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I numeri della fame e della malnutrizione nel mondo

Una crescita di rilievo: da 777 milioni del 2015 a 815 nel 2016, un plus di 38 milioni pari un +4,9%. 

BLOG Cecigian – Dopo anni con andamento negativo la curva delle statistiche si rivolta verso l’alto a segnalare un cambio di tendenza con segno positivo. Ed è una crescita di rilievo: da 777 milioni del 2015 a 815 nel 2016, un plus di 38 milioni pari un +4,9%. Un balzo che porta la penetrazione della “merce” considerata all’11% del totale globale, risultato lontano dal 14-15% degli anni duemila, ma con buone prospettive di recuperare il terreno perso. A confortare sono la proliferazione di conflitti violenti e degli shock legati ai cambiamenti climatici che promettono di innalzare le statistiche per il futuro.

D’altronde la carestia avvenuta a inizio 2017 nel Sud Sudan è decisa a tornare nel paese e “a diffondersi in altre zone colpite da conflitti, soprattutto nel nordest della Nigeria, in Somalia e nello Yemen“. E siccità e inondazioni hanno stabilito molti record nell’anno in corso, anche in Italia. Da più parti, inoltre, arrivano confortanti segnali del dilagarsi di molteplici forme di malnutrizione. Per il 2017, quindi, si attendono ottimi risultati con un consolidamento della crescita registrata l’anno scorso. E il trend a venire è confortante. I conflitti godono di salute ferrea e “sono diventati più complessi e di difficile risoluzione”.

E l’innalzamento della temperatura media del Globo, alimentata dalle emissioni di CO2 in buona parte generate dalla produzione di cibo industriale destinato per il 50% alla spazzatura del mondo ricco, prosegue la sua ascesa. Fornendo favolose prospettive in termini di spettacolari uragani, cicloni, inondazioni e desertificazioni.

Dimenticavo, le statistiche in oggetto si riferiscono alle persone affamate nel mondo pubblicate su The State of Food Security and Nutrition in the World 2017 (Lo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, qui il Rapporto completo), il rapporto stilato da FAO, IFAD, OMS, Unicef, WFP*.

Che, come ironizza la vignetta di Cecigian, sembrano molte attive nel dare i numeri, ma forse con qualche carenza nel compito affidatogli: sconfiggere la fame nel mondo. Ci piace chiudere con un’altra statistica: a luglio il Bloomberg Billionaires Index ha decretato il sorpasso di Jeff Bezos nei confronti di Bill Gates. Grazie a un exploit di 24,5 miliardi di dollari ottenuto nel 2016, il patron di Amazon ha scavalcato il fondatore di Microsoft con un patrimonio stimato di 90,9 miliardi di dollari, 0,2 in più rispetto al re dei bit. Una fortuna immensa che vale più di 110 dollari per ogni affamato nel mondo. Sarà che l’economia globale soffra di disturbi di giustizia sociale e umana?

Vignetta di Cecigian

Titolo originale: Fame

Sito: cecigian.blogspot.it

Facebook: www.facebook.com/CeciGian

Dati chiave (da Comunicato stampa)

La fame e la sicurezza alimentare

• Numero complessivo di persone che soffrono la fame nel mondo: 815 milioni, di cui:

• 520 milioni in Asia

• 243 milioni in Africa

• 42 milioni in America Latina e Caraibi

• Quota della popolazione mondiale che soffre la fame: 11%

• In Asia: 11,7%

• In Africa: 20% (nell’Africa orientale, 33,9%)

• In America Latina e Caraibi: 6,6%

Malnutrizione in tutte le sue forme

• Numero di bambini di età inferiore ai 5 anni che soffrono di disturbi della crescita (altezza troppo bassa per la loro età): 155 milioni. Di questi vivono in paesi colpiti da vari livelli di conflitto: 122 milioni

• Bambini sotto i 5 anni affetti da deperimento (peso corporeo troppo basso per l’altezza): 52 milioni

• Numero di adulti obesi: 641 milioni (il 13% di tutti gli adulti del pianeta)

• Bambini sotto i 5 anni in sovrappeso: 41 milioni

• Numero di donne in età riproduttiva affette da anemia: 613 milioni (circa il 33% del totale)

L’impatto dei conflitti

• Degli 815 milioni di persone che soffrono la fame 489 milioni vivono in paesi colpiti da conflitti

• La prevalenza della fame nei paesi colpiti dal conflitto è di 1,4 – 4,4 punti percentuali superiore a quella di altri paesi

• In situazioni di conflitto aggravate da condizioni di fragilità istituzionale e ambientale, la prevalenza è superiore a 11-18 punti percentuali

• Le persone che vivono in paesi colpiti da una crisi prolungata hanno quasi 2,5 volte maggiori probabilità di essere malnutrite delle persone che vivono altrove.

 

*FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura

IFAD, Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo

Unicef, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia

WEP, Programma Alimentare Mondiale

OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità

Questo articolo è stato pubblicato qui

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