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I difensori migliori al mondo? Brasiliani e portoghesi

"Sbocconcellando" i Mondiali Under 20 colombiani, mi è giunta una novità davvero sorprendente che certifica un trend di cui ormai bisogna esserne pienamente consapevoli. I migliori difensori del presente e del futuro sono e saranno lusofoni. 

Se non è una grande novità questa? Portogallo e Brasile è inutile dire che sono andati sempre per la maggiore sulle mezze punte, le seconde punte, al massimo i mediani tuttocampisti.

Con Aldair da una parte e Fernando Couto dall’altra era spuntata un’idea di nuova scuola di centrali difensivi che negli anni si è affermata in tutto il mondo: Juan, Lucio, Thiago Silva e David Luiz sono stati negli ultimi dieci anni il meglio che la flora difensiva ha fatto crescere, ma i vari Alex e Dias non sono da buttare.

Per il Portogallo Pepe (brasiliano), Carvalho e Bruno Alves giocano a grandi livelli da molti anni e in nazionale formano una cintura difensiva molto forte.

In Colombia, il Brasile ha mostrato al mondo la classe e la sicurezza di Bruno Uvini, mentre il Portogallo l’elastica forza di Nuno Reis e Pelè.

Insomma il meglio in difesa oggi viene dalle scuole che per un secolo hanno pensato che la miglior difesa fosse tenere palla la maggior parte del tempo di una partita. C’è un motivo?

Con una zona così pura come quella attuale, al difensore non servono più tutte le caratteristiche della vecchia marcatura ad uomo: rapidità nel breve, grinta, coraggio.

Oggi serve colpo d’occhio, progressione, stazza fisica e soprattutto tecnica totale per gestire i ritmi della squadra. Grazie a queste nuove prerogative, i difensori di Brasile e Portogallo hanno iniziato a dominare la specialità.

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