’assemblea, io e Arisa siamo rimasti choccati dalla marea di gente che era nei dintorni del luogo, abbiamo poi scoperto che erano i partecipanti del Torneo Mondiale di Burraco che stavano per andarsene, dopo la vittoria di un certo Giorgio Napoletano.

Siamo stati accolti calorosamente dagli addetti al servizio d’ordine, che avevano riconosciuto Arisa, uno citatando la canzone “Sincerità? Nun te se po’ guarda’”.
Sono stato avvicinato da alcuni compagni che mi chiedevano se avevo visto la matrice del ciclostile di Franceschini, al mio no, hanno risposto “Va beh faremo senza, tanto per le cose che deve dire...”

C’erano capannelli di una o tre persone persone ovunque ed ognuno con il loro entourage.

La Binetti sfoggiava un cilicio, nuovo di pacca, di Dolce e Gabbana, umiliando cos’ Rutelli che invece, il suo lo aveva preso alla Upim.


Rutelli, si era portato tutti cinque i delegati a suo favore, poi per non infierire, ha fatto andar via, suo cognato e sua sorella.

Poi dal palco, hanno cominciato a parlare i delegati, non perché avessero qualcosa da dire, ma nell’attesa che l’acqua dei gnocchi bollisse.

D’Alema si aggirava infilando bastoncini d’edera del Mago do Nascimento sottratti all Ufficio Corpi di reato, del Tribunale di Milano.

Ai giornalisti che lo intervistavano continuava a dire che Veltroni era un ottimo candidato, e che lo avrebbe votato anche se ..tappandosi la bocca per le risate.
Veltroni, come annunciato non c’era, lo ho ritrovato poi tutto sorridente al funerale di Oreste Lionello.

Alcuni episodi poco edificanti si sono svolti durante l’intervento di Ermete Realacci, fermato nel suo discorso , di cui non si capiva un’ acca al grido di “Vattene a Casa”, a parte la monotonia di sentire dire questo invito a tutti i 1259 partecipanti compreso il custode della Fiera, nessuno dei presenti era al corrente della disgrazia familiare di Realacci, sfrattato dalla sorella Rosy Bindi.

Una scena imbarazzante quando ha preso la parola Gad Lerner, ignaro che la sua nomina a costituente del Partito, sedici mesi fa era uno scherzo telefonico del simpatico Enrico Letta, imitato da Gianni Fantoni.

Poi l’apoteosi il discorso di Dario Franceschini.
Ha cominciato dicendo : “Mi hanno descritto come debole , senza carattere e io ve lo dimostrerò” poi dopo un pout pourri di banalità ha terminato dicendo che accettava l’incarico, anche se sapeva che molti dei suoi compagni dopo le europee si ritroveranno un’altra volta alla Fiera di Roma ad eleggerne un altro…e poi ha concluso parlando e cercando di sovrastare un lungo applauso “Chi mi applaude oggi non venga domani a chiedermi una nomina…” tutti i 32 rimisero le mani in tasca e calò un silenzio tombale 

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