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Forse all’estero papello e assegno per Berlusconi

Luciana Ciancimino: “Minchia, mi telefonò Gianfranco [probabilmente Miccichè, ndr].. ah, ti conto questa? All’una meno venti mi arriva un messaggio?”

Massimo Ciancimino: “L’altra volta l’ho incontrato in aereo”

L: “Eh… il 27 marzo, a Palermo… per i dieci anni di vittoria di Forza Italia, viene Silvio Berlusconi. È stata scelta Palermo perché è la sede più sicura… eh… previsione… In previsione saremo 15 mila…”

M: “Ah”

L: “…eh allora io dissi minchia sbaglia, e ci scrivo stu messaggio: “rincoglionito, a chi lo dovevi mandare questo messaggio, sucunnu mia sbagliasti” …in dialetto, eh… eh..e mi risponde: “suca” …eh eh…mezz’ora fa mi chiama e mi fa: “Minchia ma sei una merda” e allora ci dissi “perché sono una merda”. Dice, hai potuto pensare che io ho sbagliato a mandare? io l’ho mandato a te siccome so che tu lo [B, ndr] vuoi conoscere ? Io ti sto dicendo che il 27 marzo”

M: “E digli che c’abbiamo un assegno suo, se lo vuole indietro…”

L: “Ahaha! Chi, il Berlusconi?

M: “Si, ce l’abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà?”

L: “Ma che cazzo dici”

M: “Certo”

L: “Del Berlusca?”

M: “Si, di 35 milioni, se si può glielo diamo…”
(fonte: L’espresso)

L’assegno in questione dovrebbe far parte del presunto secondo tesoro di Vito Ciancimino. Assieme ad alcuni nastri che dovrebbero contenere conversazioni tra don Vito e alcuni ufficiali dei carabinieri (’92), l’originale (integro) della lettera “estorsiva” a S.B., rinvenuta nel 2005 e “pubblicata” di recente, e altri presunti e vari carteggi di don Binnu Provenzano. Pare, ovvio, anche il noto papello.

L’intercettazione dei fratelli Ciancimino, soprariportata, risale al 2004. E quindi, l’argomento è ancora quello, oggi. Argomento che sinceramente gli altri media non sembrano guardare con interesse. Tappiamo il buco, nel nostro miserrimo.

Il siddetto tesoro pare si trovi all’estero, incagliato in burocrazie che il figlio dell’ex Sindaco non è riuscito a sbrogliare. Ai procuratori di Palermo, però, n’è stata riferita l’ubicazione esatta. E aspettiamo, che potrebbe venircene da ridere: l’inchiesta, giorno per giorno, si muove, e con essa le sintomatologie disseminate per questo avvelenato stivale che per troppo tempo ha dimenticato la sua propaggine a triangolo.

A Palermo, nei palazzi inquirenti, sulle parole di Riina girano le interpretazioni più svariate. Molti parrebbero disposti a credere ad un codice d’autorità mediato dall’avvocato Cianferoni, un “mettetevi in riga” atto a dissipare i vuoti organizzativi che si sarebbero paventati in Cosa Nostra.

Un messaggio, insomma, ai nuovi da parte del vecchio, a referenti odierni magari in attesa di giudizio per l’autunno (rinnovo l’invito alla cottura dei pop corn per il 17 settembre). Dell’Utri, sembrerebbe pronto a rilevare il Como Calcio con Vittorio Feltri che magari, ad inizio stagione, con questo tutti fuori in un’orgia di cartellini rossi, con l’altro retrocessione sicura in serie D al posto del Milan. Professional attitude.

Intanto girano parole e cariche. Vincenzo Scotti (Ministro degli Interni catapultato agli Esteri durante l’interregno stragista, e oggi sottosegretario) rompe indugi e silenzio e si esprime sul contesto-caldo: «Dopo Falcone, in Antimafia e in Parlamento dissi da Ministro dell’Interno che le modalità della strage di Capaci erano molto inquietanti. Mi fermo qui, fiducioso che le indagini della magistratura possano finalmente chiarire la vera storia di quelle stragi».

Beppe Pisanu, infine, viene nominato relatore dell’inchiesta sulle stragi per la Commissione antimafia. Al suo servizio e alla causa potrebbe avvalersi ancora una volta dei servigi della sua personalissima gola profonda, Luciano Moggi: why not?
 

Link utili: M. Ciancimino ad “Iceberg” (TeleLombardia)
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