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Guai TAV in pillole

Settima puntata: dove nessuno ha il coraggio di togliere quei cartelli “ACQUE CLASSIFICATE A SALMONIDI”.

stralci della requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna.

TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE MONOCRATICA
 
DOTT. ALESSANDRO NENCINI Giudice
 
Procedimento penale n. 535/04 R.G.
 
Udienza del 3 aprile 2008
 
 
 
Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 7]
 
 
“UNO DEI COLTELLI CHE SI GIRANO NELLO STOMACO È VEDERE I CARTELLI CON SCRITTO ‘ACQUE CLASSIFICATE A SALMONIDI’. E UNO SI DOMANDA QUALI ACQUE”.
 
 
Ed allora, fossero finiti qua, i danni, non mi sembrerebbe poco. Ma non sono questi e basta. Proseguono. Ed ognuno di questi danni, come detto, investe storie di comunità locali intere e storie strettamente personali. Abbiamo già visto la storia del sig. A.C. a cui stravolgono la vita, e che si porta via la terra del suo campo, terra alla quale è tanto affezionato, per rimetterla in un altro terreno.
 
Prendiamo ora ad esempio la zona di Paterno.
Si seccano il Fiume Carza, il torrente Carzola, il Fosso Cerretana, la sorgente Sala, le sorgenti di Case Carzola di sopra, due pozzi in località Casaccia, il pozzo Cerreto Maggio 1 e altri ubicati in zona Paterno-Le Panche, l’acquedotto privato di Ceppeto-Starniano che copriva i bisogni di 135 famiglie, regolarmente autorizzato.
L’area è interessata dal Cantiere T5 e dalla realizzazione della Galleria Vaglia, dal Carlone, verso sud.
Nelle sempre più che prudenti informative ARPAT, si legge: “Nella zona vi è, inoltre, la problematica delle portate dei corsi d’acqua. Il Torrente Cerretana è risultato privo di acqua a monte di Paterno dal giugno 2001 al febbraio 2002. Nel periodo autunnale sino al febbraio 2002 non si è manifestata alcuna riattivazione della portata in alveo di tale torrente a conferma di un probabile impatto in atto”.
Di un “probabile”? Si è seccato! Un probabile...
Poi c’è il Carzola. [...] Fa tutta una disamina dove dice cosa si è seccato e cosa no. E ne dice tanti. Però nel finale addolcisce: “Alcune sorgenti hanno mostrato un calo di portata, ma non è certa la connessione con il drenaggio operato dallo scavo della galleria Vaglia”. Fa la bipartizan. Peccato non ci dica con cos’altro sono connessi questi danni. [...]
La prudenza di ARPAT si scontra però con lo studio prodotto proprio per TAV in data 30.6.’95 dal Dipartimento di Scienze geologiche. Ritorniamo, scaviamo: sembra di fare i minatori. Nel ’95 il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università di Bologna, in riferimento all’area che qui interessa, esplicita: “Gli indizi di carsismo non mancano né in superficie (v. p.e. le forme di dissoluzione superficiale della zona di Case Starniano, la profonda incisione dell’alta valle del T.Carzola, ....), né in profondità (v. stratigrafie del sondaggio E66 bis e altri, l’abbondanza di deposizioni travertinose, ... ). A questi indizi di carsismo sono da aggiungere l’abbondanza di pozzi che risultano perforati nella zona a Nord di Firenze (Serpiolle, Cercina, Castiglione) e la portata relativamente elevata di pozzi e sorgenti nell’arca del T. Carlone e del T. Carzola anche in periodo estivo”.
Si scontra anche con l’escussione in aula dei testi B. D., Rubellini, C. E., E. G., D. F., Piera Ballabio, F. I., e G. L.. E tutti dicono: c’erano i lavori e siamo rimasti senza acqua. Anche qui, qual è la prima risposta di CAVET a questi impatti? La siccità! [...] Comunque ci sono alcuni interventi di sostituzione, portano delle autobotti, si farà un acquedotto, chi pagherà, perché, chi ha deciso, qualcuno ha detto qualcosa? Niente. Altro esempio di esternalità negative: io arrivo, faccio, secco poi tutto vedremo e faremo. Ed intanto quelli senza acqua stanno là. Tant’è vero, solo nei documenti più recenti CAVET si indicano come possibili interventi di mitigazione per i corsi d’acqua Carzola e Cerretana, con la reimmissione in alveo di alcune parti delle acque emunte dai pozzi scavati presso la cava di Paterno e Cerreto Maggio. Fatto sta che Cerretana e Carzola si sono essiccati. E meno male - perché a rileggere questi fogli veramente ci sarebbe da fare un libro – che si doveva stare attenti alla zona del Carzola e del Cerretana. E non lo dico io. Perché nell’integrazione del 28 luglio 1998 all’accordo procedimentale del 28 luglio 1995, al punto a. 19 dell’allegato 2, descrizione degli interventi di tutela ambientale, si legge espressamente: “Per il valore paesaggistico ambientale della zona, dovrà essere previsto una rinaturazione del sito interessato dal cantiere industriale T4 Cardini, compatibile con la destinazione d’uso finale. In ogni caso si dovrà realizzare una barriera arborea tra il sito e il torrente Carzola”. Per farsene che, di questa barriera arborea? Il Carzola non c’è più.
 
