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Expo 2015: una porta d’accesso agli Ogm in Europa

L’Esposizione Universale, che si terrà a Milano nel 2015, potrebbe rappresentare l’occasione per le grandi multinazionali del settore di invadere l’Unione Europea con i loro prodotti trnsgenici.

Milano ha scelto come tema per l’Expo l’alimentazione sostenibile, visto il continuo aumento demografico mondiale.
Principio cardine della manifestazione è il diritto ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta.

Per gli organizzatori: centrale è il ruolo del territorio, in quanto la qualità e la genuinità del cibo vanno di pari passo con la tradizione consolidata nelle attività di coltivazione e di allevamento dei popoli e delle comunità locali, frutto delle esperienze millenarie sulle quali oggi si innestano forti innovazione scientifiche e tecnologiche. 

Obiettivo: preservare la biodiversità e individuare strumenti migliori di controllo e di innovazione, a partire dalle biotecnologie che non rappresentano una minaccia per l’ambiente e la salute.

Le biotecnologie sono tecniche che utilizzano organismi viventi, o parti di essi, al fine di ottenere beni o servizi. Si distinguono in tradizionali, attraverso l’uso, dai tempi antichi, di organismi viventi, ad esempio, per la fermentazione della birra o per trasformare il latte in formaggi; e in avanzate, che applicano le scoperte dell’ingegneria genetica e della biologia molecolare alla selezione di nuovi organismi e alla creazione di nuovi prodotti soprattutto in ambito agroalimentare.

Secodo la Direttiva europea 2001/18: Ogm è un organismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale.

Per il momento l’Unione Europea si è dimostrata pittosto rigida nel far entrare nella produzione agricola comunitaria prodotti transgenici, ad eccezione del mais mon 810, l’unico ammesso, e brevettato dalla più grande multinazionale al mondo di semi ogm, l’americana Monsanto

Questa multinazionale è stata fondata nel 1901 a St. Louis, negli USA, da John Qeeny e prende il nome da sua moglie, Olga Monsanto.

Nel corso della sua storia la società si è trasformata passando dalla produzione di ingredienti per l’industria farmaceutica, fino alla fine degli anni ’70, quando si è attivata nel settore delle biotecnologie applicate all’agricoltura.

Monsanto è partner di Aigacos per la promozione e la divulgazione delle tecniche di agricoltura blu.

Aigacos (associazione italiana per la gestione agronomica e conserviera del suolo) ha sviluppato il progetto "100 km blu per l’Expo 2015 di Milano".

Si tratta di un progetto di cooperazione scientifico e tecnologico per attivare un processo di accumulo di CO2 nel suolo, facendo interagire le zone agricole con le aree metropolitane delle grandi città.

Le finalità del progetto sono tutte indirizzate verso una migliore gestione delle aziende agricole con lo scopo di ridurre i costi, tra cui quello per la manodopera riducendo i tempi di lavoro, aumentando la redditività per l’agricoltore.

Tra i sostenitori di Aigacos ci sono, oltre Monsanto, Basf e Bayer per gli agenti agrochimici.


Quello delle multinazionali ogm, comprese Du Pont e la svizzera Syngenta, è un business che non conosce crisi: si stima che nel 2008 il settore biotech alimentare abbia macinato miliardi di utili con un giro d’affari intorno ai 7,5 mld di dollari; 1/10 del suolo coltivabile mondiale è ogm.

Nel corso del 2008 le multinazionali americane del settore hanno speso 17 milioni di dollari per appoggiare le campagne elettorali di entrambi i candidati alla presidenza Usa.

Gli stati che usano maggiormente le produzioni transgeniche sono gli Usa, seguiti dall’Argentina, il Brasile, il Canada, l’India e la Cina.

Nei paesi in cui vige il concetto di ’sostanziale equivalenza’ tra alimento transgenico e quello tradizionale, in mancanza di separazione della filiera, gli agricoltori utilizzano massicciamente tali tipi di produzioni, non perchè le ritengono migliori, ma semplicemente perchè sono più redditive, al fine di non essere schiacciati dalla concorrenza.

Nel mese di giugno 2008, mentre a Roma era in corso la conferenza della FAO sulla sicurezza alimentare, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi indica nella diffusione degli ogm un elemento indispensabile per combattere la fame nel mondo.

Roberto Burdese, portavoce dello schieramento Italia-Europa liberi da ogm, afferma che quelle ogm: "sono tecnologie e conoscenze di proprietà di poche multinazionali, e dai costi troppo elevati per chi, nei paesi poveri, non ha soldi per procurarsi una sufficiente razione di cibo".

Il Pontificio Consiglio Cor Unum, dicastero vaticano che coordina le azioni umanitarie della Santa Sede, pronunciandosi sul problema della fame nel mondo afferma: "E’ un’illusione attendersi soluzioni preconfezionate: ci troviamo di fronte a un fenomeno legato alle scelte economiche di dirigenti, ma anche dei produttori e dei consumatori. La sicurezza alimentare degli individui dipende dal loro potere d’acquisto, e non tanto dalla disponibilità fisica del cibo."

Secodo Jean Ziegler, nel suo libro La fame nel mondo spiegata a mio figlio "L’Unione Europea impone periodicamente l’incenerimento e la distruzione con mezzi chimici di montagne di carne e migliaia di tonnellate di prodotti agricoli di ogni sorta. 

Gli individui si vergognano così tanto di sapere che un gran numero di loro simili muore a causa della mancanza di cibo che coprono questo scandalo col silenzio totale.

Questa vergogna continua ad essere condivisa dalla scuola, dai governi e dalla maggioranza di tutti noi.
Principale responsabile della denutrizione e della fame sul nostro pianeta è la distribuzione ineguale della ricchezza: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri."

Al di là di ogni pregiudizio ideologico tra il sì e il no agli ogm, al di là dei rischi a medio o lungo termine per l’uomo e per l’ambiente, al di là delle necessità produttive, al di là della redditività delle aziende agricole, il macabro spettacolo di uomini, donne e bambini costretti a subire sulla loro pelle il cinismo e l’affarismo delle grandi lobby e dei governi dei paesi ’sviluppati’ non è più tollerabile.

L’Expo 2015 può rappresentare un’occasione per un vero progresso dell’umanità e non solo uno sviluppo di tecniche finalizzate a massimizzare i guadagni.
 

(fonte di quest’articolo, sito internet liberidaogm.org)

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