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Elezioni in Israele. Netanyahu, un futuro di destra

Le elezioni in Israele sono finite dieci giorni fa. Nessun vincitore netto. Ma ora la destra è al potere.

Il presidente Peres ha invitato Netanyahu, leader del partito Likud, a formare venerdì il prossimo governo. Subito ha fatto appello agli avversari per mettere da parte le loro differenze e formare un governo di unità nazionale, come quello attuale tedesco, per fronteggiare le sfide comuni. Per esempio, lo sviluppo di armi nucleari da parte dell’Iran e l’appoggio della stessa nazione al terrorismo in Libano e a Gaza, ha detto.

Nel parlamento israeliano bisogna conquistare 61 seggi su 120 per avere una maggioranza di governo. Di solito al leader del partito che ha vinto le elezioni si offre la possibilità di formare un governo di coalizione, ma solo se è visto come un probabile successo.

Il partito di Kadima, guidato dall’ex ministro degli esteri Tzipi Livini, ha preso 28 seggi, mentre il Likud 27.
Gli altri servono da bilancia. In tutto i due partiti, di centro e centro-sinistra, hanno preso 55 seggi. I partiti di destra, in totale, hanno totalizzato 65 seggi, pur divisi tra loro.

Le elezioni sono state convocate quando il precedente primo ministro Olmert ha dato le dimissioni, a cause di molteplici indagini di corruzione. Livni vinse le primarie per la leadership del partito centrista. Ma non riuscì a trattere un partito alleato nel governo, il quale venne quindi a mancare.

Il partito di Kadima vuole continuare i colloqui di pace per raggiungere una soluzione a due stati con i palestinesi, e ha ottenuto colloqui indiretti con la Siria per la restituzione delle alture del Golan, un’area strategica sottratta da Israele durante la guerra dei Sei giorni nel 1967.

Nonostante i propositi di pace, comunque, sotto il governo di Kadima due guerre sono avvenute: in Libano nel 2006 e la recente operazione militare contro Hamas a Gaza.

Il nuovo premier Netanyahu

Il Likud è più orientato a destra. Critico di come sono stati affrontati i dei colloqui di pace con i palestinesi, si è separato dagli attuali componenti di Kadima in seguito allo smantellamento delle colonie nel 2005. Il leader Netanyahu sottolinea la necessità dello sviluppo economico nei territori palestinesi per calmare la situazione.

Tuttavia ha anche sottolineato che il governo di Kadima ha fermato l’offensiva a Gaza troppo presto, e si oppone sia alla restituzione del Golan che alla divisione di Gerusalemme.

Il terzo partito è il Yisrael Beiteinu, il cui leader di destra, Lieberman, è stato uno dei promotori della colonizzazione dei territori conquistati da Israele. Insieme a Netanyahu e al partito ultra-ortodosso Shas, si installerà probablimente al potere entro poche settimane.

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