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Frattini, Strada e Fassino a Porta a Porta

Frattini, Strada e Fassino a Porta a Porta

L’ospedale di Emergency a Lashkar-gah si trova in questo momento sotto il controllo della polizia afghana di Karzai, poiché nessun operatore – fa sapere Emergency – può operare in questo momento al suo interno.

 

Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, invitato nel salotto di Vespa assieme a Gino Strada, spiega come “vi erano altre quattro persone che erano state trattenute in un primo momento a disposizione della polizia per indagini ma sono intervenuto con il ministro degli Esteri e degli Interni afghani e abbiamo ottenuto che queste persone siano autorizzate a lasciare il paese”. “É dovere dell’Italia che i nostri connazionali, a qualunque organizzazione appartengano, vengano garantiti e tutelati”. “Sono convinto - ha precisato Frattini in diretta da Sarajevo - che tutto debba essere fatto per garantire una investigazione equa, trasparente, e conforme alle regole, perché é interesse dell’Italia aiutare a dimostrare che le accuse non sono vere, servono piena garanzia e piena presunzione di innocenza fino alla sentenza. In Afghanistan – continua il Ministro - è attualmente in vigore un codice di procedura penale temporaneo secondo il quale la magistratura afghana ha quindici giorni di tempo per formulare le accuse dal giorno dell’arresto”.

Per Gino Strada, invece, si tratta di detenzione illegale, essendo passate 24 ore dal fermo senza che “nessuna accusa formale sia stata ancora formulata e niente sia stato passato alla Procura”. “Questa è la prima guerra nella quale non c’é un giornalista del mondo a documentare quello che sta accadendo nella provincia dell’Helmand, mentre Emergency sta documentando quanto avviene. I nostri registri parlano in modo inequivocabile: il 34% dei feriti dai bombardamenti sono bambini sotto i 14 anni”. “Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come ’guerra’. Posso tranquillizzare il Ministro Frattini - ha concluso il fondatore della ONG - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia”. “Qualcuno ha infilato le armi nel nostro ospedale di Lashkar-gah, ma certamente non i nostri internazionali”. “Dopo che l’Italia ha inviato migliaia di soldati e speso milioni di euro per la popolazione, e dopo essersi dimostrata tanto disponibile con il governo Karzai, l’Italia ha tutto il diritto di chiedere che venga assegnato un difensore ai tre connazionali” tuona Fassino, sempre da Porta a Porta. Un “tentativo doveroso”, quindi, pure secondo Frattini, anche se purtroppo “il codice transitorio attualmente in vigore in Afghanistan (che l’Italia ha contribuito a formulare spendendo diversi milioni di euro, NdR) non prevede l’obbligo e quindi il diritto di nominare un difensore nei quindici giorni che possono trascorrere dal momento dell’arresto al momento della formalizzazione dell’accusa”.

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