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Giappone: un mese fa il terremoto che ha cambiato il mondo

Tokyo, 11 apr 2011 - Una scossa di 7.1 gradi ha colpito Iwaki, nella prefettura di Fukushima, ed è stato lanciato un allarme Tsunami. La scossa è avvenuta alle 17.17, locali (le 10:17 in Italia). Esattamente un mese fa la stessa zona era stata colpita dal devastante sisma di 9 gradi, seguito da uno tsunami. Per quanto riguarda l'allarme tsunami, la previsione è di onde alte 1 metro nella prefettura di Ibaraki e di mezzo metro a Fukushima e a Chiba. I dipendenti della centrale di Fukushima sono stati evacuati dopo la nuova forte scossa di terremoto.

Il Giappone ha deciso oggi di estendere la zona di evacuazione intorno alla centrale nucleare di Fukushima, attualmente fissata ad un raggio di 20 chilometri dal sito. Lo ha annunciato un portavoce del governo.


 

UN MINUTO DI SILENZIO PER RICORDARE - Un minuto di silenzio è stato osservato nel nordest del Giappone alle 14:46 (ora locale, le 7:46 in Italia) per ricordare il sisma e lo tsunami avvenuti esattamente un mese fa. All'ora esatta della prima scossa, di magnitudo 9, sono suonate le sirene e la gente si è fermata per osservare un minuto di silenzio per le vittime. Nella città devastata di Kesennuma, dove aleggia un forte odore di morte, i soldati che sono ancora all'opera in mezzo alle macerie per recuperare i corpi hanno interrotto il lavoro. Un ufficiale ha ordinato loro di togliere caschi, mascherine, guanti e di serrare le file, mentre cadeva una fredda pioggia. Concluso il minuto di silenzio i militari hanno ripreso il lavoro. Il terremoto e il successivo tsunami hanno provocato circa 27.000 tra morti e dispersi.

BILANCIO TSUNAMI SUPERA 13MILA VITTIME. LA TRAGEDIA DEGLI ANZIANI - Le vittime del sisma/tsunami dell'11 marzo scorso, che ha devastato il nordest del Giappone, ha superato quota 13.000 in 12 prefetture, attestandosi a 13.013. Sulla base dell'aggiornamento dei dati comunicati in serata dalla polizia nazionale, i dispersi sono saliti a 14.608 nel conteggio di sei prefetture soltanto, escludendo città colpite nella prefettura di Miyagi, quali Sendai, Higashimatsushima e Minamisanriku su cui è pressoché impossibile formulare stime. Oltre la metà delle vittime del sisma/tsunami dell'11 marzo, che ha devastato il nordest del Giappone, aveva più di 65 anni. Sono le stime, redatte sulla base degli elenchi forniti dalla polizia nazionale, del quotidiano Asahi secondo cui solo per un totale di 8.000 persone è stato possibile stabilire l'identità. In 4.398 casi (il 55,4% del totale) l'età era pari o oltre i 65 anni. Al momento il numero complessivo delle vittime è di 12.998, cui si aggiungono 14.691 dispersi. Prima del disastro, la popolazione 'anziana' rappresentava il 25% dei residenti: «molti di loro - scrive l'Asahi - sono morti perché non hanno avuto il tempo di fuggire o non potevano farlo senza l'aiuto di qualcuno dopo l'allarme tsunami». La doppia tragedia è avvenuta nel pomeriggio, con la maggior parte dei bambini che era a scuola: questo ha contribuito a metterli in salvo, in luoghi più sicuri. L'Asahi, infine, ipotizza un bilancio ben più pesante con intere famiglie spazzate via dalla forza dello tsunami, mentre la distruzione degli uffici comunali rende complicato anche la consultazione degli elenchi dell'anagrafe.

SOCIAL NETWORK E IMPEGNO CIVILE - Il tam tam anti-nucleare corre su internet e porta 5.000 persone a manifestare per le strade di Tokyo, secondo gli organizzatori: il numero, invece, superava in serata quota 17.000, in base alle stime dei media nipponici. A un mese dal sisma/tsunami dell'11 marzo e dall'irrisolta crisi della centrale di Fukushima, e con i nuovi rischi corsi agli impianti di Higashidori e Onagawa per la forte scossa di giovedì sera, Twitter, Facebook e Mixi (un popolare social networking locale) diventano il potente mezzo per la chiamata all'impegno civile che mostra segni di continua crescita, considerando che le prime iniziative spontanee hanno registrato a fine marzo una presenza di poche decine di persone.(in home, foto wordpress)

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