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Forse arriva la più grande mobilitazione di questo secolo per la difesa della scuola

 
Nessuna demagogia, nessuna retorica. I segnali ci sono tutti. Salvo ribaltamenti, salvo mutamenti, salvo sospensioni del processo della riforma "buona scuola", a maggio ci sarà la più grande mobilitazione di questo nuovo secolo per la difesa della scuola pubblica. Sindacati di base e sindacati rappresentativi si parlano, studenti, docenti, ATA, famiglie, genitori, tutti uniti per quel fronte che non potrà essere ignorato. Sciopero e mobilitazione, che verranno anticipati da altri scioperi già in corso e programmati, ma il grosso sarà a metà maggio, periodo in cui cadranno anche le solite e controverse prove dell'Invalsi. Questo Governo ha avuto la capacità di sollecitare processi fino a qualche tempo addietro impensabili. Far dialogare realtà contrapposte, per unirsi contro la scuola azienda, per la scuola pubblica. Non sarà solo una manifestazione contro, ma anche per. Ed i Cobas hanno comunicato che "qualora venga confermata dai sindacati presenti all’Assemblea (ndr, assemblea convocata dall'Unione degli Studenti e alla quale hanno partecipato numerose organizzazioni sindacali e strutture studentesche nazionali e territoriali) l’accettazione della data del 12 maggio, il nostro EN deciderà in tempi rapidi in merito alla revoca dello sciopero del 6"; ciò perché sono già state proclamate tre giornate di sciopero a maggio contro il sistema Invalsi, il 5 e il 6 per le scuole dell’infanzia e per le elementari (date dei quiz alle elementari) e il 12 per le medie e le superiori. 
 
E visti i vincoli posti dalla “rarefazione”, lo sciopero del 6 nelle elementari e nell’infanzia non permetterebbe ai lavoratori/trici di tali scuole di essere con gli altri il 12, per questo la possibile revoca del 6, ma per una causa grande, importante e forse irripetibile. 
Chiaramente dipenderà molto da quello che vorranno fare le altre organizzazioni che operano nel settore della scuola. Una cosa è certa: se il tutto continuerà, così come ora procede, praticamente il 12 maggio, salvo cambiamenti, ci sarà una mobilitazione storica che farà semplicemente scuola. Contro una riforma che la quasi totalità del mondo della scuola non vuole: eppure il Governo, sordo, continua ad andare avanti; eppure buon senso, ed anche buon fiuto politico, vorrebbe l'affermazione semplice e banale di un chiaro stop alla buona scuola, ma qui chi rischia un serio stop è, invece, proprio l'attuale governo e non è detto che ciò sia un male, anzi. 

Marco Barone

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