[...] Ora qui c’è un problema da affrontare. Molti impatti risultano condivisi sia dai Ct (1) del PM che dai Ct della difesa. Ricordiamo che per le sorgenti anche in via di approssimazione il Ct di CAVET concorda impatti alle sorgenti pari all’80% del volume delle acque ritenute drenate dall’accusa. Altri impatti risultano concordemente esclusi sia dai Ct del PM che dai Ct della difesa. Pertanto ai fini della valutazione della responsabilità degli imputati per la Procura non cambia molto se alla fine di questo processo si valuterà come impattato un punto d’acqua in più o in meno. Fa differenza però per chi utilizzava quel punto d’acqua. Nel suo caso la differenza è del 100%
Gli impatti contestati non condivisi dei punti d’acqua di maggior rilievo sono circa 25. Un dato particolare è che mentre quasi nulle sono le contestazioni da parte di CAVET circa i corsi d’acqua, maggiori sono per sorgenti e pozzi, specialmente se utilizzati da soggetti che si sono costituititi parti civili. [...]
 
DANNI FUTURI
E questo per i danni ad oggi accertati.
Il che, però, non vuol purtroppo dire che non ne siano in atto altri allo stato non perfettamente conosciuti. Le attuali venute di acqua a Marzano infatti evidenziano chiaramente che sono ancora in atto drenaggi di falde non compiutamente identificate.
Abbiamo già visto come vi siano già indizi concreti di interferenze che giungono financo alla Madonna Tre Fiumi e sul fiume Ensa, ma non sappiamo se anche altri corsi d’acqua o falde stiano subendo la stessa sorte. Gli emungimenti sono in atto.
 
DANNI PERMANENTI
E purtroppo non si può neanche dire che i danni sopra indicati abbiano natura temporanea.
Abbiamo già visto come questa della temporaneità fosse una carta giocata da CAVET, ma qui in dibattimento abbiamo visto come tale tesi fosse solo di una tesi di parte e di comodo smentita dai fatti, e dalla quale lo stesso Bollettinari (2) ha preso nettamente le distanze nel corso dell’esposizione della sua consulenza tecnica.
In modo empirico, ma non per questo meno oggettivo, lo hanno testimoniato tutte le persone offese danneggiate che hanno precisato come la situazione, una volta verificatasi, abbia assunto - a distanza ormai di anni - una chiara connotazione di irreversibilità, in quanto da fiumi, fossi, sorgenti, pozzi tutti perenni si è passati a punti d’acqua che sussistono solo in ragione ed in conseguenza delle nevicate o delle piogge, ovvero che si alimentano solo da acque meteoriche e non più da acqua di falda. Lo stesso Celico dà atto che un nuovo equilibrio della falda si avrà sicuramente ma ad una quota più bassa che è cosa ben diversa da “l’acqua tornerà”. Ed allora qualcuno dovrà spiegare perché l’ing. Calcerano in rappresentanza di CAVET è andato in giro a dire alla gente in riunioni pubbliche che l’acqua sarebbe tornata in cinque anni.
Perché la stessa cosa sia stata detta in Conferenza dei Servizi, e comunque la ricordino i Sindaci Margheri e Mascherini, ed anche Notaro della Comunità Montana. In modo più scientifico i tecnici ARPAT [...] hanno spiegato come di fatto operino i drenaggi di galleria. E’ come se si togliesse un tappo in fondo ad una vasca, che pertanto si svuota e, una volta svuotata, anche se rimetti il tappo resta vuota lo stesso.
Perché CAVET allora non ha mai smentito questa leggenda creata dai suoi tecnici?
 
