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Firenze, bici pubbliche? Ottimo progetto....

...ma non fermiamoci a metà. Finalmente l’assessore comunale Del Lungo, forse grazie anche al dibattito sollevato in città su bici, rastrelliere e altro, annuncia il prossimo avvio di un servizio di bici pubbliche, sul modello del Velib parigino.

Benissimo, non possiamo che incoraggiarlo a credere nella bicicletta come mezzo di trasporto del futuro nella vita della città. La bici non inquina, occupa poco spazio, è veloce: il successo del Velib a Parigi e Barcellona è un esempio importante e va sposato senza indugi, con lo scopo di ridurre il traffico automobilistico. Ma perché il Velib fiorentino abbia successo ci pare che debbano essere garantite due condizioni essenziali:

1) Occorre una rete davvero capillare di "stazioni": le 750 bici e i 50 parcheggi di cui si parla, saranno davvero sufficienti? Assicurano davvero una piena copertura del territorio, periferie incluse? Affinché il servizio funzioni è necessario che siano "presidiati" tutti i punti strategici come stazioni ferroviarie (tutte, anche le più piccole) e snodi della rete tramviaria e dei bus; ospedali e case di cura; scuole e sedi universitarie; uffici pubblici; palestre, campi sportivi etc. 50 stazioni sono sufficienti? A prima vista no.


2) A Parigi Velib funziona perché simultaneamente è stata insediata una rete vastissima di piste ciclabili e un sistema accurato di segnaletica sia a terra (con il tracciato per le bici agli incroci, alle rotonde, agli attraversamenti più importanti e così via) sia verticale. Alle bici è anche consentito l’accesso alle corsie riservate a bus e taxi. I bus sono stati dotati di appositi clacson, più "gentili" di quelli ordinari, per segnalare la propria presenza ai ciclisti. In sostanza in tutte le principali strade una parte della strada è stata tolta alle auto e riservata alle bici, spesso con cordoli di protezione, in altri casi delimitando con apposite strisce le ciclabili. I ciclisti possono muoversi in tutta la città in sicurezza: i percorsi per le bici non si interrompono mai.
Se queste due condizioni non sono rispettate c’è il forte rischio che l’operazione fallisca. Le persone saranno disposte ad usare le bici pubbliche se sapranno di potersi muovere in sicurezza, lungo percorsi riservati, che siano piste ciclabili vere e proprie o porzioni ben delimitate di strade e viali, senza interruzioni, e se avranno la certezza di poter trovare "stazioni" per il parcheggio delle bici praticamente ovunque, in centro come in periferia.

A quanto si legge sui quotidiani, le due condizioni indicate non sono garantite dal progetto illustrato dall’assessore Del Lungo, perciò vogliamo incoraggiarlo a non fermarsi a metà e a portare il suo piano fino in fondo: servono più bici, più "stazioni" e soprattutto corridoi per le bici in tutti i viali e nelle principali strade della città.

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