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Etf - Exchange Traded Funds: nuove armi ai ludopatici finanziari

Quando la cosiddetta innovazione finanziaria libera i trader da salotto della fatica di caricare le armi con cui farsi del male

Sulla borsa americana stanno arrivando nuovi prodotti di investimento che promettono di aiutare in modo decisivo i trader da divano a realizzare il famoso detto secondo cui “lo sciocco e i suoi soldi si separano presto”. Ennesimo esempio di “innovazione” finanziaria che non è tale, se con questo termine intendiamo uno strumento che produca beneficio per chi lo utilizza.

UN COLLETTIVO INDIVIDUALE

Parliamo di una strana e ossimorica creatura, l’Etf a titolo singolo. Che sarà mai? Intanto, gli Etf (Exchange Traded Funds) sono strumenti di investimento che replicano passivamente un indice sottostante, sia esso azionario, obbligazionario o di materie prime, e lo fanno mediante acquisti fisici di tutti i costituenti dell’indice (replica), oppure di un certo numero di essi, in modo da minimizzarne lo scostamento rispetto all’indice (ottimizzazione).

Ci sono poi anche gli Etf sintetici, dove cioè la società che li gestisce entra in un contratto derivato (total return swap) con un soggetto terzo, che a volte appartiene al suo stesso gruppo, che si impegna a riconoscere il risultato dell’indice sottostante, sia in rialzo che in ribasso. Non parliamo per ora del rischio controparte di queste operazioni, perché ci porterebbe fuori tema principale.

L’Etf, quindi, nella misura in cui fa riferimento a indici di sufficiente ampiezza, soddisfa la fondamentale esigenza di diversificazione. Ci si attenderebbe, quindi, che ogni Etf abbia numerosi elementi costitutivi sottostanti, in quanto rappresentativi di un indice. La cosiddetta “innovazione” di cui parliamo, invece, punta all’opposto: un Etf che rappresenta un solo titolo. Praticamente, un collettivo formato da un solo esemplare.

A CHE SERVE?

Potreste rispondere che non capite a cosa possa servire un Etf che rappresenta un solo titolo rispetto all’acquisto diretto di quel titolo. Ottimo punto. Serve a fornire, chiavi in mano, ai ludopatici del trading una leva per impiccarsi sfruttare l’elevata volatilità dell’azione sottostante. Siete rialzisti o ribassisti su Tesla, PayPal, Nvidia, Pfizer e altri nomi? Volete mettere a leva i vostri soldi e movimentare un multiplo di quelle azioni a una frazione del costo? Ora potete, in un solo strumento.

Beh, che novità sarebbe?, diranno i più vissuti tra voi. Anche oggi ci sono Etf che scommettono sull’andamento al rialzo o ribasso di un indice di mercato, anche moltiplicando quella performance per X volte. Quale sarebbe la novità? Nel fatto che questi Etf vi permettono di farlo su singoli titoli e non sulla pluralità di titoli che di solito rappresentano un indice. Quindi si esalta l’idiosincrasia del singolo nome, e se ne amplifica la volatilità. L’antitesi della diversificazione che l’Etf incarna.

Intuisco anche un’altra obiezione: già oggi ci sono broker che permettono di “mettere a leva” un acquisto o vendita di azioni, cioè di amplificarne la volatilità sottostante. Che novità sarebbe? Che con questi prodotti il day trader non deve attivare un conto derivati o uno di finanziamento per andare a leva. Si compra l’Etf a singolo nome, e inizia a giocare. Chiavi in mano. Bingo.

LOTTA TRA VENDITORI PER I SOLDI DEI CLIENTI

Alla fine, se ci riflettete, questa “innovazione” serve agli emittenti di questi strumenti per disintermediare i broker, cioè per sottrarre loro le commissioni su conto derivati e finanziamento pagate dai clienti per andare a leva. Quindi, per riassumere: l’innovazione serve a una tipologia di venditori per disintermediarne un’altra. I compratori e il loro interesse non sono contemplati. Cose che accadono.

A conferma del fatto che la cosiddetta innovazione finanziaria è liquida e aggira la normazione, costringendola perennemente a inseguire, è utile osservare che questi Etf nascono per un “buco” nella lettera delle norme. Nel senso che, negli Stati Uniti, la SEC (la Consob americana), attraverso modifiche regolamentari, dal 2020 consente il lancio di Etf a leva e ribassisti senza la propria preventiva approvazione.

Di conseguenza, ecco che gli “innovatori” hanno sfruttato questo lasciapassare usando il veicolo Etf. Anche se un Etf mono-componente è un surreale ossimoro. E non è che il “pacchetto”, nel senso di piccolo pacco, sia a buon mercato, tutt’altro: la versione ribassista di uno di questi prodotti applica una commissione di gestione di ben 1,15%, che è semplicemente stratosferica per un Etf “normale” ed eccede di gran lunga l’attuale costo della vendita allo scoperto di un’azione volatile come Tesla.

UNA PISTOLA GIÀ CARICA E PRONTA ALL’USO. CONTRO SE STESSI

Ma qui evidentemente si punta all’ignoranza dei compratori o meglio alla “convenienza” dell’offerta. Nel senso che è tutto pronto per l’uso. Volete mettere, ricevere una pistola già carica e senza sicura rispetto a ottenere l’arma e dover pure caricare i proiettili?

Questa è la cosiddetta innovazione finanziaria per i ludopatici dei mercati. Un’evoluzione della gamification vista negli ultimi anni ma ancor più perversamente user-friendly, visto che i tossici di Reddit e dintorni almeno ci mettevano le loro “competenze” attraverso l’acquisto di opzioni call a brevissima scadenza. Quello di oggi è un indubbio progresso, non c’è che dire. Per i day-trader da microonde. Apri e gusta.

Che dire, di questi prodotti e del loro utilizzo? Personalmente, continuo ad applicare la saggezza antica di cui sopra: “uno sciocco e i suoi soldi si separano presto”. E tuttavia, sto diventando inquieto: se il numero di sciocchi viene fatto crescere in modo considerevole, non è che poi questi si organizzano politicamente e chiedono ristori coi soldi dei contribuenti?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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