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I miti. Le moderne autostrade del senso

Cosa è un mito? Chiariamo subito che molto probabilmente non esiste una risposta. O meglio non esiste una risposta generalmente condivisa anche dagli esperti in materia. Parlare di miti, nella nostra quotidianità, ci richiama ad aspetti legati a personaggi illustri dello spettacolo o dello sport, meglio se vissuti nel recente passato e magari anche deceduti in età non molto avanzata. Formuliamo un’altra domanda, l’ultima per non annoiare, cosa significa parlare, oggi, di miti? O meglio, e più pragmaticamente, ci è utile farlo?
 
Impostato l’argomento in questi termini è d’obbligo, come si suol dire, fare un passo indietro. In primo luogo occorre ammettere che la parola mito porta con sé una sufficiente dose di equivocità. Nel passato, è stato inteso sia come racconto, favola, finzione, che come un fatto reale, vero ma in un certo senso significativo perché dotato di una certa sacralità o esemplarità. Nell’antica Grecia si distingueva il logos, in buona sostanza il linguaggio destinato al ragionamento ed alle scienze, dal mythos cioè quelle cose che non appaiono accadute realmente. A quei tempi era chiara la necessita di distinguere tra la vera e la falsa storia.
 
Ma, anche ai nostri giorni, complice l’ambiguità, il vero e il falso si ritrovano mescolati e, più o meno in modo artificioso, sistemati in molte delle antiche ed attuali credenze. Nelle società arcaiche i miti si coagulavano per lo più intorno al ritorno alle origini, servivano, cioè, a definire un momento fondante delle nascita delle comunità. Il mito, oggi, non è solo la sopravvivenza di questi aspetti. Secondo alcuni studiosi, di fronte a delle vere e proprie mitologie moderne. In tempi più o meno recenti il problema del mito si è posto soprattutto al fine di nobilitare le origini di gruppi e società. Gli stati nazione del secolo scorso apparivano tutti legati, in qualche modo, al riferimento a grandezze e glorie passate, come l’antica Roma. Il mito, soprattutto in campo politico viene, ancora oggi, spesso legato ad una particolare visione fondante della storia di un gruppo sociale emergente. Ed ancora, la nascita ed il consolidamento dei singoli miti familiari, legati alla storia della stirpe, alla narrazione delle vicende del passato , al ruolo dei nonni. Per arrivare alla vita di coppia, molto spesso rinforzata o rivivificata proprio grazie ad un costante riferimento alla storia comune dei due o ad un tempo passato nel quale, in qualche luogo ed in qualche momento, ci si è amati.
 
E quando, anche sforzandosi, un momento mitologico non si riesce a trovare? Allora lo si può inventare. Trovare un evento, più o meno reale nel passato, da cui tutto sembra essere iniziato, ha la funzione di rendere possibile una lettura diversa, perché legata ad un senso diverso, del presente.
 
Ma i miti non sono posti solo nel passato, ma anche nel presente o rinviati al futuro. E’ il caso per esempio delle opere d’arte. Queste, se non si comprendono, è solo perché sono destinate a pochi iniziati o di molti eventi culturali che , pur apparentemente vuoti di significato, ci inducono a pensare che un significato ci sia ma che è a noi negato in forza della nostra impreparazione o ignoranza. O, nel caso di miti futuri (storicamente ne fasso parte tutti i movimenti millenaristi), la cui funzione è quella di tenere serrate le fila di un gruppo in attesa di un vento spesso d’improbabile realizzazione. Dunque, ed è questo che spinge alcuni autori a pensare che il pensiero mitico è uno degli elementi costitutivi dell’essere umano, noi funzioniamo da veri e propri produttori di senso, anche se questo apparentemente non c’è o ci sfugge. 
 
Per chiarire, ci è dato di somigliare molto, in proposito, alla funzione di completamento automatico, nota agli utilizzatori dei motori di ricerca sul web.
Veniamo, in ultimo, ai nostri giorni. Le cronache si compiacciono sempre più di veri o presunti scandali. In questa drammatizzazione della realtà figure reali vengono associate e ruoli e figure codificate ovvero di nuova introduzione. Basti pensare al fatto che il linguaggio comune si è recentemente appropriato di parole come trans, escorts e via aggiungendo. Se seguiamo il ragionamento di Roland Barthes, anche lo scandalo è uno mito moderno, “il suo principio e la sua fine è la complessità. La funzione dello scandalo è quella di essere uno spettacolo del mistero, l’intrigo è allo stesso tempo l’essenza e la forma che ne giustificano la notorietà. Dal punto di vista del mito, qui tutto è indifferente al raggiungimento delle verità o di una conclusione, conta solo lo spessore delle matassa”.
 
La radice greca della parola mythos molto probabilmente significa emettere un suono, muggire. Il fascino del mito forse sta proprio nell’incertezza e nell’ambiguità della percezione e della comprensione dei suoi significati. Il mito, come suono indecifrabile, trascende la realtà storica, aprendo la porta, a torto o a ragione, alla nascita del senso ed alla possibilità, forse insita nell’uomo, di dare una spiegazione, comunque ed a qualsiasi costo, alla realtà che lo circonda.
 
bibliografia minima
Roland Barthes, Miti d’oggi, Einaudi
Mircea Eliade, Aspects du mythe, Gallimard
Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, Feltrinelli

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