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Freelance e Jobs Act: nessuna tutela per i lavoratori autonomi

Acta, associazione, nata nel 2004, vuole dare voce ai professionisti non dipendenti ai quali il sistema lavorativo italiano non offre protezioni efficaci: formatori, ricercatori, informatici, creativi e altre categorie di consulenti, generalmente operanti al di fuori di Ordini e Albi professionali. Persone dunque che lavorano in autonomia, cercando “ingaggi” sul mercato, sia nel pubblico che nel privato.
 
Per Acta i sistemi di rappresentanza politica e sindacale tradizionali non sono in grado di garantire tutele adeguate al variegato mondo dei lavoratori autonomi del “terziario avanzato”. Sindacati e associazioni imprenditoriali sembrano oggi incapaci di intercettare questa galassia freelance e concentrano i propri sforzi su categorie professionali i cui interessi ed obiettivi sono spesso in conflitto, secondo Acta, con quelli dei lavoratori non rappresentati. L'associazione dei "lavoratori autonomi di seconda generazione" – così si definisce nel Manifesto programmatico – lavora per ottenere maggiore equità, riforme che mettano fine alle discriminazioni tra assunti e freelance ed una generale estensione dei diritti in favore dei meno tutelati.

Oggi Acta ha deciso di inviare una lettera al premier Renzi, per chiarire il proprio punto di vista sui contenuti del Jobs Act. Di fatto, denuncia l'associazione, i freelence non vedono all'orizzonte nessun miglioramento, poiché rimangono esclusi sul fronte degli ammortizzatori sociali “universali” a tutela della disoccupazione (non sono realmente universali), della riduzione sulle tasse sul lavoro (niente 80 euro per i lavoratori autonomi), degli interventi a sostegno del reddito (per loro niente salario minimo orario), dell'ampliamento delle tutele (per i freelance, nessun ammortizzatore efficace in caso di grave malattia).

Cosa ti proponiamo dunque? - scrivono - Di guardare anche verso di noi, che ci troviamo ad affrontare un mercato sempre più avaro, senza tutele e con una pressione fiscale e previdenziale ancora più elevata di quella che colpisce il lavoro dipendente”.

All'appello seguono quattro proposte per ridurre la distanza tra freelance e lavoratori salariati. Anzitutto, l'abolizione dell'aumento dei contributi pensionistici, passati dal 27,7 al 33% con la Riforma Fornero, per gli iscritti alla Gestione Separata. Si guarda poi alla malattia, con la richiesta di un aumento del periodo di tutela e di una ridefinizione delle indennità. Si domandano, infine, l'estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro e l'apertura di una riflessione sull'opotesi di tariffe minime per tutti.

Vedremo se il governo saprà offrire delle risposte convincenti, perché al di là delle comprensibili polemiche relative all'abrogazione dell'articolo 18, esiste tutto un mondo semi-sommerso di precari, giovani e meno giovani, che offrono inappuntabili prestazioni professionali in cambio di un panino e di un calcio nel sedere.

Secondo i dati di Freelancer.com, uno dei siti di outsourcing più importanti a livello internazionale, la tendenza all'esternalizzazione del lavoro è in costante aumento in Italia. La piattaforma ha rilevato, nel 2013, un aumento di oltre il 70% della spesa destinata dalle PMI alle consulenze, anche a causa delle difficile congiuntura economica. Le aziende infatti si rivolgono all'esterno per abbassare i costi di alcune attività, potendo contare su tariffe molto vantaggiose e sulle aste al ribasso che spesso si scatenano tra i freelance, disposti a lavorare per pochi euro pur di accaparrarsi l'ingaggio.

Secondo una ricerca condotta da Freelancer.com nel 2013, il 56% dei proprietari di PMI ha dichiarato di essersi rivolto a consulenti esterni per svolgere parte del lavoro, nei 12 mesi precedenti. Il 46% ha affidato a professionisti freelance la programmazione e lo sviluppo delle piattaforme digitali e il 35% ha scelto l'outsourcing per attività di segreteria, pareri legali e amministrativi. Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato la propria soddisfazione e l'intenzione di continuare su questa strada, all'insegna del risparmio. Nulla di cui stupirsi, visto che possono ottenere ottimi risultati senza perdere tempo con tutele, diritti e altre simili amenità.

 

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