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Hong Kong, arrestato il tycoon dei media che si batte per la democrazia

È stato arrestato a Hong Kong il tycoon dei media Jimmy Lai, fondatore del quotidiano Apple Daily, con le accuse di assemblea illegale per la partecipazione a una manifestazione anti-governativa il 31 agosto scorso e di intimidazione nei confronti di un giornalista cinese risalente a giugno 2017.

 Lai è stato portato via dalla sua abitazione nella zona residenziale di Ho Man Tin, sulla penisola di Kowloon, intorno alle 7.30 (ora locale), e in tarda mattinata gli è stata concessa la libertà su cauzione. Assieme a Lai, sono stati arrestati altri due attivisti pro-democrazia, gli ex parlamentari di Hong Kong Lee Cheuk-yan e Yeung Sum, con l’accusa di assemblea illegale: tutte e tre dovranno comparire in tribunale il 5 maggio prossimo. Rischiano fino a dieci anni di carcere.

“Queste accuse non ci impediranno di lottare per la democrazia, la libertà e il diritto a riunirci, marciare e protestare” ha detto Lee ai giornalisti uscendo dalla stazione di polizia Cheung Sha Wan

Lai è un miliardario “venuto dal basso” che ha donato ingenti somme di denaro alla piattaforma pro-democrazia di Hong Kong e per questo è stato aspramente criticato dalla stampa cinese.

Nonostante l’epidemia di coronavirus abbia messo in secondo piano le proteste pro-democrazia, nell’ex colonia britannica rimane forte la rabbia dei manifestanti nati-governativi contro l’amministrazione guidata da Carrie Lam e contro le forze di polizia. Gli arresti, però, arrivano in un momento di relativa calma. L’ultima manifestazione repressa dalla polizia risale al 31 agosto. Sono state 7mila le persone arrestate nel corso delle proteste e non è chiaro quante siano ancora in carcere.

 
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