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Gli Islamici sono stranieri come Noi: Uguali & Diversi.

La pubblicazione che mi accingo a descrivere, “Stranieri come noi” (Aliberti Editore, 2008), è stata tratta dagli atti del Primo Festival delle Culture, organizzato in occasione dell’anno europeo per il dialogo interculturale (2008). L’evento “Uguali_Diversi”, promosso dalla Provincia di Reggio Emilia e dai Comuni di Luzzara e Novellara, trattava dei fenomeni della migrazione, e dei difficili e cruciali temi che accendono gli animi e le coscienze della popolazione italiana: soprattutto nei confronti degli immigrati di origine islamica.

L’autore è Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, che con i suoi interventi ha cercato di proporre delle strategie per il confronto, l’integrazione e la condivisione.

Questa è la sintesi del suo pensiero: per i cristiani, “l’altro” religioso è da quattordici secoli l’islam, ma il rapporto non è simmetrico. Infatti il Corano asserisce e proclama che il cristianesimo fa parte dell’islam, in quanto l’islam si è innestato su ebraismo e cristianesimo, e ne è quindi l‘autentica espressione: l’islam si considera la continuazione della rivelazione di Gesù “profeta dell’islam” (Enzo Bianchi).

Per la cultura islamica, il vangelo è stato “alterato” o arricchito di definizione teologiche metafisiche, prima dall’apostolo Paolo e poi principalmente dalla chiesa (Costantino, concilio di Nicea, ecc.), creando la figura del Gesù della fede cristiana diversa da quella del “loro” Gesù storico. Sicuramente la chiesa cattolica dovrebbe ammettere che c’è stata un’eccessiva inflazione di burocrazia ecclesiastica, di dottrine e di dogmi, e dovrebbe eliminare questi eccessi che stanno tuttora allontanando i credenti più veri e spontanei. Pensiamo a quando si discuteva del sesso degli angeli.

L’ingegneria teologica estrema serve solo a far carriera a qualcuno che con conosce il mondo naturale e reale (quello creato da Dio), ma che conosce solo il modo metafisico di utilizzare il tempo, dato che non ha bisogno di sudare e lavorare per mangiare (un po’ come i politici che non sapendo mettersi d’accordo sulle cose importanti e difficili passano il tempo a cambiare i sensi unici delle città, decidono i piani regolatori in base agli interessi delle persone più ricche e potenti, e mettono i limiti di 50 o 70 km orari in strade e tangenziali a 2 o 3 corsie, così possono far guadagnare a provincie e comuni i soldi delle multe). Es. Gesù ha detto che nessun uomo deve interferire nelle scelte d’amore tra uomo e donna, e gli uomini della Sacra Rota vogliono fare i giudici.

A mio parere, il Tabù dei Tabù, che gli tutti gli esseri umani della terra non vogliono affrontare, è questo: Dio è il Respiro della Nuvola Creatrice dell’Universo e non ha creato la religione (ebrei e musulmani non si sono mai nemmeno sognati di poter raffigurare Dio). La religione che si vive in ogni paese della terra è stata costruita e ricostruita dagli uomini nel corso della loro storia. Ma gli uomini sfruttano e disprezzano il mondo naturale e osannano la loro religione a seconda del paese, dei genitori e delle persone che li hanno educati: non amano Dio, amano la loro fede religiosa e se stessi. Infatti ogni cultura ha i propri usi e costumi religiosi a seconda delle varie condizioni ambientali (pensiamo ai danni mortali provocati dall’alcool in luoghi caldissimi e desertici con poca acqua, ai vantaggi dell’evitare il contatto con parassiti come la tenia che si trova nella carne di maiale, o la facile macellazione e rapido consumo di animali di taglia media e piccola), storiche (personalità religiose influenti, ecc.), economiche (meglio non mangiare carne di maiale se non si hanno le ghiande e l’acqua per allevarlo e così si evita anche di acquistarlo) e politiche (le guerre civili e di conquista dei sovrani).


Ci sono poi stati papi e profeti che hanno comprato donne, e hanno ucciso e violentato. Perciò gli uomini religiosi di oggi, commettono gli errori del nostro tempo… E Dio non è di certo il regista di questi accadimenti terreni. Inoltre non c’è nessuna prova del fatto che le varie regole religiose siano state dettate da un Dio, ma c’è ne sono centinaia che certificano il contributo di centinaia di esseri umani, che si sono succeduti nel corso degli ultimi tremila anni (e a qualcuno può aver “fatto comodo avere delle visioni inconsce” e riferirsi a Dio per aumentare la propria influenza sulla popolazione che stentava a seguirlo).