ALTRI DANNI
Ovviamente ci sono anche altri danni connessi all’essiccamento dei corsi d’acqua. Tra questi i danni alla flora ed alla fauna.
 
FLORA
Nell’estate 2000 i tecnici della Comunità montana del Mugello hanno lanciato un allarme circa il pericolo che i danni idrogeologici accertati in Mugello potessero produrre conseguenze anche sulla flora dell’Appennino. Sono state seguite perizie con moderne tecnologie all’infrarosso che sono state trasfuse anche nel progetto TRIMM (3) prodotto in atti. Pertanto rimando agli esiti di quel lavoro e, soprattutto, all’esito della Ct Aprile che indica puntualmente il danno alle piante igrofile.
È però da evidenziarsi la notevole sensibilità di CAVET per tale tipo di danno.
Al teste L. N., che certo non si era costituito parte civile per i danni agli alberi del bosco, ma che, abitando lì, segnalava tra l’altro come in seguito ai lavori dell’alta velocità si rendessero visibili anche danni alle piante ed al bosco, la difesa CAVET dà una bella rispostina.
Avvocato Difesa - ... Senta, non ho capito questa storia delle piante e della montagna. Cioè, lei vede delle piante seccarsi?
Teste L. N. - Sì.
Avvocato Difesa - É sua la montagna?
Teste L. N. - No, non è mia.
Avvocato Difesa - Ecco.
Come a dire “Ed allora? Che ti importa? Di che ti impicci?”.
E il teste, poverino, infatti ci rimane male e si sente quasi in obbligo di scusarsi e giustificarsi, pur essendosi limitato solo a raccontare ciò che era successo, ciò che vedeva, come stavano cambiando i luoghi dove abitava, dove viveva sin da prima che arrivasse CAVET a fare quel che ha fatto.
Teste L. N. - Io parlo, ho parlato... Siccome confino con il fiume, il fosso, chiamato il Fosso a Granchi, o Cerretana, e vedo che io... in termine di due-tre anni, ho due-tre piante di frutti secchi. E poi si vede che la montagna ha cambiato aspetto. Non è più rigogliosa com’era prima. Ci sono dei ciuffi di piante che si stanno seccando.
Ma la difesa taglia corto:
Avvocato Difesa - Ho capito. La ringrazio.
A questo gli rispondono così, ad altri su cose più serie risponderanno di peggio. C’è chi è stato ripreso perché si è costituito parte civile. Vedremo.
 
FAUNA
Dopo la flora c’è la fauna. Ma ora, al di là della battuta, ci interessa sotto due aspetti, perché è il dato che fa uscire un po’ dalle carte. Perché le carte, a saperle leggere, interpretare, a volerle sentire, in qualche modo esprimono una sensibilità, danno delle emozioni, danno delle prove, che però poi si tramutano in vita.
Ovvie le considerazioni sulla fauna ittica o quella fauna che comunque viveva grazie all’esistenza dei corsi di acqua. È chiaro che pesci, crostacei etc., nei fiumi “intermittenti”, ovvero che ci sono solo quando piove, non ci possono vivere.
 
PESCI
Riportiamo alcune testimonianze non solo per documentare la perdita della fauna, ma per descrivere l’impatto sui fiumi e cosa ciò ha significato in termini di degrado ambientale e scadimento della qualità della vita per chi aveva la fortuna di poter frequentare quei posti, prima dei lavori dell’Alta Velocità.
 
 
BAGNONE
 
Teste I. M. - Eh, noi siamo proprio sul Bagnone.
Pubblico Ministero - Senta, poi lei... Non so se... lei pesca? Non lo so che...
Teste I. M. - I miei figli pescavano. Ma sa, il Bagnone era una... era un torrente pulitissimo, perché a monte della mia proprietà non c’erano case. Ce n’era una sola, ma insomma, in alto, sul torrente non c’era nessuno. Quindi era un’acqua molto viva, diciamo. C’erano parecchi pesci... insomma, girini e tutto il resto, insomma. Era molto vivo. Io l’ho anche bevuta l’acqua di Bagnone.
Pubblico Ministero - E ora?
Teste I. M. - Eh, dopo da quando hanno cominciato a pompare l’acqua dentro, era acqua tutta diversa, ecco. Era acqua... faccia conto, biancastra, lattiginosa. E ha portato un deposito di fanghi grigi che non c’erano prima. Cioè, sono spariti tutti... quello che riguarda girini, pesci...
 
