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GAIA, Ecoistituto Alex Langer e il maestro Bimbisvegli

Un maestro per fare scuola dal basso che fa rima con pace e nonviolenza. Intervista a Giampiero Monaca (maestro attivista che si ispira a Montessori, Don Milani, Freinet, Freire e molti altri illustri pedagogisti della storia dell’educazione) con il progetto @Bimbisvegli (motto: I bimbi che pensano in grande) a Serravalle d’Asti.

di Laura Tussi 

Giampiero Monaca conduce un progetto condiviso da genitori e alunni e di impronta pedagogica e educativa dal titolo Bimbisvegli, che purtroppo ha incontrato il lassismo e il menefreghismo di alcune istituzioni.

Ma ne parlerà il maestro Monaca in questa intervista inedita e esclusiva per fare il punto della situazione sul progetto Bimbisvegli.

Un progetto in grado di smuovere in tutti i sensi le coscienze di grandi e piccoli sulla necessità di fare scuola dal basso e con i mezzi a disposizione. Quando questi mezzi non vengono investiti nella guerra e per le spese militari e l’addestramento militaresco dei più piccoli, come in epoca fascista. Giampiero, quali motivazioni ti hanno portato a seguire le orme dei grandi della pedagogia?

«Tutto l’avventuroso percorso con le bimbe e i bimbisvegli è nato dalla costante osservazione grata e meravigliata, dei meravigliosi “scatti cognitivi” cui siamo testimoni e in parte artefici insieme alle nostre alunne ed alunni, in classe, quasi quotidianamente. Come maestro ed adulto accompagnatore di questi “cuccioli d’uomo e donna” che crescono, non smetto mai di restare affascinato quando una di loro sviluppa il primo pensiero logico astratto, o uno di loro impara in modo definitivo il valore delle quantità o il senso del tempo. Questo camminare insieme, mi ha portato, sin da subito, a osservare quali e quanto profondi possano essere i pensieri dei bambini su temi sociali o umani, a volte la loro schiettezza disarmata e disarmante ha bisogno solo di piccole rimodulazioni per diventare un progetto o un ideale applicabile alla società, in grado di rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Dice spesso Francesco Tonucci “una società a misura di bambino è migliore per tutti”. Ecco Bimbisvegli è quello spazio intellettuale e fisico, emotivo, cooperativo, aperto, nonviolento, solidale in cui i piccoli sono incentivati a progettare azioni per una società migliore per tutti.

I due pilastri del progetto educativo

Il termine stesso Bimbisvegli racchiude in sé i due pilastri su cui si incardina l’intero intervento educativo.

Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa, ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale.

Ricordandoci del delicato momento evolutivo in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco, ma niente per gioco.

I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.

Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, cittadini del mondo che sarà, importanza e diritto a osservare il mondo, porsi domande, trovare e proporre soluzioni: esprimersi con la consapevolezza di essere ascoltati.

Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità, si presentano personaggi del passato e del presente, che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.

Nani sulle spalle dei giganti della pedagogia

Siamo tutti “nani su spalle di giganti”, i nostri bambini che imparano grazie a noi a guardare un po’ più in là, ma anche noi insegnanti, io per primo non posso che riconoscere con gratitudine che l’esempio e le competenze professionali dei miei genitori (mamma super maestra montessoriana, papà educatore e sociologo) alle esperienze ed all’approfondimento del metodo scout e alle lezioni di pedagogia del professor Remo Fornaca e di psicologia dell’età evolutiva dei professor Rocco Quaglia ed Aldo Bertinetti, hanno rappresentato per me un substrato di metariflessione e di formazione assai fertile.

Bimbisvegli, tra l’altro, è un progetto molto flessibile e può essere praticato in città come in contesto rurale e, praticamente a costo zero, fatto questo non da poco data le ristrettezze dei finanziamenti e la tendenza a sospingere principalmente progetti patrocinati da enti bancari e benefattori che in cambio richiedono, quasi sempre, una qualche complicità con il sistema capitalistico o finanziario.

Bimbisvegli no, è un progetto praticato da persone libere, che mira alla formazione di persone libere, sin da piccoli».

La “linea del tempo dei disobbedienti”

Cosa pensi del sempre crescente impoverimento della scuola a fronte di un investimento della spesa pubblica per il riarmo militare e per incentivare le politiche guerrafondaie dei vari governi?

«L’Italia spende quotidianamente 98 milioni di euro per sovvenzionare l’intero apparato militare del nostro Paese. Quando ricordo questo dato a scuola, solitamente gli adulti sono increduli, i bambini si indignano fortemente.

