io credo che l’eutanasia sia, ove al limite la si condivida, una scelta personalissima che, riferendosi alla "vita, "non può essere codificata secondo i criteri con i quali si regolano i normali interessi legittimi.
Se è vero che su nessuna questione in generale si può dimostrare da quale parte sia la parte ragione perché non esiste una "verità" incontrovertibile, ciò è tanto più vero quando si discute di temi così difficili da affrontare.
Nessuno può sostenere di essere dalla parte della ragione, si può solo cercare faticosamente di trovare un compromesso.
In particolare trovo che sia ingiusto e velleitario pensare che si possa definire per legge un diritto a decidere della vita altrui: molto più semplicemente definirei l’ambito entro il quale questa decisione possa essere presa, ovviamente nell’interesse di chi vuole lasciare la vita, senza che ciò possa avere conseguenze penali o civili per chi la prende. La decisione deve essere lasciata alla coscienza di chi la prende. Cercherò di spiegarmi meglio: Peppino Englaro certamente sa in cuor suo se ciò che ha fatto è giusto o meno, ma non può pretendere che una legge dello stato sancisca che la sua scelta fu quella giusta, e che in condizioni simili possa essere ammessa una decisione simile. Può solo pretendere il rispetto per una decisione che si spera sia stata quella giusta, che ci auguriamo sia stata ponderata e sofferta, che dovrebbe rimanere, entro i ristretti limiti in cui tale decisione può essere presa, nell’ambito della sfera personale del giudizio senza conseguenze sul piano civile o penale. Questo è stato secondo me il suo errore, pretendere che lo stato ne riconoscesse la validità. Se mia figlia fosse stata nelle condizioni della sua probabilmente avrei preso personalemnte la stessa decisione e mi sarei occupato personalmente di porre fine alle sofferenze di mia figlia, senza chieder nessun imprimatur da parte dello stato, e senza che lo stato potesse mettere in discussione la mia scelta. Su cose del genere lo stato non può mettere la formula "visto si proceda" come se si trattasse di una pratica edilizia. E nom mi dite che è un compromesso "PILATESCO", è esattamente il contrario: su queste questioni non può decidere "il popolo", nemmeno con una maggioranza qualificata.