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Elezioni regionali in Sicilia: Grillo, Musumeci e... Almirante

Cari amici, il clima elettorale in Sicilia è vigoroso. Tutti contro tutti. Roba forte. È come se finora l’isola fosse stata governata da “clandestini” sbarcati notte tempo dal mare in tempesta.

È rimasto famoso, solo a beneficio dei posteri, negli annali delle recenti cronache elettorali di non molti anni addietro – ai tempi dei mitici sessantuno a zero -, l’arrivo a Catania di Berlusconi in nave, appositamente affittata, con l’ex sindaco Scapagnini a bordo (il “medico personale”, quello dell’elisir d’amor), accolti a terra dallo stato maggiore del centro destra isolano accompagnato da grande folla plaudente. Raccontarono le cronache e i testimoni, che improvvisamente, “miracolosamente”, il cielo tetro improvvisamente “si aprì”, alle gioie dello sbarco.

Ora, tra i notabili politici, quelli che hanno avuto sempre le mani in pasta, è ritornato in gran splendore il vecchio “adagio” basato sul fatto che “niente si sa, niente si è visto e niente si è detto”.

Tutto (o quasi, per amor del vero. Mai alimentare il qualunquismo) improvvisamente cambia; si mischia con goduria e allegramente. I nemici di ieri son diventati amici, gli amici del “giorno scorso”… chi li conosce! Poi ci sono i “neutri”, tanti, i “cugini”, sempre bravi a stare a cavallo, un colpo a destra e poi a manca. L’occhio sempre vigile sul gonfiore del portafoglio e delle clientele ormai sempre più magre, data la mancanza del pubblico soldo.

Certo l’apoteosi dello “sbarco” dell’uomo che viene dal mare, è sempre in auge.

L’ultimo emulo è stato Beppe Grillo, nuotando tra Scilli e Cariddi. Che vigoria, che muscoli, ragazzi, alla “bruta” conquista dell’isola.

La Sicilia, forse perché al centro del Mediterraneo, sponda con l’Africa e il Medio Oriente, a parte brevissime parentesi, è stata sempre terra di conquiste. Non è certo un caso che gli “imperiali” di oggi vi mantengono la grande base militare di Sigonella e procedono all’installazione del gigantesco MOUS a Niscemi (uno dei quattro nel mondo).

In questa lunga storia solo lo “sbarco” di Garibaldi trovò concreto sostegno e folte risorse umane per rimpolpare i “mille”, tant’è che il potente Regno dei Borboni squagliò in quattro e quattr’otto.

Orbene, per questa rappresentazione elettorale siciliana, si dà il caso che il Pdl abbia come candidato Nello Musumeci, vicesegretario nazionale del partito de La Destra – segretario Storace.

Constatate le piazze piene nei comizi di Grillo (tanto lo spettacolo non si paga, i curiosi orfani di padrini e/o di “unti” son proprio tanti), dichiara: “I comizi di Grillo con le piazza affollate mi ricordano la mia giovinezza quando giravo con Giorgio Almirante e incontravamo piazze piene e poi le urne erano vuote…”.

Ora, giustappunto, come ormai già noto, a Catania, amministrata dalle destre variegate con Sindaco Raffaele Stancanelli (ex Msi), proprio in questi giorni si vorrebbe titolare una strada a Giorgio Almirante. Si discetta in Commissione Urbanistica, presieduta – per Regolamento – dal Sindaco.

Che strana coincidenza!

Già. Si “guarda avanti” per poi tornare sempre indietro. Il passato più funesto dell’Italia e della Sicilia.

Ma i bravi siciliani, di fronte a cotanto “orgoglio”, sapranno ben bene riflettere e discernere nel dì del voto, che giustappunto coincide con il “fatidico” 28 (ottobre).

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.175) 24 ottobre 2012 20:23

    Kocis, sarebbe stato interessante dopo tutto il suo discettare (anche dotto e quasi poetico) che ci dicesse qlcsa. di ciò che le sembra i siciliani faranno, o di ciò che vorrebbe fare lei, mi sembra che parli per il gusto e in fondo non dica poi granché. Noi terroni, tutti "ca nni linchiemmu a ucca! e "pigghiammu vientu", senza "cumminari nenti".

  • Di Kocis (---.---.---.108) 24 ottobre 2012 21:30

    Che faranno i siciliani il 28?
    Grande e legittima domanda. Chi potrà raccogliere i cocci di una Sicilia ampiamente distrutta e depredata nelle coscienze e nella bruta materialità quotidiana?
    Dal mio piccolo osservatorio di elettore siciliano noto che:

    * La "destra" storica - nell’alleanza delle sue varie configurazioni - che nel corso degli ultimi decenni ha gestito il potere in Sicilia....sulla scia della china nazionale, è allo sbando.
    Non c’è più il grande "vate" che faceva da potente adulterato collante. L’operazione, ormai, è tragicamente fallita, nel paese e nell’isola, anche con vene di forte comicità.
    Di conseguenza il tessuto delle trame clientelari e di "soggezione" di sudditanza che ha coinvolto grandi parti dell’elettorato si è sfibrato.
    Non hanno più la credibilità dell’ "offerta" di sussistenza. Guardano sempre indietro, come insegna la citazione che richiama Almirante, e la strada che vorrebbero titolare a Catania.

