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I giudici francesi del Tribunale di Nizza smentiscono la “linea Sarkozy" e danno ragione all’Italia

Il processo riguardava un ventinovenne tunisino arrestato in città per immigrazione clandestina non avendo con se i fatidici sessantadue Euro richiesti dai francesi

Il Tribunale di Nizza l'altro giorno ha mandato assolto un ventinovenne tunisino in possesso del fatidico Permesso temporaneo di soggiorno della durata di mesi sei, con connesso Titolo di Viaggio, fermato la sera precedente alla stazione ferroviaria centrale della Capitale della Costa Azzurra. L'accusa parlava di immigrazione clandestina in quanto il giovane, pur con i documenti a posto, non aveva con se i sessantadue Euro richiesti dalla Francia a ciascun extra- comunitario tunisino sbarcato a Lampedusa che entri nel suo territorio.

I giudici del Tribunale di Nizza invece hanno sentenziato che Parigi non ha il diritto di porre alcuna condizione aggiuntiva a questi migranti rispetto ai requisiti in loro possesso già vagliati dalle autorità italiane prima di concedere loro il Permesso temporaneo di soggiorno valido in tutta l'area Schengen. La Procura della Repubblica della metropoli del sud-est transalpino, che invece aveva chiesto la condanna del tunisino, ha avanzato ricorso in secondo grado. Sarà la Corte d'Appello di Aix En Provence, ora, a doversi pronunciare in merito. Il Procuratore capo di Nizza si rifiuta di scendere nei particolari del ricorso preannunciato sostenendo che è suo interesse applicare unicamente in maniera corretta il “diritto penale repubblicano” e che non intende, invece, fare politica.

Non è però un mistero che in Francia le Procure siano dipendenti organicamente dall'Esecutivo, nella fattispecie dal Ministero della Giustizia, e che un suo esponente, il Ministro degli Interni Claude Gueant (nella foto) da sempre sia stato un fautore della linea dura contro gli arrivi dei tunisini regolarizzati dall'Italia. Per tali motivi, a differenza che nel nostro Paese, sono più soggette ad una lettura in chiave politica, e non solamente tecnica, delle loro decisioni che spesso si uniformano al volere del Governo in carica, di qualunque colore esso sia. L'organo inquirente veramente indipendente, secondo la procedura penale d'oltralpe, è invece il Giudice Istruttore, che può opporsi ai voleri delle Procure od agire indipendentemente da esse, istruendo un qualsiasi fascicolo penale. La decisione della magistratura di Nizza, comunque, indebolisce la politica muscolare in materia personalmente voluta dal Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy che addirittura avrebbe, ma la circostanza è stata ufficialmente smentita dall'Eliseo, accarezzato l'idea di sospendere il Trattato di Schengen nei confronti dell'Italia.

La Francia di Sarkozy è oggi poco propensa a dimostrarsi solidale con Roma e ciò è spia di un innata diffidenza verso il paese di Dante, considerato il “ventre molle” d'Europa. In ordine alla poca stima nei confronti dell'Italia il Presidente transalpino è senz'altro influenzato dalla moglie italiana Carla Bruni che un giorno, parlando dell' Italia di Berlusconi, ebbe a dire:” Sono orgogliosa di essere francese”. Sarkozy, non più amato dai due terzi dei francesi, vede poi avvicinarsi lo spettro della sconfitta elettorale alle Presidenziali del prossimo anno che dovrebbero risolversi al ballottaggio tra Marine Le Pen, rappresentante della destra nazionalista ed anti- europeista che sulla battaglia contro l' immigrazione sta costruendo molte delle proprie fortune, e Dominique Strauss–Kahn o, al limite, Martine Aubry, entrambi socialisti. E' logico dunque che tenti disperatamente di risalire la china cercando di fare proprie le argomentazioni della sua concorrente a destra Marine Le Pen per svuotarne il bacino elettorale. In questo clima, con un Presidente debole ed avversato in patria, si apre il vertice italo- francese di Roma.

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