Teste C. E. - No, abbiamo constatato. Per esempio, sul torrente Bagnone e su altri torrenti che là sono... non sono prosciugati, ma sono biologicamente estinti.
Pubblico Ministero - Ecco, cosa vorrebbe dire biologicamente estinti?
Teste C. E. - Vorrebbe dire che non ci sono più forme di vita.
 
 
FOSSO FIORENTINO O CAMPORA
 
Avvocato parte civile - Un’unica domanda: nel fosso Fiorentino, prima si pescava?
Teste S. U. - Sì.
Avvocato parte civile - Ora?
Teste S. U. - No.

 
BOSSO
 
Teste M. O. - Volendo limitarmi alle specie più importanti, anche come indicatori biologici, quindi trote gamberi e granchi d’acqua dolce, era presente questa numerosa fauna ittica almeno fino ai primi mesi del 2000 quando c’era acqua nel torrente Bosso e quando l’acqua aveva una certa qualità, perché, ovviamente, venendo a mancare acqua…
 
Pubblico Ministero - Senta una cosa, ci si pescava anche nel Bosso?
Teste N. P. - Assolutamente sì. A maggior ragione, lì non solo trote, ma c’erano lasche, barbi, anguille qualche volta, anche...
 
Teste O. Q. - Io ero tecnico ospedaliero.
Pubblico Ministero - Quindi non aveva nessuna attività economica lì, ha preso, è andato in pensione e ha scelto… ha comprato casa là.
Teste O. Q. - Ha detto la parola giusta, ho ‘scelto’ di vivere in quel posto.
Pubblico Ministero - Ecco, ci può dire… visto che uno che sceglie si va a vedere i posti, se li guarda, se gli piacciono… com’era? cioè, cos’è che l’ha convinta ad andare lì.
Teste O. Q. - Allora, al di là delle caratteristiche della casa in cui abito, una delle scelte determinanti per quel posto riguardava proprio l’ambiente che circondava la casa; deve sapere che casa mia dista cinquanta metri dal torrente Bosso e io essendo un appassionato della pesca sportiva questa presenza del torrente è stata non dico determinante ma insomma ha avuto una grossa importante nella scelta del luogo dove finire i miei giorni.
Pubblico Ministero - Eh, dico, ha trovato il momento giusto per arrivare là!
Teste O. Q. - Davvero.
Pubblico Ministero - Era in quel senso il ‘preciso’. Dico, a gennaio ’98 quindi lei dice ‘io sono pescatore sportivo’, c’era il Bosso … ci può dire visto che lei è un pescatore … cos’erano, acque pregiate?
Teste O. Q. - Ci sono tuttora i cartelli - anche se adesso possono essere l’espressione della massima ironia perché determinano quel torrente come ‘acqua per salmonidi’.
Pubblico Ministero - ‘Salmonidi’ le trote.
Teste O. Q. - Trote. Quindi i torrenti vengono classificati con questa dicitura soltanto quando hanno determinate caratteristiche sufficienti alla sopravvivenza di queste specie ittiche.
Pubblico Ministero - Per la sua esperienza ci sa dare dei punti da dove si può desumere se l’acqua è di qualità o no?
Teste O. Q. - Uno degli elementi biologici che determinano la qualità dell’acqua è la presenza dei gamberi di fiume.
Pubblico Ministero - E c’erano?
Teste O. Q. - C’erano, era pieno, c’era la presenza di gamberi di fiume, trote… io stesso per due anni, nel ’98 e nel ’99 … e ci sono i verbali della polizia provinciale... ho fatto il ripopolamento di quel tratto di torrente lì.
Pubblico Ministero - Ah, quindi lei lo viveva proprio il fiume … al di là del fatto di andare a pescare era proprio vissuto, nel senso che c’era una sorta di attività … non commerciale, non economica … ma lei lo viveva perché l’ha ripopolato.
Teste O. Q. - A livello di hobby io andavo tutti gli anni quindici giorni prima dell’apertura alle trote, e quindi all’inizio di febbraio, a Borgo San Lorenzo, la polizia provinciale ci forniva per tutti i torrenti presenti nel Mugello un quantitativo determinato di trote fario, e queste venivano immesse nel torrente in attesa poi dell’apertura; e io per due anni sono andato in volontariato a prendere queste trote e ripopolare il torrente sotto casa mia per una semplice passione.
Pubblico Ministero - Quindi era un ambiente idoneo e qualificato per mantenere le trote, aveva tutte le caratteristiche…
Teste O. Q. - Certamente, le dico che tuttora ci sono i cartelli.
Pubblico Ministero - Oh, cosa è successo? E’ ancora quella situazione che lei ha trovato nel gennaio ’98 o no?
Teste O. Q. - Magari! Se io avessi saputo nel ’98 che sarebbe andata a finire così probabilmente avrei scelto un altro posto dove andare ad abitare.
Pubblico Ministero - Quindi, ad oggi l’acqua dove andava lei a pescare, dove ci ributtava i pesci…
Teste O. Q. - C’è soltanto in presenza di pioggia o neve come quest’anno.
Pubblico Ministero - Qualunque sia la ragione però ora c’è solo in questi periodi qui.
Teste O. Q. - Esatto.
Pubblico Ministero - Bene. Pesci?
Teste O. Q. - Zero.
Pubblico Ministero - Gamberi?


