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 Home page > Attualità > Politica > I referendum sull’acqua e la “mano invisibile” di Adam Smith

I referendum sull’acqua e la “mano invisibile” di Adam Smith

Di grande valore politico l’esito dei due referendum sull’acqua: i cittadini italiani hanno opposto un netto diniego alla formazione di monopoli di privati. Lo hanno detto con tanta forza e con tanta chiarezza che esso è da intendersi:

a) Rivolto a tutti i governi, sia a quello nazionale sia a quello comunitario;

b) Da far valere in tutti i settori della vita economica, siano essi pubblici siano essi privati.

Evidentemente il dato empirico su cui i cittadini hanno fondato il loro giudizio è estremamente ampio e concorde e porta a parafrasare il premio Strega 2010 Antonio Pennacchi, quando ha affermato che “in Italia vi è libertà di stampa, ma non vi è una stampa libera”: anche in economia non sempre la libertà di mercato da vita ad un libero mercato. A riprova i casi in appresso illustrati:

1) I mutui per l’acquisto di abitazioni, dove esiste una ben articolata normativa, detta “normativa Bersani”, sostanzialmente ed incomprensibilmente inapplicata (su questo il vostro cronista non parla per sentito dire, ma per diretta esperienza, avendo una figlia che ha acceso un mutuo per l’acquisto della cosiddetta “prima casa” e che ha cercato inutilmente di utilizzare la legge Bersani);

2) I biglietti dei trasporti marittimi, praticamente raddoppiati dopo la creazione del libero mercato (anche su questo il vostro cronista non parla per sentito dire perché abita su una delle sponde dello stretto di Messina);

3) Le bollette della fornitura di energia elettrica, anche esse aumentate in maniera esponenziale dopo la creazione del libero mercato (inutile sottolineare che anche per questo il vostro cronista non parla per sentito dire perché paga le bollette di casa sua);

e così via. E, dato che, come si dice a Napoli, cà nisciuno è fesso, è certo che, senza i referendum sull’acqua ed il loro esito, la stessa cosa sarebbe accaduto per le relative bollette.

Quanto sopra si verifica quando, malgrado le migliori delle intenzioni, non si riesce ad attivare quella “mano invisibile” regolativa dei liberi mercati di cui parla Adam Smith. In tal caso si formano monopoli di privati e vediamo cosa succede dalle parole del filosofo ed economista scozzese:

«Un monopolio concesso a un individuo o a una compagnia commerciale ha lo stesso effetto di un segreto nel commercio o nelle manifatture. I monopolisti, mantenendo il mercato costantemente in condizioni di insufficiente rifornimento, non facendo pienamente fronte alla domanda effettuale, vendono le loro merci molto al di sopra del prezzo naturale ed elevano molto al di sopra del saggio naturale i loro guadagni, consistano questi di salari o di profitti.

Il prezzo di monopolio è in ogni occasione il più alto che si possa ottenere. Al contrario il prezzo naturale o prezzo di libera concorrenza è il più basso che possa essere accettato, se non proprio in ogni occasione, almeno per un periodo considerevole. Il primo è in ogni occasione il più alto che si possa strappare ai compratori, ovvero che si suppone che essi siano disposti a pagare; il secondo è il più basso che i venditori possono generalmente permettersi di accettare continuando nello stesso tempo i loro affari».

Resta infine di chiedersi in cambio di cosa i politici si lasciano così facilmente convincere a creare le condizioni necessarie perché si possa avviare un monopolio di privati ma, come si dice sempre a Napoli, appunto, cà nisciuno è fesso !

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