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Hiroshima e Nagasaki


Ovunque si parli di fine del mondo si finisce sempre per parlare di "olocausto nucleare". E non è certo un caso, dato che tra gli scenari "apocalittici" è certamente quello più probabile, almeno nel breve termine. Una guerra atomica, finora fermata solo dal timore di una reciproca distruzione, o un attacco terrorista nucleare, finora fermato solo dagli attuali limiti stessi della rete terroristica globale, potrebbero davvero scatenare una spirale di auto-distruzione senza fine. D’altronde, l’arsenale atomico mondiale è sufficiente per estinguere al vita su questo pianeta ed altri, ove ve ne fosse. E l’avvento di una rete terroristica più potente di quelle attuali, capace di impadronirsi dell’atomica, oppure di un governante instabile capace di compiere la follia atomica, non sono eventi da ritenere così improbabili.

Ecco perchè, almeno in questo periodo, occorre ricordare quei giorni d’Agosto, il 6 ed il 9 Agosto 1945, nei quali una insana decisione portò la morte e la devastazionein Hiroshima e Nagasaki, ed il terrore in tutto il mondo (e pensare che quelle atomiche erano molto meno potenti di quelle attuali). Quelle stragi ci ricordano cosa può combinare, in uno qualsiasi dei secondi che abbiamo davanti, la follia umana. E quindi di quanto sia importante che i potenti illuminati del mondo cerchino di compiere ogni sforzo per giungere al disarmo nucleare più completo possibile.



Per farlo, però, occorre intelligenza. Non serve fare la voce grossa con l’Iran e la Corea del Nord, se poi si è i primi a possedere arsenali atomici potentissimi. Non si è credibili, e si da un motivo a quei Paesi per dotarsi essi stessi dell’atomica. D’altronde, perchè loro no e Pakistan, India e Israele sì? Dunque, occorre dare il buon esempio e continuare a ridurre gli arsenali atomici (e l’accordo Usa-Russia di qualche giorno fa è un ottimo passo avanti), ma soprattutto occorre cominciare a ripensare l’intero sistema, indirizzandolo verso una gestione globale dell’arma nucleare. L’atomica, infatti, sarebbe meglio che non fosse mai esistita, ma ora che esiste, ed è alquanto improbabile che i potenti del mondo le facciano scomparire tutte e con esse anche la loro tecnologia, deve essere garantita la sua esistenza, per due motivi: di difesa preventiva contro altre atomiche, e per utilizzi non militari (tipo distruzioni di asteroidi, ed altre amenità fantascientiche che però potrebbero diventare reali). L’obiettivo ideale deve dunque essere questo: zero atomiche in mano ai singoli Paesi, ma un discreto arsenale (il minimo indispensabile) in mano ad un organismo internazionale. Così da conciliare gli interessi globali con le esigenze di difesa dei singoli Paesi.

E’ una strada lunga e difficile, mi sa, ma è quella che andrebbe percorsa. E se magari si cominciasse dall’Unione Europea, con Francia e Gran Bretagna che demandano la gestione delle loro atomiche alla UE, non sarebbe male.

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