Teste O. Q. - Zero.
 
 
FOSSO DI CARDETOLE E FOSSO DELLE TRE GINE
 
Avvocato parte civile - Lei ha parlato di pesci prima, mi può dire se in questi fossi vi era fauna ittica?
Teste P. R. - Guardi, mi ricordo bene perché avevo il figlio mio che c’aveva dieci anni e si divertiva a pescare questi pesciolini, le anguille… nel fosso di Cardetole non c’erano le trote, per intendersi, però c’erano tanti pesciolini… ma a centinaia io direi… c’erano le anguille che storicamente i contadini andavano a cercare nel fosso, mentre invece le trote erano nel fosso delle Tre Gine, molto più a est dei tre fossi dell’azienda nostra è quello più a est, quello che ha mantenuto un discreto approvvigionamento idrico ma che però ha perso … e questo non so per quale motivo … ogni forma di vita ittica.
Avvocato parte civile - Quindi, ad oggi non vi sono più pesci.
Teste P. R. - Secondo me non ci sono più pesci, sì.
Avvocato parte civile - Secondo lei o …
Teste P. R. Senta, ho passato una vita a vedere i pescatori lungo questi tre fossi, ora non si vedano più, quindi …
 
 
CAPANNACCIA
 
Pubblico Ministero - Senta, ma lì nella sua zona c’è anche un fosso detto di Capannaccia?
Teste Q. S. - Sì, sì, è proprio quello che il pozzo era vicino, e quello ha cominciato ad asciugarsi.
Pubblico Ministero - Questo quando?
Teste Q. S. - Come ripeto, intorno al ’99 si è cominciato a vedere le prime avvisaglie, poi sempre meno, sempre meno, attualmente porta acqua solo quando piove e nemmeno … perché io m’ero un po’ informato… lì a memoria d’uomo c’è sempre stato l’acqua in questo fosso … questo ruscello, chiamiamolo come …
Pubblico Ministero - Aspetti … ‘a memoria d’uomo’ … anche sua dal ’71.
Teste Q. S. - Anche mia dal ’71, sì, questo sicuramente, però io ho cercato…
Pubblico Ministero - Le è stato detto ‘ancora prima’.
Teste Q. S. - Sì, e tutti m’hanno detto ‘qui c’è sempre stato acqua’.
Pubblico Ministero - C’è sempre stata acqua.
Teste Q. S. - Sì, d’estate e inverno.
Pubblico Ministero - E ora c’è?... lei ha detto che c’è solo quando piove.
Teste Q. S. - Sì, praticamente sì … che c’entra, se piove parecchio la ci può stare anche dieci giorni e poi si risecca.
Pubblico Ministero - Senta, sa se era un fosso dove ci si andava a pescare?
Teste Q. S. - Sì, sì, sì sì sì, lì c’andavano a pescare le trote addirittura, prima, nell’estate.
Pubblico Ministero - Le trote se lo ricorda.
Teste Q. S. - Le trote sì, c’andava il mio cognato a pescarle, questo sono sicuro.
 
