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Giocare a bingo rallenta l’invecchiamento

Diversi studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che giocare a bingo è estremamente salutare per le persone anziane. Il gioco può ridurre in modo significativo i rischi di disabilità sia cognitivi che fisici.

Giocare a bingo rallenta l'invecchiamento

Le capacità richieste da un giocatore di bingo costituiscono un ottimo allenamento mentale per combattere la demenza senile. Questo deterioramento mentale, che colpisce gli anziani, si manifesta con la perdita della memoria a breve termine e confusione generale.

Il gioco del bingo, anche quando condotto in centri sociali per gli anziani, è comunque un gioco che si svolge a ritmo piuttosto sostenuto e che richiede molta attenzione e concentrazione da parte di chi lo gioca. Non a caso durante il gioco è obbligatorio mantenere il massimo silenzio. Questo permette sia al direttore del gioco che ai giocatori stessi di non confondersi durante l’annuncio dei numeri estratti.

I giocatori di bingo devono quindi in brevissimo tempo captare il valore del numero estratto, guardare i numeri delle loro cartelle e contrassegnare eventuali coincidenze. Questo richiede sia un’ottima coordinazione fra le informazioni visive e i movimenti delle mani che una mente “scattante” pronta di riflessi e capace di riconoscere forme estrutture.

Oltre ai benefici sul piano cognitivo, il bingo aiuta a mantenersi più sani sul piano fisico. L’influenza, in questo caso, è prettamente psicologica. Il bingo è da sempre un gioco di società in cui la componente redditizia è minima. Le puntate al bingo sono sempre molto ridotte e così anche le vincite. Il bingo è prima di tutto, sopratutto per gli anziani, un’occasione d’incontrarsi e di divertirsi in gruppo.

Condurre un’attività sociale ha un’influenza diretta sulle capacità motorie di una persona anziana. A parte la prontezza di movimento delle mani richiesta dal bingo, il ritrovarsi fra altre persone e il socializzare dà agli anziani la sensazione di essere attivi. Questa sensazione si esprime nel mantenimento di facoltà fisiche molto migliori rispetto a chi non prende parte ad attività sociali.

In uno studio pubblicato sull’ “Archives of Internal Medicine”, la conclusione non lascia dubbi: una minore partecipazione in attività sociali è direttamente associata ad un ritmo più veloce di declino delle attività motorie nella terza età. I dati riportati nella ricerca hanno mostrato che mantenersi attivi socialmente, e quindi fisicamente, diminuisce del 40% le probabilità di morire e del 65% le probabilità di essere affetti da infermità fisica.

Gli ultimi studi sugli anziani dimostrano quindi che il famoso detto latino di Giovenale “mens sana in corpore sano”, che oggi viene usato intendendo che buone facoltà mentali sono associate alla salute corporea, è altrettanto valido anche in forma “corpore sano in mens sana”.

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