Nella pratica le sole regole religiose utili e valide rimangono gli antichi dieci comandamenti (che possono essere sintetizzate in ama il prossimo tuo come te stesso) che tra le altre cose sono condivisi dalle tre principali culture e religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo, Islamismo). E dato che la conoscenza umana aumenta anche in base alle nuove tecnologie, tante vale che le prossime regole religiose vengano suggerite da chi ha studiato l’uomo, le tecnologie e la società in maniera molto approfondita, chiaramente rispettando il principale principio religioso: lasciare agli altri quella libertà di pensiero e di azione, che è stata affidata da Dio a ogni singola persona (il libero arbitrio che viene ogni giorno magnificato nella teoria e impedito nella pratica). Che dire ancora dell’invenzione molto fondamentalista e recente, del dogma dell’infallibilità papale nelle questioni di fede, che non ha nessuna base teologica, poiché il pontefice è un essere umano come tutti noi e la figura del papa ha raggranellato numerose cantonate nel corso dei secoli, di cui la più famosa è quella avvenuta con Galileo (e poi inquisizioni, roghi, torture, guerre, amanti, ecc.). 

E bisogna anche ricordare che fino al 1860 circa, il papa dava il benestare per la pena di morte. Del resto Gesù, che conosceva gli uomini meglio di uno psicologo disse a Pietro: “Prima che il gallo canti tu mi tradirai tre volte” (direi un ottimo inizio per colui che aveva il compito di rappresentare la chiesa), e in polemica con gli scribi e i farisei affermò: “Avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione”. Stranamente poi, il vangelo non parla del periodo vissuto da Gesù dai 14 ai 30 anni circa: sarà stata una forma di censura? E come mai agli studiosi non è permesso accedere liberamente agli enormi archivi vaticani?

Comunque per i cristiani, l’islam non si può inglobare nel cristianesimo, è una realtà estranea e non necessaria: anzi può essere letto come un’eresia quando “nega la divinità di Gesù e l’unicità della salvezza in lui. L’islam resta un “enigma” con la sua pretesa di profezia successiva al pieno compimento della rivelazione di Dio in Gesù Cristo” (Enzo Bianchi). 

E’ solo col dialogo che si può dare la possibilità all’islam di usare la critica storica e le scienze dell’interpretazione letteraria e teologica, “nei confronti dello “sta scritto” del Corano e della sua tradizione. I musulmani ritengono “increato” il testo del Corano, ma questo non impedisce loro di cogliere alcuni passaggi come riflessioni storicamente datate e quindi, suscettibili di riletture, anche alla luce dei metodi forniti oggi dalle scienze umane” (Enzo Bianchi): “Il Corano non si spiega da solo”, osserva Soheib Bencheick, già gran muftì di Marsiglia, “non tiene conferenze, non parla. Ci sono uomini e donne che lo interpretano: se le interpretazioni sono diverse, tanto meglio, a condizione che nessuna di esse si imponga sulle altre fino a proibirle” (tra le altre cose il linguaggio poetico delle prime forme di scritture era bello, crudo, semplice e incisivo, ma spesso risultava anche impreciso e riduttivo).

E poi si può trovare una Sura (versetto) che afferma una cosa e un’altra che afferma la cosa contraria: del resto la vita dell’uomo è sempre stata piena di contraddizioni e ambiguità. Ad esempio la Sura V afferma: “tu troverai che gli uomini più vicini ai credenti sono quelli che dicono “noi siamo cristiani” e troverai tra loro monaci che non sono gonfi d’orgoglio”, mentre la Sura LVII e la stessa Sura V affermano che i cristiani sono condannati come non osservanti la vera fede, come credenti tra cui Dio ha messo ostilità e odio. Anche la teologia cristiana ha le sue contraddizioni: si parla dell’onnipresenza e onnipotenza di Dio, e poi si afferma che c’è un inferno sotto il potere esclusivo di Satana (e quindi senza la presenza di Dio). Si descrive un Dio unico che appare sotto tre forme: Padre, Figlio e Spirito Santo. Sono i misteri della teologia cattolica.

Come il cristianesimo, “l’islam dei musulmani di oggi non è un’isola culturale, è un fenomeno globale che subisce la globalizzazione e ne partecipa: secolarizzazione e ritorno alla religione, neofondamentalismo e globalizzazione, perdita dell’evidenza religiosa ed emergenza di una religione” (Olivier Roy, islamologo). E il cuore stesso della spiritualità islamica “è negata dall’islam politico quando giustifica violenza e attentati, quando predica il conflitto con l’occidente, quando invoca lo scontro di civiltà” (Dalil Boubaker, rettore della grande moschea di Parigi).

Ma io mi chiedo: perché qualcuno di questi importanti uomini religiosi non dà l’esempio per primo e toglie uno dei tanti dogmi che impediscono le comunicazioni e le relazioni tra le diverse religioni… Se le pacifiche e diverse autorità religiose non riescono ad andare d’accordo o trovare punti in comune, come possiamo pensare possa riuscire più facile la convivenza a lungo termine tra la popolazione civile che ha fedi, culture e comportamenti troppo diversi tra di loro?

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