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Giornata Diocesana della Legalità a Messina

Si preannunzia alla Galleria Vittorio Emanuele di Messina, per lunedì 23 maggio alle ore 18,30, la manifestazione per la Giornata Diocesana per la Legalità, organizzata dall’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali ed il Lavoro, diretto da don Sergio Siracusano.

Folta la pattuglia dei relatori, estremamente qualificati, che si confronteranno con Don Pino Demasi, vicario generale della Diocesi di Oppido-Palmi e fondatore della cooperativa Valle del Marro – Libera Terra :

  • Il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca;
  • L’assessore comunale al patrimonio Franco Mondello;
  • L’assessore regionale all’Istruzione ed alla Formazione Mario Centorrino;
  • Il sostituto procuratore della DDA di Messina Fabio D’Anna;
  • Il docente di Storia contemporanea presso l’Università di Messina Luigi Chiara;
  • Il presidente di Confindustria-Messina Ivo Blandina;
  • Il presidente della Federazione anti-racket Pippo Scandurra;
  • Il presidente dell’associazione anti-racket di Messina Mariano Nicotra;
  • Il presidente del comitato AddioPizzo di Messina Enrico Pistorino.

Quello della criminalità organizzata dedita alle estorsioni ed all’usura è uno dei buchi nel Pentolone dell’economia meridionale, che non lo fanno bollire e che gli impediscono di creare lavoro e benessere al Sud. La teoria del Pentolone con i buchi è dell’economista Paolo Savona ed è l’unica, sinora, che sia riuscita ad azzeccarci nel cercare di capire la Questione Meridionale.

Certamente quello delle estorsioni non è l’unico buco nel pentolone: vi sono anche familismo, clientelismo in politica, corruzione nella Pubblica Amministrazione, distrazione di pubbliche risorse da parte di privati, e così via dicendo.

Proprio pochi giorni orsono il ministro Giulio Tremonti, in occasione di un convegno organizzato dall'Osservatorio Giovani-Editori, ha avvertito che il problema per la crescita italiana è il Sud e che pesa anche un'economia illegale che ha ancora una quota rilevante nel Paese.

Il ministro, però, non ne ha ricavato che, se tutto questo accade malgrado centocinquanta anni di Cassa per il Mezzogiorno, di Intervento Straordinario per il Mezzogiorno, di Piano per il Sud, ebbene ciò vuol dire che Cassa per il Mezzogiorno, Intervento Straordinario per il Mezzogiorno e Piano per il Sud non hanno affrontato i veri problemi del Meridione, ossia non hanno tappato i buchi del suo Pentolone economico, riducendosi ad interventi palliativi con grave spreco di pubbliche risorse. E bisogna anche chiedersi quali sono i soggetti che ostacolano un intervento serio ed incisivo sulla realtà meridionale civile, politica, economica, umana perché proprio da questo stato di cose traggono enormi guadagni personali; al punto di giungere all’omicidio, come quello di don Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo.

L’esempio positivo sul contrasto alle estorsioni ed all’usura è nato in Sicilia, e precisamente con l’associazionismo di Capo D’Orlando. Il suo successo è dovuto a questo: il problema affrontato non è problema individuale, bensì un problema collettivo e, pertanto, si è ricercata una soluzione collettiva e non una soluzione individuale. Da ciò l’associazionismo ed il suo successo, associazionismo che è pienamente concorde con il principio di sussidiarietà, uno dei principi fondanti della Dottrina Sociale della Chiesa.

A parere del vostro cronista, il positivo esempio della lotta alle estorsioni deve spronare i cittadini del Meridione ad affrontare sempre con il medesimo principio di sussidiarietà gli altri problemi sociali, nel senso di non attendersi la loro soluzione dalle sole Autorità del governo centrale per il semplice motivo che queste, da sole, non possono fornirgliela. E’ necessario il concorso di tutti per chiudere i buchi del pentolone, usando la tecnica dell’associazionismo o altre tecniche collettive similari. Proprio come si sta felicemente facendo con il buco dell’estorsione e dell’usura.

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