Frontex, Polizia d’Israele e Università europee contro le migrazioni mediterranee
“Comprendere l’impatto delle nuove tecnologie, dei social media e delle percezioni all’estero sui flussi migratori e la sicurezza dell’Unione europea e fornire convalidati approcci, strumenti e pratiche di contrasto”.
Con questi obiettivi ha preso il via l’1 settembre 2019 il progetto di ricerca denominato Perceptions, interamente finanziato con i fondi di “Horizon 2020” dell’Unione europea (4.994.652 euro), a cui partecipano le forze di polizia di Israele, Grecia e Bulgaria, diverse università (tra esse l’Alma Mater Studiorum di Bologna e “La Sapienza” di Roma), centri studi sulle migrazioni e le politiche sicuritarie, enti locali e finanche una nota associazione a cui aderiscono centinaia di organizzazioni non governative europee.
Perceptions è uno dei progetti direttamente sponsorizzati e sostenuti da Frontex, l’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea; come il programma Andromeda (finalizzato alla creazione di un sistema di comando e controllo delle frontiere marittime e di scambio di informazioni tra le Marine militari, le Guardia coste e le forze di polizia dei paesi Ue ed extra-Ue), Perceptions vede tra i suoi proponenti il Ministero della Sicurezza Pubblica dello Stato d’Israele.
“I maggiori obiettivi del programma sono quelli di identificare le narrazioni, le immagini e le percezioni sull’Europa che si hanno all’estero e di investigare come esse stesse possono condurre a problemi come le false aspettative, le minacce alla sicurezza o anche alla radicalizzazione”, spiega il pool di ricercatori di Perceptions. “Ma soprattutto si punta a creare toolkit di misure creative e innovative per reagire e anche contrastare questo genere di problemi in considerazione degli aspetti sociali e strutturali”.
“Le odierne teorie sulle migrazioni si soffermano sui fattori di spinta e attrazione”, aggiungono gli attori di Perceptions. “I fattori economici, sociali e politici sono certamente elementi centrali che spingono alla migrazione, e possono spiegare come si creano le aspirazioni a migrare. Altrettanto importante è come i luoghi di arrivo sono immaginati in maniera desiderabile e attrattiva, specialmente se esistono certe false narrazioni che possono influenzare le decisioni sulla migrazione. Grazie a questo progetto si identificheranno le idee sbagliate sull’Unione Europea che si hanno all’estero e quanto ad esse contribuiscano i miti fatti circolare dai social media e dai nuovi network della comunicazione, in modo da sviluppare in ambito UE raccomandazioni di ordine politico e piani d’azione”.
Entro la data prevista per la conclusione del progetto finanziato da Bruxelles (31 agosto 2022), si prevede la realizzazione di una piattaforma web indirizzata ai soggetti e gruppi “sensibili” ai processi migratori, in modo da fornire “informazioni rilevanti e facilmente accessibili” per “decostruire le false narrazioni e rafforzare la trasmissione di notizie reali”, riducendone i possibili impatti sul controllo delle frontiere UE.
A coordinare Perceptions è stata chiamata la Synyo GmbH di Vienna, società che opera nel campo delle tecnologie innovative, dello sviluppo di metodologie applicative in ambito socio-economico e politico, della sicurezza urbana e dei sistemi digitali Smart e del “contrasto al terrorismo e all’infiltrazione del crimine organizzato nell’economia legale”.
Ventiquattro i partner internazionali del programma: oltre al Ministero di Pubblica sicurezza israeliano, compaiono la Polizia Ellenica e la Direzione Principale della Polizia di frontiera della Bulgaria; le università di Bologna e “La Sapienza” di Roma; le università britanniche di Sheffield Hallam, Northumbria of Newcastle e Swansea; la Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, la Universidad de Granada e la Fundaciòn Euroarabe de Altos Studios (anch’essa con sede a Granada, guidata dal Ministero delle Scienze e dell’Innovazione spagnolo e dalla Giunta dell’Andalusia); la Erasmus Universiteit di Rotterdam (Paesi Bassi); l’Università di Anversa (Belgio); il Centro Internazionale per lo Sviluppo delle Politiche sulle Migrazioni (CMPD) di Vienna, ente di ricerca inter-governativa che coopera con i singoli Stati e le maggiori organizzazioni internazionali nella “promozione di politiche migratorie innovative, globali e sostenibili”. Al CMBD aderiscono Austria, Bosnia ed Herzegovina, Croazia, Germania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica di Macedonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Turchia ed Ungheria; direttore generale del Centro è l’ex leader del Partito popolare austriaco Michael Spindelegger, ministro degli esteri dal 2008 al 2013.
Tra coloro che proprio non immagini di trovare a fianco di Frontex-Ue nelle odierne campagne contro le migrazioni c’è ALDA - Association des Agences de la Democratie Locale, ONG internazionale “consacrata alla promozione dei diritti umani e del buon governo e della partecipazione dei cittadini a livello locale”, la cui costituzione fu promossa nel 1999 dal Consiglio d’Europa. Con centri operativi a Strasburgo, Bruxelles e Vicenza e sedi di rappresentanza in Macedonia, Tunisia e Moldavia, ALDA annovera tra i propri membri numerose amministrazioni locali, gruppi e associazioni di base e università europee (tra gli 87 associati in Italia spiccano le Regioni Friuli Venezia Giulia, Puglia e Sardegna e l’IUAV Università di Venezia).
Altri partner di Perceptions il Centro Studi per la Democrazia di Sofia (Bulgaria), istituto indipendente fondato nel 1989 per “sostenere i processi di riforma delle istituzioni pubbliche nel rispetto dei valori della democrazia e dell’economia di mercato”; il Sinus Markt und Sozialforschung GMBH, centro di consulenza e ricerca in scienze psicologiche e sociali con sede ad Heildeberg (Germania); il Centro di ricerca in economia applicata per lo sviluppo (Algeria); il Centro per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico (Egitto); Aditess Advanced Integrated Technology Solutions & Services LTD, società cipriota di consulenza e ricerca su servizi e prodotti destinati al mercato; il Centro per gli Studi sulla Sicurezza del Kosovo (KCSS); la Caritas di Nicosia (Cipro); il Centro studi “Kemea” (think tank greco sulle politiche di sicurezza promosso e finanziato dal Ministero degli Interni, anch’esso partner con il Ministero della Pubblica di Sicurezza israeliano del progetto Andromeda).
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