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Femen e la stampa italiana


Queste ragazze fanno parte di Femen, il gruppo di attiviste dell’Ucraina che lotta per la libertà delle donne. Erano sabato alla manifestazione di Roma del PD a protestare contro Silvio Berlusconi con un “Fuck you, Silvio e domenica erano in Vaticano perché avevano come obiettivo il Papa ma sono state fermate.

E’ vero che il giornalismo è in crisi ma la stampa italiana si dimostra ancora una volta di bassa qualità: facendo una rapida ricerca su Google News i giornali italiani hanno cominciato a parlare di Femen soltanto da febbraio 2010 e con i soliti titoli da boxino morboso “ragazze in topless protestano“. Il collettivo è nato nel 2008 ma nel 2009 gli unici a parlarne sono quelli di University.

Non sono neanche più convinto che il problema sia l’italianissimo “provincialismo” applicato a chi fa i giornali ed a chi li legge.

Fare giornalismo (che sia d’inchiesta o meno) vuol dire anticipare temi, approfondire ed è ovvio che questo costi di più rispetto alle flash news. Affidarsi però soltanto ed esclusivamente alle notizie (spesso anche addirittura fasulle o mal poste) è un segnale di debolezza e sconfitta per i giornalisti e per gli editori.

E soprattutto per i lettori che avendo maggiore possibilità e consapevolezza di scelta si dirottano verso altri media o programmi come Le Iene che sono stati gli unici ad andare in Ucraina per intervistare le attiviste di Femen proprio qualche settimana fa.

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