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I Repubblicani usano la pubblicità subliminale contro Obama

La pubblicità subliminale mi ha sempre affascinata: l’idea che sia possibile essere influenzati nelle nostre decisioni senza rendercene conto contiene una forza inaudita.

In America già negli anni '60 c’era stata una forte sensibilizzazione verso l’argomento, tanto che la pubblicità subliminale venne messa al bando dopo la pubblicazione del libro I persuasori occulti di Vance Packard, che aveva denunciato i metodi di manipolazione psicologica che il marketing metteva in atto.

Così, anche per deformazione professionale, quando ho visto il video dei repubblicani contro il Presidente Barack Obama, che prende pezzi dei suoi discorsi per smentirli, mi sono subito accorta dell’inserimento della parola “taxes” che appare sovrapposta alla faccia del Presidente per una frazione di secondo, ma sufficiente per associare il leader democratico alle tasse.

Dopo una piccola indagine sul Web ho poi scoperto che in effetti lo scandalo era già scoppiato, ad opera, pensate un po’, del blog italiano Nomfup.

Nel 2000 fu utilizzata una strategia simile contro il democratico Al gore: in uno spot compariva infatti per un millesimo di secondo la parola “rats” (= topi), riferita ai democratici.

Non sono sicura che sia una fortuna, ma in Italia la pubblicità politica, non essendo in grado di condizionare le nostre menti, si limita ad “attentare” a ben altre zone del corpo.

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