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Enel Green Power in Bulgaria. Non sarebbe meglio investire in Italia?

La società italiana Enel Green Power ha messo in funzione una centrale eolica di sette pale in Bulgaria capace di produrre 21 mw. La centrale è situata nel nord-est a Shabla; le sette pale sono in grado di generare circa 55 milioni di kWh, equivalenti al consumo di 19 mila famiglie e evitare l’immissione in atmosfera di circa 45mila tonnellate di CO2.

 Enel Green Power in Bulgaria. Non sarebbe meglio investire in Italia?

L’Enel Green Power è la società del Gruppo Enel nata per sviluppare e gestire le attività di generazione dell’energia da fonti rinnovabili in Italia e nel mondo. Alla nuova società fanno capo tutte le attività di Enel nel settore dell’energia eolica, solare, geotermica, idro fluente e biomasse.

Oltre che in Italia (2.513 MW installati), Enel Green Power è presente in Nord America (573 MW), America Latina (664 MW), Spagna (374 MW), Grecia (91 MW), Francia (8 MW), e ha in corso importanti progetti di sviluppo in alcuni i Paesi dell’Est Europa (dati aggiornati al 30 settembre 2008). Progetti mirati di investimenti ad alto valore sono previsti in tutte le fonti di energia rinnovabili, con l’obiettivo di incrementare sostanzialmente la capacità installata nei prossimi 5 anni.

L’Enel, dal 1992, è una società per azioni, in parte privatizzata. Fino al 1999 era monopolista statale del settore, escluse alcune aziende municipalizzate ed investitori - stranieri e non - minori. Tuttora il ministero dell’economia e delle finanze italiano è l’azionista di riferimento, con una quota diretta ed indiretta del 31%.

Il tutto mentre l’Italia si sta preparando a mettersi "in linea" con i paesi nuclearizzati costruendo 4 centrali nucleari acquistate dalla Francia.

Considerando l’attuale crisi economica che sta mettendo in ginocchio la popolazione - si sta preparando una manovra correttiva alla finanziaria del 2009 di 25 miliardi -, non sarebbe più redditizio se le aziende italiane operassero in Italia nei settori più produttivi, e le rinnovabili, oggi, fanno parte di questi settori, invece di andare altrove ad investire?

Creando lavoro sul posto si limiterebbe la disoccupazione e di conseguenza si avrebbero più entrate fiscali diminuendo il divario debito-pil. Invece, secondo il nostro governo, è preferibile una politica di esportazione della nostra tecnologia, e capitali, in paesi in via di sviluppo aquisendo crediti che, probabilmente, questi paesi, non saranno in grado di evadere a breve termine, e, contemporaneamente, una politica di importazione di tecnologia estera che comporta l’esportazione di capitali.

A me sembra una politica suicida.

Ghè prope nigot che a be in Italia.
L’è tut de rifà.

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