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Grecia, votata l’austerity ma il popolo non ci sta

Piazza Syntagma è l'epicentro di una guerriglia urbana. Centomila persone in strada per protestare contro le manovre assassine di Papademos. In fiamme le sedi di due banche e un caffé "Starbucks". Incurante della protesta, il Parlamento approva il pacchetto. E i manifestanti approvano i black bloc.

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Fiamme, scontri, disordini
: potrebbe essere lo scenario dell'ultimo film apocalittico avente ad oggetto il famigerato ventuno dicembre prossimo, ed è invece il report della notte di protesta che ha messo a ferro e fuoco Atene

Le manovre proposte dal governo Papademos, per evitare il famigerato default e l'eventuale uscita dall'area Euro, impoveriscono ulteriormente un paese già ridotto al lastrico. Il pacchetto varato nella notte prevede una serie di condizioni peggiorative indispensabili per ottenere dall' UE-FMI il prestito di circa 130 miliardi di euro: nuove imposte, riduzione dei salari, tagli al settore pubblico, fine delle tutele per i lavoratori del settore privato. 

E' una sorta di fascismo finanziario, una dittatura di potere che non basa la propria forza sulla repressione militare ma sull'annientamento dei diritti civili e del moribondo stato sociale. A poco valgono i continui richiami all'inettitudine della classe politica che ha governato il paese, pronta ad ingrossare le fila del pubblico impiego pur di garantirsi consensi e voti: il delitto che si sta consumando ai danni del popolo greco è tra i più efferati che la storia recente ricordi. 

Si chiede ad una comunità umana, tra le più prolifiche della cultura antica, di soccombere alle richieste di un'Europa che l'antica Grecia contribuì a fondare e che la finanza sta lentamente disfacendo. 

La paura del default e del ritorno alla dracma ha imposto misure terzomondiste, che trovano in un banchiere ed un parlamento compiacente gli esecutori di un disegno volto alla schiavitù finanziaria di Atene, benché una dottrina minoritaria identificava proprio nel ritorno alla vecchia moneta (debole e svalutata, per cui astrattamente in grado di attirare investitori stranieri) una possibilità di salvezza per il paese.

La Grecia versa in uno stato di perenne recessione (in quattro anni il prezzo dei carburanti è quasi raddoppiato, la crisi dei consumi affligge il paese) e le prospettive di crescita per il futuro sono prossime allo zero: il debito è destinato a crescere, un paese in recessione non potrà produrre nuova ricchezza che, quantunque prodotta, servirà esclusivamente a coprire gli interessi. 

Comprensibilmente, ad Atene, monta la protesta: alcune fonti parlano di analoghi movimenti a Patrasso, Salonicco, Corfù. 

Ma è il cuore della capitale ad essere teatro di incidenti tra la polizia, in assetto antisommossa, ed i black bloc, frangia estremista del movimento "No Global". Questa volta però, secondo fonti vicine alla televisione di stato greca, il popolo plaude alle manifestazioni di violenza concretizzatesi in lanci di oggetti, scontri corpo a corpo, incendi ai palazzi delle banche e di un caffè Starbucks: un'esplosione di violenza motivata dal clima di esasperazione in cui versa il popolo greco, vessato da politici incapaci, banchieri ed imperialisti del terzo millennio che indossano l'abito buono dei paesi con l'economia "forte".

Non sono sporadici i casi di bandiere tedesche bruciate dinnanzi alle telecamere, a voler identificare nella Merkel la prima responsabile di questo default "di fatto" del paese (difficilmente il paese riuscirà a riparare all'ulteriore debito contratto con il Fondo Monetario, ponendosi di fatto in una posizione di totale sudditanza alla finanza).

Difficile avanzare previsioni sull'evolversi della situazione, di certo l'aver espulso dall'aula una buona parte dei deputati che hanno votato contro l'impopolare provvedimento non giova all'immagine di una democrazia sull'orlo del precipizio, dove è indispensabile dipingere le misure come "indispensabili" per provare ad ottenere il favore del popolo.

Ma questa volta i greci non ci stanno. E tutta l'Europa, quella dei popoli, parteggia per loro.

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