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La storia di Silvio Berlusconi, un paperone italiano

Pensavo ai ragazzi che nel 2012 avranno l’età per poter votare. Sono nati nell’anno della "discesa in campo di Berlusconi" e forse sono convinti che da sempre in Italia la politica sia stata quella che è adesso: una commistione di interessi personali e gestione della res publica.

Invece no, Berlusconi fu eletto nonostante l’art. 10 del DPR 361/1957 recitasse

"Non sono eleggibili [...] coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o l’autorizzazione è sottoposta".

Trovarsi Presidente del consiglio, la terza persona più ricca d’Italia , proprietario di tre televisioni ed un impero giornalistico su carta stampata, era per noi una cosa paradossale. Ed è stato proprio grazie a questa forza mediatica persuasiva (il suo primo discorso andò in onda a reti Fininvest, ora Mediaset, unificate). 

Anche il governo che lo spodestò alla successiva tornata elettorale non riuscì a risolvere questo plateale conflitto d’interessi, contraccambiandolo con la famosa bicamerale. In seguito Violante in un dibattito parlamentare ebbe a dire che "era stata data piena garanzia a Berlusconi e a Letta che non sarebbero state toccate le tv".

Da quel giorno in poi non siamo più riusciti a distinguere il ruolo dei politici e nemmeno seguire i loro passaggi dai vari partiti. Si è parlato di calcio mercato, forse per stare in linea con la dialettica del capo , ma propriamente invece andrebbe definito mercato delle vacche. 

Passato il primo periodo dove in Forza Italia si trovavano anche nomi illustri della politica, non solo ex funzionari Publitalia, si passò ad un becero infoltimento delle liste elettorali blindate, di personaggi che erano lì per scambio di favori o ancora peggio per sfuggire al destino giudiziario. Fino ai giorni nostri, dove il peccato originale, ovvero avere a capo del Governo uno degli uomini più ricchi del Paese, sfugge alla vista della gente comune e ai giovani inesperti di politica, ma si palesa in maniera evidente e per certi versi in maniera indecente a chi ha seguito dall’inizio la storia della cosiddetta seconda Repubblica. Se è vero quello che dice Gigi Moncalvo , e non vedo perché non credergli visto che è stato direttore della Padania dal 2002 al 2004 , l’ostracismo della Lega fu comperato da Berlusconi:

“con un intervento economico pesante a favore delle casse della Lega che allora versava in uno stato finanziario critico: la sede del partito era stata pignorata e i giornalisti non ricevevano più lo stipendio."

A quel punto Berlusconi avrebbe rinunciato “a un serie di cause civili per gli slogan e le paginate” de La Padania in cui il premier “veniva accusato di essere mafioso” in cambio della cessione della titolarità del simbolo del Carroccio”.

E ancora fino al 14 dicembre 2010 con l’acquisizione dei voti per mantenere la fiducia, fino a ieri e oggi in giro con il libretto degli assegni a cercare acquistare quei voti che servono al governo per rimanere in piedi e tenere il premier in salvo dai giudici dalle “toghe rosse”. E se torniamo dal discorso che abbiamo iniziato nelle prime righe dovremmo chiederci “Chi glielo fa fare ad una persona con un patrimonio personale di svariati miliardi di euro, rovinarsi il fegato ogni giorno, per tenere salda una coalizione che fa acqua da tutte le parti ? “

Quando si candidò , Berlusconi, era visto dalla gente comune come l’imprenditore capace , che era riuscito ad completare progetti importanti creando molti posti di lavoro e pensavano che votando un miliardario (in euro) questi non avrebbe avuto sicuramente toccato i soldi della povera gente , purtroppo dovevamo chiederci, che cosa interessa ad un miliardario della povera gente.

Commenti all'articolo

  • Di nonnoFranco (---.---.---.84) 19 ottobre 2011 06:29

    Quando si candidò , Berlusconi, era visto dalla gente comune come l’imprenditore capace , che era riuscito ad completare progetti importanti creando molti posti di lavoro e pensavano che votando un miliardario (in euro) questi non avrebbe avuto sicuramente toccato i soldi della povera gente , purtroppo dovevamo chiederci, che cosa interessa ad un miliardario della povera gente.

    Credo sia necessaria una ovvia Correzione: non DOVEVAMO CHIEDERCI, ma, DOVEVANO CHIEDERSI coloro che l’hanno votato. nonnoFranco

     

     

  • Di Fabio Capacchione (---.---.---.103) 19 ottobre 2011 08:29
    Fabio Capacchione

    Chi ha votato Berlusconi si e- pentito amaramente , ma anche noi dovevamo accorgerci del pericolo che rappresentava uno dei più ricchi uomini d-Italia alla Presidenza del Consiglio. 

    Grazie Franco del commento 

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