 
CANNATICCE O FOSSO D’ERCI
 
Pubblico Ministero - Senta una cosa, lei conosce il fosso denominato Cannaticce?
Teste N. P. - Lo conosco molto bene.
Pubblico Ministero - Perché?
Teste N. P. - Eh, io sono un fruitore del bosco, un fruitore della natura. Sono nato lì, vivo lì. E sono sempre in giro per quelle montagne a fare passeggiate e... Quindi lo conosco praticamente da quando sono ragazzino. Il fosso di Cannaticce è quello che poi chiamiamo fosso d’Erci, diciamo così.
Pubblico Ministero - Senta una cosa, era un fosso con acqua, con portate d’acqua?
Teste N. P. - Quello era un fosso che non ha mai conosciuto secca, neanche nelle estati più siccitose. É sempre stato un fosso che fra l’altro era classificato a salmonidi. Ci sono ancora i cartelli paradossalmente rimasti affissi sulle piante. Acqua classificata a salmonidi.
Pubblico Ministero - Perché ci dice "paradossalmente"? perché c’è il fosso?
Teste N. P. - Paradossalmente, perché il fosso praticamente, escluso che nei periodi di piovosità, quindi autunno-inverno, durante i quali c’è un minimo di corso d’acqua, appena smette di piovere, appena smette di nevicare, 10-15 giorni dopo dell’evento meteorico, diciamo, il fosso rimane completamente secco.
Pubblico Ministero - Senta, salmonidi, quindi trote?
Teste N. P. - Sì.
 
 
RAMPOLLI O FRASSINETA
 
Pubblico Ministero - Senta, anche nel fosso Rampolli si pescava?
Teste N. P. - Sicuramente.
Pubblico Ministero - No, lì ha fatto un riferimento ai salmonidi, cartelli...
Teste N. P. - Sì, sì, sì. No, c’erano anche i gamberi, di questo sono sicuro, perché da ragazzi, insomma, ci si andava su questi fossi, ecco. Anche i gamberi.
Pubblico Ministero - Era stagionale il fosso Rampolli?
Teste N. P. - No, era perenne come... come il Cannaticce. Fra l’altro c’è un fenomeno... cioè, lì c’è un fenomeno tuttora in atto. Cioè, lì c’erano due livelli di sorgenti. La sorgente più bassa denominata Rampolli che forniva acqua all’acquedotto; e più in alto ci sono ancora delle sorgenti chiamate proprio Frassineta, Faggione uno, Faggione due, eccetera, che sono ancora attive. Perché quelle fanno parte evidentemente di un livello superiore. Il decorso del fiume, fino ad un certo punto esiste, diciamo; poi, ad un certo punto c’è una frattura beante. I geologi la chiamano così....
Pubblico Ministero - Ecco...
Teste N. P. - Quest’acqua si infila in questa frattura e infila in galleria. Sono state fatte anche delle prove con dei coloranti, quindi... Saranno agli atti, penso, queste cose. Da lì in giù il fosso è completamente secco.
 
 
VECCIONE
 
Pubblico Ministero - Lei vicino alla sua proprietà c’ha il torrente Veccione?
Teste R. T. - Veccione, preciso.
Pubblico Ministero - Ci può fare un po’ la storia, per quello che si ricorda, dal ’98 ad oggi del corso d’acqua? Visto che lei va per funghi in zona.
Teste R. T. - È due anni che si è seccato.
Pubblico Ministero - Eh, quindi da due anni non c’è più, c’è solo il letto.
Teste R. T. - Nell’estate. Anno di là proprio completamente, che anzi c’era trote morte, quest’anno è rimasto qualche pozzettina nei posti un po’ più fondi ...
 
