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Giornalismo: a qualcuno piace lento

Presentato al festival internazionale di Perugia lo slow journalism Reportage Italia.

Quando le immagini ed i suoni ambientali narrano un avvenimento con una narrativa potente, ma non amplificata, illuminata e non sbiadita, il testo vale come l’orazione: si disperde. Ciò che resta rimane storia, con un valore attuale, intatto per i posteri anche a distanza di decenni. 

Il progetto dalla cifra ambita, è stato presentato al Festival Internazionale del Giornalismo con il battesimo di reportageitalia.it. La sala Raffaello dell’Hotel Brufani, fra le principali location della manifestazione perugina, è risultata di colpo piccola per una nutrita e giovane platea. Cresciuta oltre le aspettative per uno dei panel piu innovativi del festival e non solo per la presenza del volto noto alla conduzione: Lucia Annunziata.

La popolare editorialista della Stampa, e conduttrice televisiva su Rai3 (In mezzora) ha appoggiato, lo scorso venerdì 14 aprile, l'iniziativa del collettivo di giovani giornalisti, fondatori di reportageitalia.it, diretti da Laura Eduati.

La giornalista romana insieme ai colleghi Angela Maura (redazione politica) ed Emiliano Mancuso (fotografia) ha esposto il brand del progetto, offrendone alcuni spunti tratti da alcuni servizi già pubblicati. Lampedusa, Rosarno, Mirafiori: temi trattati da tutti i network nazionali. L'attitudine a entrare nelle storie umane di sconosciuti individui che affastellano le pieghe di drammi e sofferenze è altra storia. “..Siamo partiti nel 2009, totalmente autogestiti e senza un editore anche se lo stiamo cercando..” - spiega il direttore Eudati che aggiunge “..ci occupiamo di storie dell'Italia di questi anni, non abbiamo un taglio politico, vogliamo semplicemente raccontare. Reportageitalia è un sito giornalismo web. Noi lo chiamiamo “slow journalism”, giornalismo lento, perchè stanchi di rincorrere la notizia...” Una speranza di fare un approfondimento più grande e bello, grazie all'apporto di tanti giovani che al momento operano anche gratuitamente.

Angela Mauro incentra l'attenzione sulla fatidica giornata del 14 dicembre 2010, giorno del voto di fiducia al governo Berlusconi, nel momento di massima incertezza circa il futuro dell'esecutivo. Il racconto, assemblato dai filmati in bianco e nero delle votazioni a Montecitorio s'intreccia con le voci ambientali della più dura sommossa della piazza romana, avvenuta dopo gli anni settanta. Il risultato è (con avveduta sensazione) un capolavoro pasoliniano. Non per caso una delle foto che ritrae una particolare espressione del premier, circondato da sgomenti colleghi, ha vinto il terzo premio al Picture of the year (immagini del mondo) di Washington. Un esperimento, il reportage ricordato, che attua un esempio di “audio slide show”, un seriale fotografico commentato dal rumore di sottofondo. 



Lucia Annunziato ha abbracciato con entusiasmo lo slow journalism dei giovani colleghi citando i suoi 41 anni di attività alle spalle, immacolati nel computo di denunce e/o avvisi di garanzie, un risultato non da poco, in questi tempi strillati e confusi. “...Un mestiere è un mestiere, legato al prodotto, fatto di regole..” attacca l'ex presidente Rai, evocando la straordinaria esperienza legata alla nascita di Ap.Biscom.

Un ricordo legato soprattutto alla selezione di tanti giovani sino alla assunzione di un gruppo importante di ottanta unità. Nella sua analisi l'Annunziata raccomanda ai tanti aspiranti cronisti presenti, di non farsi prendere dall'ansia di emergere a tutti i costi, né optare per la già folta schiera dei giornalisti “celebrity”. Personaggi narcisi, trasversali nel colore politico, utili a compiacere il gusto del pubblico, piuttosto che servirlo in una corretta informazione. Un mestiere, quello del giornalista italiano, che paga senza dubbio lo scotto di un mercato asfittico e privo di editori puri. Privi di capitale e per questo ancor più non affrancati dal potere del credito bancario o di altri interessi industriali distanti dalla informazione indipendente. Non per questo la cronista di origine campana, declinerà l'invito ad impegno forte, dove non può mancare anche una quota di arte e poesia, come in tutte le professioni. E tra le righe finali di consigli e incoraggiamenti ai ragazzi che vorrebbero imitarla, già s'intravvede l'accenno di un meditato ritorno a nuovi orizzonti editoriali. Non è l'ansia di prestazione, proprio per questo lo “slow” è il giornalismo che più le aggrada: l'approfondimento e la riflessione per ripartire dopo la domenica, con una nuova settimana.

Buon lavoro Italia.

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