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 Home page > Tribuna Libera > Gli spazi della democrazia

Gli spazi della democrazia

Democrazia non vuol dire che esistono aree nello stato al sopra della legge e al riparo da critiche. Democrazia non vuol dire che i poteri su cui si regge lo stato non sono indipendenti e ne esiste uno che sta sopra l'altro.

Democrazia vuol dire che questi poteri possono mettere il naso sugli affari dell'altro. La politica può chiedere conto delle azioni della magistratura. La magistratura può fare indagini sulla politica, senza zone franche. Il parlamento, gli eletti del popolo, possono vigilare su esecutivo, su magistratura, sui poteri dello stato.

Democrazia significa avere un senso etico, rispetto per la cosa pubblica, sentirsi ed essere trasparenti, mettersi a servizio degli altri e non mettere gli altri a servizio di se stessi.
 
Democrazia è quanto di più distante dal feudalesimo baronale a cui molti stanno cercando di riportare il paese: il potere tramandato da padre in figlio. Potere che non concede spazi a domande, a critiche, ad essere messo sotto processo.

Se questa è democrazia, stiamo assitendo in queste settimane ad un restringimento degli spazi in cui dovrebbe vivere.

Mi riferisco alla vicenda delle telefonate tra Mancino e il Quirinale, e le intercettazioni (al momento presunte): la difesa d'ufficio di certi giornali (e la libertà di informazione) e dei partiti della maggioranza.
Mi riferisco ai 29 decreti finora presentati dal governo tecnico. Al ruolo che in questo momento sta assumendo il parlamento.

A cosa si sono trasformati i partiti in parlamento: piccoli potentati, difensori dei loro interessi privati piuttosto che degli interessi pubblici. Che si tratti di avvocati, farmacisti, televisioni, grandi costruttori o altro.

La legge elettorale da modificare in fretta, per sbarrare la strada alle liste civiche e garantire la continuità dei grandi partiti. Le concessioni televisive prorogate per altri venti anni alla faccia della banda larga e della libera concorrenza.

Al documento dei 15esponenti del Partito democratico, che chiedono un Monti bis e che la sua agenda venga prorogata anche dopo il 2013:
«Intendiamo promuovere nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perchè obiettivi e principi ispiratori dell'agenda del governo Monti - collocati dentro un disegno almeno decennale di cambiamento del Paese - possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima».
 
E la volontà dei cittadini?
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.96) 11 luglio 2012 11:50
    Damiano Mazzotti

    Quasi tutti i politici occidentali hanno iniziato a fare tutto quello che fannno le classi dirigenti corrotte in Africa e nel Medio Oriente: svendono la salute, il denaro, i diritti e l’ambiente alla multinazionale miglior offerente. Preparatevi a dieci anni mondiali di lacrime e sangue quasi al livello delle dieci piaghe egiziane come raccontate nella Bibbia che è uno dei grandi libri di storia di una civiltà mediterranea.

    Forse le persone torneranno a girare col coltello in tasca...



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