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Fermo. Mobilitazione per l’ambiente. C’è un parco da difendere

Stavolta non c’entra l’Agroenergy. Neppure il Motodromo. O la Ned e il suo silicio. Stavolta, non è questione di dire pettoruti "no", di mobilitare Comitati contro. Stavolta è tempo di mobilitazioni pro qualcosa. Esattamente pro Parco di Monte Cacciù. Lo conoscono i più adulti, e neppure tutti, non lo conoscono i ragazzi e i bambini, salvo qualche eccezione dovuta all’impegno di maestre che amano la natura e portano i bimbetti in gita.

 

La città di Fermo ha un polmone naturale stupendo, una ricchezza di alberi e di essenze straordinaria. Eppure, è confinato d'un canto, è dimenticato. Si trova sulla strada Castiglionese.

Dimenticato, non è proprio esatto: ci vanno le coppiette di notte (se ne vedono i resti), ci andavano i drogati (le siringhe abbondavano). Ci corre ai bordi qualche salutista la domenica mattina.

Sul parco di Monte Cacciù si fecero decine di progetti. Ne ricordiamo uno dell'attuale presidente del Parco dei Sibillini Massimo Marcaccio, a quel tempo assessore verde all'ecologia della Provincia di Ascoli Piceno. Sparito, seppellito. Dimenticato, appunto.

Una ricchezza enorme lasciata da parte, un'area incredibilmente bella a due passi dal capoluogo di provincia e altrettanti dalle città di mare. Una posizione invidiabile. Eppure, nulla. Giusto gli scatti di foto di amanti di immagini suggestive.

Il parco di Monte Cacciù è stato passato dalla Provincia di Ascoli Piceno alla Steat per l'aumento di capitale. E la Steat non può nemmeno parcheggiarci gli autobus (ci mancherebbe). Ora Alessandrini per far cassa spera che il Comune di Fermo se lo compri. Ma non è questo che interessa. Interessa invece che un'area così bella non resti più in abbandono.

Prima proposta: chi può vada a vedere questa oasi, ne tornerà affascinato.

Seconda: mobilitiamo gli amanti della natura, che sono molti di più degli ambientalisti di professione, per una grande festa al parco. Un modo per tenere alta l'attenzione.

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