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I "No dal Molin" a Washington e Strasburgo

In Italia non se ne parla. Non se ne può parlare. Ci mancherebbe. Tuttavia sembra che la volontà dei vicentini, circa la nascita di una nuova base U.S.A nell’aeroporto Dal Molin della loro città, vada ben oltre la forza governativa dei vari Berlusconi o Prodi.

Una delegazione dei "No dal Molin" è andata dritta fino a Washington a portare le proprie rimostranze, seguendo il vecchio adagio "se Maometto non va alla montagna, la montagna andrà da Maometto".

Ne sapevate nulla? No? Strano, dovrebbe essere una notizia da prima pagina che la si voglia prendere in giro o monumentalizzare. La verità è che la forza di volontà pacifica e pacifista di queste persone, riduce il governo ad un essere senza armi da sfruttare, se non l’ignoranza del far finta di niente.

Lo ha scavalcato prendendo la via di Washington, andando a protestare direttamente davanti al congresso statunitense e cercando di portare all’attenzione dei media internazionali la propria questione. C’è da scommetterci che fino ad adesso Barack Obama e soci non ne sapessero niente o quasi, della futura nuova base dei "No dal Molin". 



Tra i tanti incontri, la delegazione dei No Dal Molin ha discusso della vicenda con Sam Farr (membro della Commissione Military Construction della Camera), Salomon Ortiz (Presidente della Commissione Readiness della Camera), John Tierney (Presidente Sicurezza Nazionale e Affari Esteri Oversight, ovvero una commissione investigativa di controllo del Senato) e lo staff di Chet Edwards (Presidente della Commissione Military Construction della Camera).

"Tutti ci hanno accolto cordialmente – hanno raccontato al telefono – e siamo convinte di aver instaurato un dialogo proficuo e ricco di prospettive future. I rappresentanti del Congresso incontrati inoltre, si sono impegnati a informare i loro colleghi sulla situazione di Vicenza".

Nel frattempo, un’altra delegazione se ne va a Strasburgo, dove ha partecipato a un vertice dei movimenti europei contro la militarizzazione crescente in Europa, dove ha trovato larghi appoggi, ma ha dovuto constatare la totale assenza di parlamentari italiani.

"Durante l’audizione parlamentare – dove hanno preso parte un centinaio di cittadini dei diversi paesi – sono emerse queste tematiche e la mancata attivazione della Valutazione d’Impatto Ambientale ha rappresentato l’esempio concreto di come la militarizzazione, calpesti i diritti dei territori. All’audizione non era presente nemmeno un europarlamentare italiano, segno della distanza esistente tra cittadini e politici nel nostro Paese".

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