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Frustate e condanne a morte: così in Yemen gli huthi puniscono l’omosessualità

Dopo il post di ieri, dobbiamo tornare a parlare della situazione dei diritti umani nello Yemen, dove dall’inizio dell’anno più di 40 persone sono state arrestate, condannate alle frustate o alla pena capitale per il loro reale o percepito orientamento sessuale.

In dettaglio, il 23 gennaio il tribunale di Dhamar ha inflitto nove condanne a morte – sette mediante lapidazione e due per crocifissione – e altre 23 a pene detentive tra i sei mesi e i 10 anni.

Il primo febbraio, il tribunale di Ibb ha emesso condanne a morte per 13 studenti e inflitto frustate ad altri tre.

Nei processi celebrati dai tribunali degli huthi, gli imputati sono stati giudicati colpevoli di “omosessualità”, “diffusione dell’immoralità”, “atti immorali” e “promozione dell’omosessualità”.

Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha analizzato tre video, apparsi per la prima volta sui social media il 24 e 25 gennaio 2024, in cui due persone vengono frustate in pubblico da una persona che indossa una divisa delle forze di sicurezza.

Non è che le altre forze in campo si comportino molto meglio degli huthi.

Tra il 2020 e il 2022, secondo Amnesty International, le forze del Consiglio transitorio del Sud e quelle del governo internazionalmente riconosciuto dello Yemen hanno preso di mira 17 persone con orientamento sessuale, identità di genere o espressione e o caratteristiche sessuali “non conformi”, con arresti arbitrari, tortura, compresa la violenza sessuale, minacce e molestie varie.

 

 

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