G20: I collegamenti Europa Asia e la via della seta
Il collegamento in treno fra Cina ed Europa tradizionalmente passa per la transiberiana. Tuttavia il recente conflitto in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno fatto nascere l'esigenza di attivare altri percorsi.
Uno di questi è stato attivato dalla Nippon Express: un nuovo servizio intermodale tra Cina ed Europa che evita il transito in Russia usando la nave per attraversare il Mar Caspio e il camion (o il treno) dalla Turchia a diverse località europee. I container sono concentrati nel terminal cinese di Xian. Provengono su strada o rotaia da Pechino, Quingdao, Shanghai e Shenzhen. Qua sono imbarcati su un treno fino ad Aktau, porto del Kazakistan sul Mar Caspio. Quindi attraversa tutto il Kazakistan che confina a est con la Cina e a ovest con il mar Caspio. A questo punto, le unità di carico sono imbarcate su una nave sino al porto di Baku, in Azerbaijan.Poi raggiungono Istanbul in treno. Dalla città truca, i container proseguono su strada o su rotaia per Varsavia, Budapest, Duisburg, Monaco e Parigi. Da questi hub possono raggiungere altre destinazioni europee. Da Xian a Duisburg il viaggio dura dai 50 a 55 giorni. La frequenza è di una partenza alla settimana Per il momento l' inconveniente è dato dalla durata del viaggio - quasi due mesi - e dalla bassa frequenza. Il recente incontro del G20 fra le altre cose ha anche trattato la possibilità di intensificare le comunicazioni ferroviarie e marittime fra Europa, golfo Persico e India. Attualmente esiste una linea ferroviaria che collega Istanbul - e quindi l'Europa - con l'India e il Bangladesh. La linea ferroviaria passa per l'Iran e il Pakistan. I convogli dipendono dalla volontà dei vari paesi, in linea di massima interessati al commercio. L'India inoltre ha ereditato dal colonialismo britannico una estesissima rete ferroviaria. La Gran Bretagna dall'India importava enormi quantità di cotone grezzo che lavorava nelle proprie industrie tessili. La Cina invece, che non fa parte di questo progetto vorrebbe aprire un altro corridoio che può collegare la Cina con l'Europa passando a sud del Kazakistan, attraverso le altre repubbliche dell'Asia centrale, percorso di settemila chilometri, mentre quello più a nord è di diecimila chilometri. La Cina sembra interessata a sviluppare quest'ultimo. Normalmente i trasporti di merci dalla Cina all'Europa viaggiano anche via mare e impiegano due mesi. Le linee ferroviarie possono diventare concorrenziali se dovessero impiegare due/ tre settimane. Il memorandum firmato durante il G20 va incontro agli interessi dei paesi del Golfo - che vogliono diversificare le proprie economie - e ai paesi europei. Non precisa però chi finanzierà i progetti. Al momento è una manovra politica condotta abilmente dagli Stati Uniti che tende ad escludere la Cina. È ormai quasi certo che il nostro paese non rinnoverà il memorandum con la Cina, che scade quest'anno. Il nostro paese è interessato ad esportare maggiormente in Cina e a poter entrare più facilmente nel mercato cinese delle infrastrutture e delle grandi opere. Al momento abbiamo solo l'Eni che riesce ad operare in Cina. Mentre preoccupano le acquisizioni della Cina nei nostri porti e la sua presenza nel 5G. L'Italia ha circa milletrecento aziende che operano in Cina, una esportazione in crescita soprattutto nel settore del lusso, agroalimentare, macchinari. Importiamo comunque più di quello che esportiamo. I cinesi hanno acquisito quote di una azienda tedesca, Hhla, che ha acquisito il 51 per cento di una nuova piattaforma del porto di Trieste. Inoltre ha acquisito un proprio porto in Liguria: Vado ligure. L'Italia ha ottenuto attraverso l'Eni importanti concessioni di giacimenti di idrocarburi in Cina. Difficilmente ci verrà però concesso di realizzare un nostro porto in Cina o avere vantaggi di tipo logistico. È chiaro che ci troviamo di fronte un paese che ha un pil che è sette o otto volte il nostro con cui gli accordi rischiano di essere a loro vantaggio. Inoltre in questi anni la guerra fredda è diventata calda e non ci troviamo dalla stessa parte della barricata.
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