 
FOSSO CATERINA
 
Teste A. B. - Fosso Caterina.
Pubblico Ministero - Perenne?
Teste A. B. - Sempre, sempre esistita.
Pubblico Ministero - Estate e inverno?
Teste A. B. - Certo.
Pubblico Ministero - Dava acqua a tutto il paese?
Teste A. B. - Dava all’orto … si faceva tutto.
Pubblico Ministero - Tutto quello che c’era bisogno, e il fosso Caterina …
Teste A. B. - C’era i gamberi, c’era i pesci … son morti tutti, via.
Pubblico Ministero - Com’è oggi la situazione? C’è ancora questo fosso?
Teste A. B. - Il fosso c’è ma l’acqua … però l’inverno un po’ ritorna, quando arriva a maggio, giugno, specialmente quando c’è gli inverni secchi smette.
Pubblico Ministero - E’ diventata stagionale insomma?
Teste A. B. - Eh, sì.
Pubblico Ministero - Ma siccome penso ci sia una differenza tra uno stagionale e uno perenne, lei ha fatto riferimento ... non so se lei pescasse ... a gamberi e pesci?
Teste A. B. - Sì.
Pubblico Ministero - Ci sono ancora?
Teste A. B. - No, sono spariti.
Pubblico Ministero - Eh, andando via l’acqua …
Teste A. B. - Andando via l’acqua sono morti.
 
 
FOSSO CASTELVECCHIO
 
Pubblico Ministero - Senta, ci sa spiegare se esiste anche un fosso Castelvecchio o è lo stesso che è il fosso Caterina?
Teste C. D. - No, esiste un fosso, esisteva anche un torrente dove addirittura c’erano i pesci… guardi, è morto mio marito nel ’98, aveva portato nel ’97 trote, gamberi… perché lui era appassionato di pesca… e s’è seccato il fosso, sono morti tutti i pesci, insomma c’è proprio una mancanza di acqua anche nei fiumi, nei torrenti.
 
 
CERRETANA E RAMACCIA
 
Teste B. D. - Totale estinzione. Noi avevamo anche due torrenti, uno al confine della proprietà e uno anche all’interno della proprietà, tutti e due classificati al genio civile, scomparsi.
Pubblico Ministero - I nomi.
Teste B. D. - Cerretana e Ramaccia.
Pubblico Ministero - ‘Classificati’ che cosa vuol dire?
Teste B. D. - Quando un torrente è classificato al Genio Civile significa che è considerato un corso d’acqua perenne.
Pubblico Ministero - Quindi, allora, classificato sotto il punto di vista del Genio Civile, perché poi ci sono le classificazioni per i pesci, per le acque, per la qualità…
Teste B. D. - Anche sotto l’aspetto dei pesci, tant’è vero che uno dei coltelli che si girano nello stomaco è vedere i cartelli con scritto ‘Acque classificate a salmonidi’. E uno si domanda quali acque.
 
 
ERCI
 
Teste C. E. - Ma voglio dire, piccolo aneddoto, visto che era presente anche l’assessore provinciale, perché la provincia mi risulta che abbia delle competenze specifiche in materia di tutela biologica delle acque, gli feci osservare che sul torrente Erci prosciugato completamente, c’erano ancora i cartelli della provincia che dicevano: ’acque per la pesca dei salmonidi’, ecco.
Pubblico Ministero - E non c’era più il fiume.
Teste C. E. - Non c’era più il fiume. Ma i cartelli erano rimasti.
Pubblico Ministero - Eh, e che risposte ha avuto?
Teste C. E. - Non ebbi risposta.
 
 
ENSA
 
Teste C. E. - Sì. Ora non tutte. Io ci vivo sul territorio e vivo tra l’altro direttamente su uno dei torrenti che sono stati impattati.
Pubblico Ministero -Che sarebbe quale, scusi?
Teste C. E. - Che sarebbe il torrente Ensa che è l’unico che, sia pure con metà delle acque che aveva prima, ancora sopravvive. [...] La mia diretta conoscenza è la scomparsa del torrente Erci, la scomparsa del torrente Farfereta e l’impoverimento grave con gli effetti sulla fauna. Per esempio, nell’Ensa era ricchissima di gamberi di fiume. Il gambero di fiume ora con l’attuale portata non sopravvive più.
 
 
(1) Consulente tecnico.
(2) Guido Bollettinari, consulente tecnico di CAVET.
(3) Acronimo del progetto “Tutela delle Risorse Idriche nella Montagna Mugellana” (Istituto Nazionale per la Ricerca sulla Montagna, Comunità Montana del Mugello, Università degli Studi di Firenze, Istituto di Agrometeorologia e Telerilevamento applicati all’Agricoltura).

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