    * La parte di "innovazione" rappresentata dal Pd siciliano è fortemente offuscata, specie dopo la precedente cogestione dell’isola con l’Mpa e l’attuale alleanza con l’Udc. Navigano a vista, come già visto nelle recenti comunali di Palermo e non solo.

    * La sinistra variegata, che tende di resistere, con spirito civico e democratico, speriamo che se la cavi nel superare la soglia di sbarramentoi ( per le due liste).

    * Sul "nuovo" che avanza, che dire sinteticamente d’altro.
    Viviamo una fase generale di grandi sconquassi, , anche sul piano elettorale. Parma ha già insegnato con tutti i nessi e connessi correlati.
    La sicilia è famosa nei tempi per "apprezzare" lì per lì tutte le novità. Molti elettori delusi dal centro destra, giovani che magari non hanno mai votato, e elettori più o meno tardizionalmente di sinistra o progressisti, potrebbero restare abbaglaiti dalla vigoria del nuotatore.
    Il treno lo tira solo lui.
    Degli altri, sul piano della presenza sociale e delle rivendicazioni in genere ( quelle sofferte), che si giocano sul campo, non c’è stata visibile traccia.
    Nella realtà concreta, non quella virtuale, pur con tutto il rispetto per le persone, sono solo un’ invenzione dell’ultima ora.

    Poichè sono finiti i tempi belli del Presidente eletto con esiti quasi plebiscitari ( da quella gran massa di siciliani che si sono sempre comportati come dalle sue definizioni: " ca nni linchiemmu a ucca! e "pigghiammu ventu", senza "cumminari nenti"), alla fine non conterà più Chi vincerà il titolo, bensì le "capacità" trasversali che già si sono messe in moto sottobanco, per creare, dopo, le alleanze necessarie e i cambi casacca, necessarie per avere la maggioranza in assembela regionale.

    Un dato forse è certo. La Sicilia, date le condizioni in essere, ha possibilmente perso il "convoglio" per andare in "Europa".

    Un augurio. Speriamo che i distruttori siano ridotti al "lumicino".

    cordialità

    Kocis

  • Di (---.---.---.88) 13 novembre 2012 14:47

    Se titolare una strada di Catania al nome di Giorgio Almirante significa per la Sicilia tornare indietro a quel passato che fu funesto per i siciliani mafiosi che dovettero emigrare negli Stati Uniti a perfezionare il mestiere per tornare a liberare l’Italia, cominciando dai sindaci demomafiosi, ben venga quell’impossibile ritorno.
    L’articolo è bello e condivisibile solo che un poco di memoria storica a quel periodo che a fianco dei monumenti e palazzi orgoglio della Sicilia ne aggiunse di altrettanto validi e degni di memoria.

    Vale la pena di ricordare le opere dei pittori catanesi che in questo periodo, che voglio definire come un nuovo risorgimento culturale ed artistico della nostra Patria, abbellirono con la loro arte gli edifici pubblici che anche a Catania, come in ogni altra città d’Italia caratterizzarono gli anni Venti e Trenta. Come tante città anche Catania ebbe, in onore e per riconoscenza verso i mutilati di guerra per la Patria, la sua Casa del Mutilato, ove figurano le “statue dei soldati” sull’arco dell’ingresso monumentale e l’opera pittorica di Roberto Rimini: “la Scena dei Fanti”. Il Rimini illustrò con la sua opera anche il Palazzo della Borsa, autentica espressione dell’architettura del Ventennio che in Catania mantenne vivo il segno della Sicilianità. Nel Palazzo della Borsa oltre il “Lavoro ai Campi” di Roberto Rimini sono presenti altre numerose opere come i “Nudi” di Peppino Piccolo, le “Figure Allegoriche” di Sanfilippo e un “Mussolini a cavallo” di Giuseppe Barone per rappresentare la Carta del Lavoro. All’esterno dell’edificio la statua di “Mercurio”, opera dello scultore Lazzaro, saluta con il braccio alzato nel saluto ora proibito. Allo scultore Lazzaro si deve la “statua della Minerva” del Palazzo delle Scienze e la statua monumentale rappresentante la “Dea Giustizia” nel Palazzo di Giustizia, Entrambi questi edifici pubblici sono ampiamente decorati da opere pittoriche del Novecento catanese. 

    Come era bella quella Italia!

    Bruno Tomasich

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