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Fatti non foste a viver come trote

Fatti non foste a viver come trote

"Sogno una partita tra Italia e Padania" (31 marzo 2010)

Renzo Bossi, figlio di Umberto, ha preso la parola ieri al vertice di Arcore fra Pdl e Lega. Lo rende noto il Presidente della regione Piemonte, Roberto Cota. “Renzo ha preso la parola come tutti - dice Cota - ha detto delle cose interessanti sul suo argomento: lo sport, come aumentare lo sport di base” (7 aprile 2010)

"Nella vita si deve provare tutto, tranne culattoni e droga" (20 aprile 2010)

No, non tifo Italia ai prossimi Mondiali in Sudafrica, e il tricolore identifica un sentimento di cinquanta anni fa" (21 aprile 2010)




 
All’indomani delle ultime elezioni regionali, dissi che non aspettavo altro che il primo discorso del neoconsigliere regionale lombardo Renzo Bossi: se il web potesse fare miracoli, oggi vorrei provare a rivolgermi a tutti gli elettori della Lega.
 
Vorrei rivolgermi a loro per provare a sfatare uno dei tabù che più mi dà fastidio ascoltare dopo le elezioni, e cioè che la Lega vince e stravince al Nord perché fa una politica sul territorio, è presente sul territorio, vive per il territorio.
 
Io credo che la Lega vinca per i suoi slogan e per i suoi cori, a prescindere dalle sue promesse e dalla sua attività di governo, e basta: leggere le ultime dichiarazioni di Bossi jr, fortifica le mie certezze.
 
Anzi io credo che se Renzo Bossi si candidasse oggi un mese dopo le elezioni, sicuramente prenderebbe ancora più voti: non ha fatto altro che rispettare il perfetto protocollo padano, ha ripetuto i soliti slogan, le solite frasi ad effetto che come unico scopo hanno solo il gossip, ma è quanto basta per aumentare la curiosità nei suoi confronti, e per ricevere lo scettro ed il trono per diventare definitivamente il Re dei Leghisti.
In quest’articolo del Corriere dell’anno scorso, c’è una descrizione della Lega fatta da Renato Mannheimer che credo sia molto realistica: "Il Carroccio ha una capacità straordinaria di individuare temi semplici da capire. E pazienza se poi la ricetta proposta è irrealizzabile: il fine non è il governo, ma il consenso".
 
La Lega Nord non vince perché è presente sul territorio, ma perché è la voce del suo territorio, ed urla ciò che una parte del suo territorio vorrebbe urlare: i problemi della gente tende ad amplificarli, anche se non li risolve.
 
Se poco più di 10 anni la Lega urlava a Berlusconi "Sei un mafioso? Rispondi", mentre oggi è la sua più fedele alleata, ci deve pur essere un motivo; e forse è lo stesso motivo che spinge 12.000 persone a votare un pluribocciato all’esame di maturità.
 
L’elettore medio leghista non ha una memoria storica del proprio partito, vuole solo aprire il giornale la mattina o accendere la tv la sera, leggere o ascoltare il Borghezio o il Calderoli di turno, oppure le nuove leve come il Bossi Jr, e sentire come urlino Roma Ladrona, Abbasso i Negri, Culattoni di Merda ed il Tricolore mettetelo nel Cesso.
 
La politica della Lega Nord non è un modo per cambiare le cose, è una valvola di sfogo, un titolone di giornale o un annuncio televisivo che anche se faranno tanto gossip, la mattina ti fanno ingranare la marcia e ti fanno finalmente sentire meno solo.

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