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Il laicismo nel Partito Democratico in Italia

Gli ex-DS e gli ex-DC a confronto.

L’on. Ciriaco De Mita, invitato a dare un giudizio su Dario Franceschini in merito al suo silenzio per le parole del Cardinale Bagnasco, pronunciate qualche giorno fa in difesa di Papa Benedetto XVI (che in Africa aveva dichiarato che il preservativo non salva dall’AIDS) ha detto col suo fare sornione: "Franceschini non è un democristiano, ma un cristiano sociale, però non è uno sciocco e quindi ha capito che sul Papa doveva fare retromarcia".

Nominato Segretario del Partito Democratico con sufficiente consenso, Franceschini è cattolico e proviene dalla vecchia Democrazia Cristiana e dal Partito Popolare Italiano. Sebbene nominato a termine, cioè sino alla prossima Assemblea, non è stato, sin dall’inizio, visto di buon occhio soprattutto dagli ex DS, in quanto essi vedevano in lui il continuatore della politica fallimentare dell’ex Segretario Veltroni, che ha portato il Centro Sinistra alle cocenti sconfitte elettorali, ultima delle quali quella relativa alla Regione Sardegna.

Oggi Franceschini viene rimproverato per il suo silenzio, unica opposizione alle dichiarazioni di Papa Ratzinger, rimbalzate dall’Africa, e del Cardinale Bagnasco di questi giorni. Solo dopo qualche giorno, incalzato da un giornalista, non ha potuto fare a meno di esprimere il suo parere: "La voce della Chiesa", ha detto, "va ascoltata e rispettata anche quando dice cose scomode. Non si può dire che c’è interferenza da parte della Chiesa quando esprime giudizi sui quali non siamo d’accordo".


Naturalmente queste parole sono state una doccia fredda per gli ex Ds, che dal Segretario si aspettavano un atteggiamento più laico e una presa di posizione più ferma. Oltre alle critiche, è scattata, fra molti democratici, un’allarmante preoccupazione per la linea politica che il PD dovrà seguire, compresa quella relativa alla battaglia sul testamento biologico, già in discussione in Parlamento.

La situazione è stata poi chiarita da un politico vicino a Franceschini, che è Pierluigi Castagneti, anche lui cattolico ed ex popolare, con una eloquente frase, riportata anche sul Corriere della Sera di ieri: "Per me, come per Franceschini... per tutti noi cattolici, insomma... il vero "Capo" è lui: il Papa. Per noi è il Vicario di Dio in terra e quindi gli ex Ds dovrebbero alla fine comprendere".

In coscienza, quindi, guardando in faccia la realtà, potevano gli ex DS aspirare a qualcosa di più dai loro compagni di partito ex DC? O forse pensano ancora che il centrosinistra possa facilmente "aprire alle ali estreme", come auspicato recentemente dall’ex Presidente Romano Prodi, senza tornare ai giochi di potere, di ricatto e ai litigi di una volta?

Forse dovrebbero finalmente rendersi conto dei rischi che la strada indicata da Prodi comporta, rischi che potrebbero portare tutto il Centro Sinistra ad un clamoroso e inglorioso fallimento !

Commenti all'articolo

  • Di franca (---.---.---.244) 27 marzo 2009 11:38

    Che tristezza.........
    Vorrei vivere in un paese Libero, Laico e Democratico dove ognuno possa :
    . credere o non credere secondo sua coscienza
    . morire senza essere obbligato a vegetare
    . avere un lavoro onesto (quindi pagare le tasse)
    . non pagare l’8x1000 ad una confessione religiosa che predica cose scontatissime e pretende di avere l’esclusiva dell’etica su tutto, quando ha casse piene di soldoni e vive alle spalle dello Stato Italiano (che poi siamo noi contribuenti)
    Se il PD non chiarirà la sua linea sulla laicità mi dispiace ma troverò qualcun altro a cui dare il mio voto.
    Non mi turerò più il naso in cabina elettorale.

  • Di fms (---.---.---.220) 27 marzo 2009 15:06

     trovo questo articolo piuttosto ambiguo, specie nella conclusione.

    • Di Anellidifumo (---.---.---.76) 29 marzo 2009 06:43

      Sì, anche perché mi pare che il PD abbia collezionato solo fallimenti ingloriosi, e quindi non si capisce che pericolo correrebbe in un’alleanza di centrosinistra più ampia: al massimo, il rischio di interrompere gli ingloriosi fallimenti. Ma in ogni caso il problema è il PD. Finché esiste il PD, il PDL governerà comodamente. Dapprima con la Lega, poi dopo il referendum elettorale (se passa) anche da solo, e con la maggioranza dei seggi attorno al 60%.

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