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I Telegiornali di partito

I Telegiornali di partito

Quando Minzolini ha incominciato a fare i primi editoriali, qualcuno si è chiesto se poteva farli.
 
Una domanda legittima sul piano giuridico, ma fuori dalla realtà. Ed invero i Tg pubblici dovrebbero essere imparziali, non avere una linea politica prevalente rispetto ad altre, e quindi editoriali che la esprimono. Ma fuori dalla realtà, giacché i partiti si sono spartiti la Rai, ogni tg ha una sua linea politica.
E se il Tg ha la sua linea politica è giusto che il suo direttore possa esprimerla.
ll problema non è se Minzolini o Fede possano fare editoriali, il problema è che appaiono solo i loro editoriali, e non quelli di chi la pensa in maniera diversa.
E’ la medesima situazione di giornali indipendenti oppure è qualcosa di diverso? Il Corriere della Sera o La Stampa o Repubblica non potrebbero chiamarsi indipendenti, se presentassero solo gli editoriali del direttore ed opinioni diverse e contrastanti. E così il Corriere della sera pubblica i fondi di Galli della Loggia, ma anche quelli di Sartori, la Stampa i fondi di Calabresi, ma anche di Barbara Spinelli.
E tutto ciò è possibile perché la linea politica del giornali indipendenti, è riferibile ad un’area politica vasta. Ci son giornali di destra, di sinistra, di centro. Così come vi sono Tg filo governativi, altri più vicino all’opposizione. Insomma aree di riferimento vaste in cui possono convivere posizioni diverse.
Quando tutto ciò non è possibile, quando la linea politica del direttore regna unica ed incontrastata, non convive e si confronta con opinioni diverse, allora non si può parlare di giornale indipendente, ma di giornale o di Tg di partito. In questi la linea editoriale si identifica con la linea politica del partito.
Ma che cos’è un Tg di partito?
Un Tg di partito è un sistema informativo politico, un assetto organizzativo in cui ogni anchorman, regista, o cameraman, svolge un ruolo funzionale al messaggio che in quel momento si vuole trasmettere. Non è questione solo di editoriali, ma di assetto complessivo del telegiornale, funzionale ad una persona ad un partito.
I Tg di partito sono una fattispecie non regolata dalla normativa attuale, ma certamente al di fuori di ogni parametro di parzialità o imparzialità dell’informazione o di autonomia gestionale. Il tg di un partito è per sua natura partigiano e fazioso, e come tale intollerante alle regole dell’imparzialità, obiettività, completezza dell’informazione, e al rispetto della stessa libertà di stampa, stante la limitazione della libertà di opinione, che non può svolgersi in contrasto con le tesi del partito.
Eppure una tale definizione con le sue patologiche intolleranze ai principi cardine della disciplina della comunicazione è ancora riduttiva rispetto alla realtà che appare sui nostri schermi. Vi sono tg dove la violazione non riguarda solo la obiettività dell’informazione, una violazione connaturata al tg di partito, ma la correttezza dell’informazione.
Quando si fornisce una notizia con la storpiatura del nome della persona a cui essa si riferisce o con una sua immagine ridicola, si ha scorrettezza dell’informazione. E ciò non tanto per l’irrisione della persona, quanto per la deformazione della notizia conseguente alla confusione tra cronaca ed opinioni.
Quando alcune notizie non vengono date, quando si parla di assoluzione invece di parlare di prescrizione, si ha scorrettezza dell’informazione.
E l’Agcom non ha niente da dire sulla violazione dei principi di obiettività. imparzialità, lealtà e completezza dell’informazione?

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