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I diritti dei migranti LGBTI. Intervista a Bernardo Diana, presidente di Rain Arcigay Onlus

Nonostante alcuni, piccoli, segnali di miglioramento, la situazione dei Diritti Umani delle persone LGBTI+ (sigla collettiva che comprende Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) nel mondo è preoccupante.

In oltre 70 paesi nel mondo esistono legislazioni che puniscono l’omosessualità o orientamenti sessuali considerati “non convenzionali”, spesso anche con la pena di morte. Può essere riconosciuto lo status di rifugiato se nel paese di origine il migrante è costretto a nascondere la propria identità di genere o l’orientamento sessuale e se esiste una fondata preoccupazione di poter subire persecuzioni, sia da parte delle autorità che di “attori non statali”: famiglia, bande criminali, comunità intesa in senso ampio.

Abbiamo incontrato Bernardo Diana, presidente di Rain Arcigay Onlus che da anni si batte sul territorio della provincia di Caserta contro discriminazioni, omotransfobia e per il riconoscimento dei diritti civili di tutti gli appartenenti alla comunità LGBTI.

 

Ciao Bernardo e grazie per averci incontrato. Innanzitutto puoi raccontarci la storia dellassociazione che presiedi? Da quando è attiva sul territorio? Di cosa vi occupate?

Grazie a voi per l’invito. Sono presidente di Rain Arcigay Caserta dal 2016, sono stato eletto presidente subito dopo il Caserta Campania Pride del giugno 2016, ma già dal 2013 sono stato tra i promotori di un gruppo LGBT casertano, rilevata l’assenza totale di enti ed organizzazioni nei confronti dei diritti e degli interessi delle persone LGBTI+. Formalmente l’associazione è nata il 25 luglio 2014, in seguito a un percorso durato circa un anno fatto di assemblee e incontri con tutte le persone interessate. Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario “morale”. Mi spiego meglio, l’allora Sindaco di Caserta Pio Del Gaudio partecipò a un convegno (a porte chiuse) di una fantomatica organizzazione chiamata “Giuristi per la vita”. Il Sindaco Del Gaudio, non solo partecipò, ma portò anche i saluti istituzionali della città. Organizzammo un presidio di protesta anche molto animato che è stata la scintilla per tutto ciò che è oggi. Senza quell’evento ci avremmo messo più tempo per fondare una organizzazione LGBTI+ a Caserta. Forse non tutti i mali vengono per nuocere!

Il salto in avanti quale associazione strutturata l’abbiamo fatto nell’anno del primo Pride, che ci ha consentito di ricevere maggiore risonanza mediatica e l’inaugurazione della nostra attuale sede presso un ufficio messo a disposizione della Camera del Lavoro della CGIL Caserta. Quello è stato il momento in cui oltre a riunioni, assemblee, momenti di discussione e crescita sia personale sia della stessa comunità, abbiamo iniziato ad erogare i primi servizi per le persone LGBTI+. Oggi facciamo ascolto psicologico, consulenza legale, assistenza alle persone transgender, gruppi di auto-mutuo-aiuto, telefono amico, screening rapido dell’HIV, nonché eventi ed attività culturali e di socializzazione, affinché le persone LGBTI+ possano conoscersi e sviluppare una comunità consapevole e fiera.

 

Vi capita di frequente di fornire assistenza a migranti appartenenti alla comunità LGBTI?

Sì, ci capita. Non tutti i casi sono uguali, generalmente c’è chi ha bisogno di un aiuto con i documenti e chi, invece, nel rapporto con la propria famiglia e soprattutto la comunità di riferimento, per paura di essere isolati. I servizi pensati per i migranti sono erogati anche in inglese, francese, spagnolo, portoghese e arabo, mentre gli altri servizi o opportunità di volontariato purtroppo sono solo in italiano e questo comprendiamo possa essere un limite.

 

Quali sono le problematiche maggiori che vi vengono presentate?

Spesso i migranti LGBTI+ arrivano da noi perché hanno ricevuto dei consigli da conoscenti o da chi segue le loro pratiche e sono spaesati, non sanno neanche se è consentito in Italia baciare una persona dello stesso sesso. Quello che facciamo, a prescindere dalla richiesta specifica che ci viene posta, è creare un ambiente sicuro dove c’è la possibilità di essere sé stessi.

 

Cosa potete fare per loro?

Noi semplicemente facciamo quello che facciamo per ogni persona che entra in contatto con noi. Tutti i nostri volontari e le nostre volontarie sono formate per svolgere l’ascolto attivo, una tecnica che consente di prendere in carico l’utente e risolvere le problematicità che ci pone. Per fare questo bisogna creare un ambiente sicuro e confortevole. Se qualcosa non lo sappiamo fare o non lo possiamo fare ci fermiamo per studiarlo meglio e trovare una soluzione, anche mediante la rete che negli anni abbiamo costruito.

 

Quali collaborazioni con istituzioni/realtà sono attive sul territorio?

La prima realtà con cui collaboriamo è lo sportello migranti e immigrazione della CGIL, anche per una mera continuità logistica essendo nello stesso stabile. Ciò consente un rapido passaggio di carte e un risparmio di tempo per gli utenti. Ciò, ovviamente, non preclude, anzi, se un migrante ha in corso le proprie pratiche presso altri enti può sempre rivolgersi a noi. Collaboriamo con tutte le organizzazioni e con ogni ufficio legale.

 

Puoi citarci una storia che ti ha colpito particolarmente?

Qualche anno fa, proprio nel giorno del mio compleanno, ho accompagnato personalmente un ragazzo fino alla Questura di Frosinone nel lasso di tempo che i suoi familiari lo lasciavano libero, perché lo tenevano sotto stretta osservazione poiché sospettavano fosse omosessuale e non volevano farlo uscire di casa. Finalmente ritirati i suoi documenti ha potuto iniziare una nuova vita, alla luce del sole.

 

Avete in programma azioni specifiche sul tema migranti-discriminazioni di orientamento/genere?

Stiamo per far partire un grosso progetto per l’autoimprenditorialità delle persone LGBTI+ e il contrasto alle discriminazioni, che include, un focus specifico sulle persone migranti. Al momento siamo in attesa di stipulare le convenzioni con gli enti pubblici preposti, presto ci potremo sentire nuovamente per maggiori dettagli.

 

Dove vi trovate? Come è possibile contattarvi?

Ci troviamo a Caserta, in via Giuseppe Verdi 15, al primo piano della Camera del Lavoro della CGIL Caserta e abbiamo una sede secondaria a Castel Volturno, via Cosenza 40 (quest’ultima momentaneamente chiusa al pubblico). È possibile chiamarci allo 08231607485, via email a [email protected] e sulle pagine Facebook e Instagram. Data l’emergenza Covid tutto su appuntamento.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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