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Elezioni Regionali: la Lega stravince. Deluso chi sperava in una spallata a Berlusconi

Elezioni Regionali: la Lega stravince. Deluso chi sperava in una spallata a Berlusconi

Vincono tutti, vinceranno tutti. Non c’è un’onda rossa sulla scia di quella rosa francese, anzi il rischio, adesso che scriviamo, è che sia débacle totale. Tutto dipende da quello che succederà nel Lazio dove la Polverini sta rischiando di strappare una regione fondamentale (sono al pareggio adesso).
 
Inutile prendersi in giro: con quest’altra regione a destra, Berlusconi potrà dirsi, senza possibilità di smentita, soddisfatto, sebbene dovrà guardarsi a destra dalla vittoria senza se e senza ma della Lega, che ha conquistato a man bassa il Veneto e il Piemonte (dato quasi per confermato a destra) riuscendo in una nota di colore -scuro– a fare eleggere anche Bossi jr a Brescia.
 
La Lombardia (con Formigoni), il Piemonte (con Cota) il Veneto (con Zaia), la Campania (con Caldoro) e la Calabria (con Scopelliti) vanno a destra, Toscana (con Rossi), Emilia Romagna (con Errani), Marche (con Spacca), Umbria (con Marini), Basilicata con (De Filippo), Puglia (con Vendola), Liguria (con Burlando) a sinistra e due in bilico!
 
La vera vincitrice, quindi, è la Lega, che al nord sfonda e per la prima volta guiderà due regioni, il Veneto e il Piemonte con Cota. Una vittoria che a destra peserà come un macigno.
 
Prendere il Piemonte, sebbene i dati non siano ancora ufficiali, è un trionfo assoluto per il partito di Bossi, che ormai è una corazzata, e per usare le parole di Statera su Repubblica Tv: “Vince il partito territoriale, rispetto a quello mediale di Berluconi”. Il partito territoriale, quello che ormai nell’immaginario popolare è il più vicino al territorio, rubando la scena a quello che era il bacino di voti del vecchio Pci. Paradossalmente Cota dovrà ringraziare Beppe Grillo che lima qualche punto alla Bresso. E la Tav, probabilmente, si farà comunque.
 
Lega contenta anche per l’elezione di Formigoni in Lombardia. Quarta vittoria di fila e un ventennio che si chiuderà nel segno di re Roberto IV. Infine le due regioni strappate alla sinistra, ovvero la Campania, dove Caldoro supera di non poco la soglia del 50% lasciando le briciole a un De Luca che ha portato comunque un valore aggiunto al Pd a dispetto delle liste che lo supportavano e della totale assenza d’appoggio di Bassolino. Un appoggio che gli avrebbe permesso, senza dubbio e per certi versi paradossalmente, uno scarto minore e chissà se non pure una vittoria. Infine Scopelliti asfalta Loiero, in una Calabria in cui il Pd è riuscita a suicidarsi prima ancora dell’apertura dei seggi. Buono lo score del dipietrista Callipo al 9%.
 
La sinistra può esultare –fino a un certo punto- per la vittoria del poeta Vendola in Puglia a scapito di un Rocco Palese mai troppo amato neanche da Berlusconi e da una Poli Bortone che si ferma all’8%. Stavolta la linea suicida è del Pdl. Esulta anche per una vittoria non scontata in Liguria, con Burlando che si conferma Governatore. Abbastanza scontate le vittorie nelle regioni rosse come Toscana, Emilia, Basilicata, Umbria e Marche.
 
Leoluca Orlando si dice contento per lo score IdV, ma un altro dato che colpisce è la scomparsa pressoché definitiva della sinistra cosiddetta radicale (resistono solo nelle Marche con Rossi al 7%), i cui voti sembrano essere confluiti in parte nell’IdV e in parte nel Movimento a 5 Stelle di Grillo che in alcune regioni raggiunge punte del 7% (l’1,7 nazionale). Giovanni Favia, leader dei grillini, e candidato in Emilia, supera il 6% e canta vittoria e si arriva al 7% nel piemonte della Tav...
 
L’affluenza è ufficialmente al 65%.
 
Chi sperava nella spallata a Berlusconi dovrà mettersi l’anima in pace.

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