Fibromialgia: una malattia quasi sconosciuta
Fibromialgia: che cos’è e come curarla
Fino a una decina di anni fa la Fibromialgia veniva poco diagnosticata perché si riteneva inutile diagnosticare ciò che, erroneamente, era considerata una malattia di natura psicogena e quindi difficilmente curabile. Oggi invece si conoscono le vere cause e dunque le cure più idonee. Ma che cos’è
Purtroppo però i sintomi non si fermano qui. Oltre a tensione e dolore muscolare, stanchezza e disturbi del sonno si affiancano altri disturbi quali mal di testa, disturbi gastrointestinali (acidità gastrica, dolori addominali, colon irritabile) e urinari (minzione frequente e spesso urgente), dismenorrea, alterazione dell’equilibrio (senso di instabilità e vertigini), tachicardia (spesso il fibromialgico ricorre al Pronto Soccorso per timore di una malattia cardiaca, anche per il frequente dolore alla regione sternale, cioè costocondralgia), disturbi cognitivi (difficoltà di concentrazione, testa confusa, perdita di memoria a breve termine), crampi agli arti inferiori, iperalgesia (percezione esagerata del dolore), allodinia (percezione dolorosa di stimoli che normalmente non danno dolore), allergie, ansia e depressione. Quest’ultima associazione in passato ha fatto confondere i sintomi della FM con un processo di somatizzazione dell’ansia e della depressione, e molti medici ancora oggi la confondono. Mentre i numerosi studi sulla FM hanno dimostrato inequivocabilmente che non si tratta di una malattia psicosomatica e che gli eventuali sintomi depressivi e ansiosi sono un effetto piuttosto che una causa della malattia.
Le cure dunque sono quelle che vanno a bilanciare i suddetti neurotrasmettitori (agendo sui meccanismi centrali della malattia) e quelle che riescono a indurre rilassamento, i miorilassanti appunto (che agiscono quindi sulla manifestazione periferica, cioè sulla contrattura muscolare). Possono essere farmacologiche o fitoterapiche - ma è utile anche una dieta opportuna - per i meccanismi centrali della FM, mentre per alleviare i sintomi periferici risultano pure molto utili le sedute di rilassamento, come il training auotogeno di Schultz, la psicoterapia cognitivo-comportamentale e le tecniche analogiche di rilassamento ericksoniane. Due studi hanno pure dimostrato l’efficacia del Biofeedback elettromiografico. Anche la terapia con ossigeno iperbarico ha dato buoni risultati riducendo il numero dei tender points e il dolore. L’efficacia del massaggio è stata studiata poco, ma dalla comune esperienza si sa che a volte può peggiorare la sintomatologia della FM.
Riguardo all’attività fisica, affaticare eccessivamente i muscoli con performance atletiche elevate risulta controproducente peggiorando molti sintomi. Ciò perché la tensione muscolare eccessiva nei fibromialgici provoca una diminuzione del flusso sanguigno, causando un deficit di ossigeno e quindi minore capacità di sopportare lo sforzo. L’inattività prolungata d’altronde crea rigidità muscolare e aumento del dolore. La via di mezzo quindi è un’attività fisica moderata e costante, adeguata al grado di allenamento individuale. Per chi ne ha la possibilità è consigliata l’attività motoria in acqua termale, giacché questa aiuta a rilassare la muscolatura.
La terapia farmacologica è la stessa per la cura dell’ansia e della depressione, appunto quella che potenzia l’attività della serotonina, essendo questa implicata nella genesi di alcune depressioni. Quindi i triciclici (Laroxyl e Trittico) ma ancora meglio i nuovi inibitori della ricaptazione della serotonina, gli SSRI (Zoloft, Elopram, Prozac, Sereupin); ma anche la nuova classe di antidepressivi, gli SNRI, inibitori anche della noradrenalina, la cui unica molecola commercializzata attualmente in Italia è la venlafaxina. C’è da dire però che gli psicofarmaci, come tutti i farmaci del resto, hanno lo svantaggio di arrecare parecchi effetti secondari. Per una depressione grave sono assolutamente indispensabili per velocità e ottima efficacia risolutiva, ma per i sintomi della FM il medico prima di prescriverli deve valutare attentamente il rapporto tra benefici ed effetti collaterali.
Si è riscontrato inoltre che la depressione e l’ansia nella FM è caratterizzata da carenza di magnesio e di vitamina D. Alcuni studi hanno dimostrato che l’assunzione per via orale di 1200 mg di citrato di magnesio al giorno per due mesi, comporta un netto miglioramento nel numero dei tender points e nel dolore a riposo e dopo lo sforzo.
Come fitoterapia è utile un infuso da prendere due volte al giorno lontano dai pasti nella dose di un cucchiaino da tè per volta, costituito da Panax quinquefolium (2 parti), Astragalus mongolicus (2 parti), Angelica sinensis (2 parti), Ginko biloba (1 parte), Cimicifuga racemosa ((1 parte), Passiflora incarnata (1/2 parte), Betonica officinalis (1/2 parte), Matricaria chamomila (1/2 parte) e Zizyphus sativa (1/2 parte); e tutte quelle piante che inducono rilassamento e facilitano il sonno.
Per finire, pur non esistendo una dieta specifica per
Dato che alla base della FM c’è una disfunzione metabolica dei neurotrasmettitori e in particolare della serotonina, è importante integrare la dieta con triptofano, un amminoacido precursore appunto della serotonina oltre che della melatonina e della niacina o vitamina PP (sigla che sta per “Pellagra Prevention”, cioè studi condotti sulla pellagra causata da carenza delle vitamine del gruppo B e in particolare della niacina che ha anche effetti distensivi). Il triptofano assunto la sera e lontano da pasti proteici (altrimenti serve a rigenerare i tessuti), si trasforma in serotonina e ulteriormente in melatonina, la quale è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale o epifisi, posta alla base del cervello e che agisce sull'ipotalamo con la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia. Quindi si capisce come il triptofano così assunto abbia un marcato effetto calmante che distende i nervi e concilia il sonno, essendo pure antagonista della dopamina che è invece il neurotrasmettitore dell’aggressività.
Gli alimenti più ricchi di tale amminoacido sono le mandorle dolci secche (394 mg/100 g), il provolone (336 mg/100 g), il pecorino romano (328 mg/100 g), il parmigiano (320 mg/100 g), le arachidi tostate (318 mg/100 g), il grana (310 mg/100 g), i pinoli (300 mg/100 g), gli anacardi (240 mg/100 g), il tuorlo crudo d’uovo di gallina (237 mg/100 g), i fagioli crudi, le fave secche crude e i ceci secchi crudi (tutti in media con 225 mg su
Si raccomanda a chi vuole avere una diagnosi corretta della FM e per iniziare eventualmente una cura, che è bene rivolgersi ad un medico esperto. Per chi volesse semplicemente approfondire lo studio sulla FM in proprio, può cercare l’argomento su internet tramite un qualsiasi motore di ricerca.
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