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Il Dispositivo Permanente di Salvataggio dell’euro e le sue conseguenze
L'Europa desidera (1) scacciare dalla testa degli investitori l'idea che l'euro sia un progetto fallito, e che sia destinato a rompersi. Desidera (2) che possa esserci il default ordinato di chi ha un bilancio fuori controllo, ma non subito visto che allo stato attuale il deleveraging collettivo porterebbe danni devastanti. Infine desidera (3) che gli stanziamenti di aiuto del FMI siano provvisori, perché viceversa potrebbero essere annullati, generando di nuovo tensione e panico sui mercati.
Et voilà, si è finalmente conclusa una riunione tra tutti i leader europei e il Dispositivo Permanente di Salvataggio ha finalmente preso vita, con alcune precisazioni: non è uno strumento disponibile sempre e in automatico, ma interverrà valutando caso per caso (dunque "Cari Paesi dal bilancio balordo, non ciurlate troppo nel manico confidando nel salvataggio senza se e senza ma perché non funzionerà così" dice la Germania) ed inoltre questo strumento sarà alimentato con lo scopo di difendere e proteggere l'euro, dunque saranno i Paesi che usano l'euro a contribuire: "cari amici dell'Unione Europea, non venite a batter cassa da noi" dicono gli Inglesi. Insomma un bello sforzo economico pesa da oggi sui bilanci dei Paesi dell'eurozona; il neonato strumento, che verrà a breve ratificato, comprerà Titoli di Stato stressati non per sostenerli, ma per farli svalutare lentamente.
L'esborso potrebbe mettere a rischio qualche rating, perché comporta un peggioramento del deficit: Moody's ha già avvisato che sta valutando un nuovo e multiplo taglio di rating per la Grecia, che è sempre la capofila in questo genere di cose. Le considerazioni che recentemente hanno accompagnato tutti i post su questo argomento vengono pertanto vieppiù rafforzate.
Nel Mese Alieno di Dicembre trovate un riassunto delle strategie di investimento "aliene" per il 2011 e il 2012. Non perdetevelo.
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