Ex voto: i vescovi abbandonati dagli elettori
Dal punto di vista elettorale, questa prima metà di 2013 sarà ricordata dai vescovi italiani come un’annata decisamente negativa.
Prima hanno deciso di sostenere Mario Monti e la sua lista alle legislative, con pure l’endorsement dell‘Osservatore Romano. Il risultato è stato molto inferiore alle aspettative e la fidatissima Udc, alleata dell’allora premier, si è ridotta al minimo storico: per contro, il parlamento eletto, almeno sulla carta, risulta meno clericale dei precedenti.
Poi c’è stato il referendum sulla scuola di Bologna: insieme a Pd e Pdl hanno invitato ad andare a votare per il mantenimento dei fondi agli istituti privati, quasi tutti cattolici, ma nonostante la sproporzione delle forze in campo i cittadini bolognesi hanno scelto di preferire il finanziamento alla scuola di tutti, quella pubblica.
Infine alle elezioni comunali di Roma hanno puntato sul nero: ma l’ex camerata Gianni Alemanno ha subito una disfatta epocale.
Sembra quasi che gli elettori comincino finalmente ad ascoltare le indicazioni elettorali di vescovi e cardinali: per fare poi esattamente il contrario. E dire che nel frattempo è stato eletto un nuovo pontefice, e il clima di papolatria nel mondo dell’informazione non accenna affatto a scemare.
Tuttavia, anche questa circostanza gioca forse loro contro: piaccia o no, sia vero o no, papa Bergoglio è percepito come il fautore di una Chiesa lontana dagli interessi mondani. E gli alti papaveri della gerarchia ecclesiastiche che scendono baldanzosamente in campo possono essere visti addirittura come eretici.
Bene, molto bene. Per noi laici, rimane solo un piccolissimo problema: far capire ai politici italiani che la società guarda altrove, e che non è nel loro interesse eseguire pedissequamente ogni richiesta episcopale. Non è facile: è noto quanto siano abituati ad agire pavlovianamente e quanto poco siano capaci di ascoltare le richieste della popolazione. Conoscendoli, sarebbe forse utile mettere in giro la voce che il sostegno della Chiesa porta sfiga. Razionalmente parlando, il ricorso alla superstizione altrui dovrebbe proprio essere la strategia più efficace.
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