Grazie all’esercizio della “matematica con i numeri giusti” è facile impostare problemi che evidenziano quanti serramenti isolanti per le nostre scuole, o quante palestre, o addirittura quante scuole o ospedali in paesi poveri si rinuncia a finanziare. Ogni settimana, sopra le nostre teste passano due caccia militari da addestramento che dall’aeroporto di Cameri vanno a quello di Pisa. Con i bambini e le bambine, ricordiamo che solo di carburante viene bruciato il valore di 80.000 dosi di vaccino o di 25 apparecchiature di ventilazione o lo stipendio annuo di 10 infermieri e 5 medici».

Il modello scolastico Bimbisvegli può definirsi un progetto disarmista, antimilitarista, nonviolento e per la pace?

«Certamente lo è nel quotidiano, come si può desumere dagli esempi qui sopra, ma anche grazie ad alcuni strumenti specifici come, ad esempio la “linea del tempo dei disobbedienti” che hanno reso il mondo più bello e in ogni aula è presente una linea del tempo sulla quale vengono inseriti personaggi significativi dei quali via via, la classe prende consapevolezza.

Ogni evoluzione, ogni scoperta, sia a livello storico/sociale, che bio/fisiologico avviene per divergenza dalla norma e dalle consuetudine. Il coraggio di cambiare idea, di scegliere la propria strada, di essere originali con l’obiettivo di trovare soluzioni a situazioni di ingiustizia per rendere il mondo migliore e la società più equa, viene presentato grazie a personaggi del passato ed attuali che lo hanno incarnato: da Antigone a Don Milani, da Yehoshua Ben Youssef a Montessori, da Ipazia a Vittorio Arrigoni, da Luther King a Renato Accorinti, da Greta Thunberg a David Grassi, da Falcone e Borsellino a Peppino Impastato. Tutti trovano il proprio posto, sotto forma di figurine disegnate dai bimbi e poste in questa semplice linea del tempo (posta al di sopra della lavagna), via via che se ne parla in classe, diventando una specie di “pantheon laico” che contemporaneamente permette a tutti di avere continuamente un riferimento etico e storico temporale».

Su YouTube un film girato con gli alunni

In quale personaggio della nonviolenza ti rispecchi maggiormente?

«Non oso accostarmi ad uno o una nello specifico, certamente Rosa Parks e Danilo Dolci, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni…come ho scritto nella dedica del film Antigone, girato insieme ai nostri alunni e visibile su YouTube, a noi spetta soprattutto trovare il nostro personale equilibrio tra il coraggio di ardere, illuminando la strada agli altri e la forza di sopravvivere per raccontare la storia raccogliendo il testimone. Tra Antigone e tra Peppino e Giovanni Impastato, tra M.L.K e Rosa Parks. Una anticipazione: stiamo sottotitolando il film Antigone in ebraico e palestinese, affiancando i titoli in ogni scena, rendendo simbolicamente possibile la visione del film da una platea mista, in una notte di tregua tra fratelli in guerra. È quasi il succo della scuola stessa: imparare la storia passata per riconoscere ed evitare qualche errore futuro».

Come trovi la forza di continuare nonostante il menefreghismo e il lassismo delle istituzioni?

«“Due strade incontrai nel bosco ed io ho scelto quella meno battuta, questo ha fatto tutta la differenza” sarò idealista, ma quando ho ascoltato questi versi di Frost da Robin Williams in “L’attimo fuggente” mi è cambiata profondamente la vita, ed ancora oggi, in tutta questa vicenda di confronto con le scelte di colei che percepisce lo stipendio da dirigente della mia scuola, mi sono reso conto che da sempre ogni mia scelta personale e professionale è sempre stata in qualche modo diretta verso strade alternative, forse per spirito di esplorazione o per creatività, senza giudizio per chi sceglie altri percorsi, sono fatto così.

In un futuro prossimo potremo attivare una innovativa collaborazione che sposa le nostre cause comuni tramite le presentazioni dei libri che trattano di Resistenza e Nonviolenza creativa, dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale con note di Resistenza tra Memoria e futuro per una nuova umanità?

Speriamo davvero, il mondo ha sempre bisogno di costruttori di pace, lo dimostrano, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, gli eventi di crisi internazionale. La pace vera, basata su libertà e giustizia, deve essere sperimentata vissuta, introiettata, con occhi aperti come bimbe e bimbisvegli, che imparano sin da piccoli come funziona il mondo ed imparano per essere cittadini critici ed affidabili, persone felici e solidali, impegnate a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

 

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