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I paesi nemici di Internet secondo Reporters sans frontières

Il 12 marzo l’organizzazione internazionale Reporter senza frontiere (RSF, Reporters sans frontières nell’originale francese) ha pubblicato nel suo sito la lista annuale dei cosidetti “Nemici della Rete”, ossia i paesi che filtrano, censurano o spiano l’accesso dei cittadini alla Rete. I paesi “nemici” sono quelli in nero, mentre quelli in rosso, definiti come “sotto sorveglianza”, sono coloro che hanno introdotto una legislazione o provvedimenti che potrebbero essere considerati pericolosi e ostili alla neutralità della rete (qui il rapporto completo stilato da RSF e qui un ottimo approfondimento di Fabio Chiusi).

Ci sono alcuni cambiamenti rispetto all’anno scorso. Scompaiono dalla lista paesi come Venezuela (la legge che limiterebbe l’accesso non viene applicata) e Libia (per la caduta di Gheddafi). Altri non sono così fortunati e appaiono per la prima volta in questa classifica, come l’India, a causa delle continue attività di monitoraggio con il pretesto della sicurezza, e il Kazakistan, che si giustifica con l’instabilità politica per eseguire diverse attività di monitoraggio e blocco di siti web.

La legge presente in Francia e le minacce di disconnessione agli utenti sono il motivo principale per cui il paese di Sarkozy appare nella mappa di RSF, così come accade con l’Australia.

Ma la vera domanda è: siamo sicuri che tutti gli altri siano invece “Amici della Rete”? L’Italia, come sappiamo, prova e riprova da anni a mettere le imbragature alla Rete con continui provvedimenti ostili alla libertà dei netizen, puntualmente criticati e sventati grazie alla mobilitazione di associazioni come Agorà Digitale o Valigia Blu (cito quelle che conosco).

E ancora, come cambierà il mappamondo di RSF se venisse rattificato l’ACTA in Europa (qui la petizione di Agorà Digitale) o approvata definitivamente la SOPA (attualmente in discussione presso la commissione giustizia del Congresso) negli Stati Uniti?

E senza andare così lontano, come considerare Spagna dopo l’effettiva applicazione della Ley Sinde-Wert, la quale prevede la chiusura preventiva di un sito che violi il diritto d’autore in appena 10 giorni?

Dibattito aperto.

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