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Fabio Mini, il generale della Nato, e l’ipocrisia della guerra

Fabio Mini è l’autore del saggio “Perché siamo così ipocriti sulla guerra?” (www.chiarelettere.it, 2012), un’opera molto sintetica che scarnifica l’aggressività umana e i giochi di potere della politica e delle multinazionali.

Mini è stato capo di stato maggiore del comando Nato per il Sud Europa: nel 2001 ha diretto le operazioni nei Balcani e “dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante della forza internazionale di pace a Guida Nato in Kosovo (Kfor)”. Nonostante ciò il generale non esita a denunciare la sostanziale privatizzazione della Difesa americana. Ad esempio “nel marzo 2011 il dipartimento della Difesa americano aveva in Afghanistan e in Iraq più contractors che soldati” (impiegati prevalentemente nella sicurezza privata, nella logistica e nei servizi di manutenzione).

Le guerre del passato erano scatenate e gestite a rischio e a vantaggio dei sovrani, ma le cause delle guerre moderne ricadono soprattutto sui politici e sugli affaristi degli apparati industriali militari. Per questo motivo quasi tutte le guerre sono destinate a durare molti mesi o molti anni e “ogni guerra si è procurata i pretesti sia facendo appello a motivi giusti e veri, sia fabbricandone di falsi”. Tutte le ipocrisie favoriscono gli affari e in tutte le guerre si fanno grandissimi affari. Infatti i fatturati delle cinque principali multinazionali delle armi sono passati dai 217 miliardi del 2001 ai 386 del 2010, e i profitti, che nel 2001 erano 6,7 miliardi, sono diventati 24,8 miliardi di dollari.

Del resto “i padreterni di turno rifiutano ancora le responsabilità ma usano la menzogna e l’ipocrisia non solo e non tanto per ingannare l’avversario quanto per ingannare la propria pubblica opinione e i propri eserciti”. Come spiegare, ad esempio, la presenza duratura di acciaio fuso tra le fondamenta delle torri gemelle crollate se non con l’utilizzo di micro-cariche di esplosivo ad alto potenziale a base di termite di tipo militare.

Infatti, il semplice combustibile aereo a base di kerosene non poteva causare la fusione dell’acciaio, un collasso così veloce e a caduta libera delle due torri e addirittura il crollo del terzo edificio adiacente (chi volesse approfondire la questione può ricercare “La verità delle torri gemelle” e altri documentari su YouTube). Nessun grattacielo di acciaio al mondo è mai crollato a causa degli incendi e si sa che negli Stati Uniti esistono i migliori professionisti di demolizioni controllate, dei veri e propri maghi degli esplosivi.

D’altra parte “era falso il pretesto della armi di distruzione di massa di Saddam che nel 2003, in piena guerra afghana, ha aperto un secondo conflitto, portando l’America al collasso economico e di immagine”. Come “era falso il pretesto dell’incidente del Tonchino che ha dato l’avvio all’assurda guerra del Vietnam". E sempre falso era “il massacro di Racak del 1999, che ha fornito il pretesto per la guerra in Kosovo. I quarantacinque corpi di civili trovati morti in un fosso non erano il risultato di un eccidio serbo perpetrato in una notte di tregenda, ma l’esito di corpi di ribelli ammazzati nel corso di un mese di combattimenti, cambiando loro i vestiti e togliendo le armi”. Dunque la guerra del Kosovo ha finito per punire eccessivamente la Serbia a causa dei gravi errori di Milosevic che annullò l’autonomia regionale del Kosovo e maltrattò la popolazione albanese.

Comunque in ogni guerra la strategia migliore è quella concentrarsi sui punti deboli e sulle principali strategie del nemico, anche utilizzando le spie e l’inganno, evitando di affrontare direttamente i punti di forza degli avversari. E un ottimo generale può perdere molte battaglie per guadagnarsi la vittoria, come avvenuto nel caso del nord vietnamita Giàp. Però il generale migliore di tutti deve essere in grado di vincere un conflitto senza combattere (Sun-tzu). Così si risparmiano le vite umane, il denaro dei cittadini e gran parte delle risorse della nazione.

Quindi gli strateghi politici e militari cercano di seguire queste considerazioni e utilizzano sempre più spesso dei mezzi di combattimento più o meno speciali: “le armi della guerra psicologica, della guerra dell’informazione, della destabilizzazione, della propaganda, del boicottaggio e del blocco economico, che fanno più vittime innocenti di qualsiasi guerra convenzionale”. Come avvenuto nel caso dei bambini argentini morti di fame e di malattia (quelli greci già in miseria stanno correndo lo stesso rischio). Purtroppo l’uso e l’abuso della forza continua a procurare piacere a molte persone e “c’è gente non necessariamente pazza o idiota che ha bisogno di usare la violenza sugli altri esseri umani e sulle cose terrene per dimostrare a se stessa di essere viva e potente”.

E c'è chi preferisce guadagnare qualche milione di dollari in più facendo soffrire e morire migliaia di persone innocenti in giro per il mondo.

 

Nota – Fabio Mini ha fatto notare “che per i conflitti mediorientali sono stati dispensati ben sette premi Nobel e tutta l’area non ha mai goduto di un solo giorno di pace, almeno dal 1948 a oggi”. E se non si farà nulla di nuovo, il Kosovo potrebbe trasformarsi nella Palestina d’Europa.

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