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Egitto, la paura tra i copti che si apprestano a celebrare il Natale

La tensione in Egitto è altissima, nella settimana che va da Capodanno al Natale ortodosso del 7 gennaio e che, per un’inopportuna coincidenza di calendario, vedrà il giorno dopo la seconda udienza del processo all’ex presidente Mohamed Morsi.

La fine del 2013 è stata segnata da attentati (prima e dopo l’emanazione del decreto che definisce “organizzazione terrorista” la Fratellanza musulmana), centinaia di arresti, tumulti e incendi all’università al-Azhar del Cairo e una decina di manifestanti uccisi.

La comunità copta teme di passare ancora una volta come capro espiatorio nello scontro che oppone il potere alla Fratellanza musulmana. Dopo l’ondata diattacchi e rappresaglie contro i copti successiva alla repressione di agosto, il 21 ottobre uomini armati a bordo di una motocicletta aprirono il fuoco contro una chiesa di Giza, dove era in corso un matrimonio, uccidendo quattro persone e ferendone 17.

A infiammare la situazione ci si è messo anche il portavoce del governo, Hany Salah, secondo il quale durante le festività del 6 e del 7 gennaio si attendono “attacchi terroristici incitati dalla Fratellanza musulmana”, che “approfitterà delle celebrazioni per incitare al caos e sostenere falsamente che il governo non è in grado di proteggere i luoghi di preghiera, specialmente le chiese cristiane”. Salah prevede che l’organizzazione messa al bando “cercherà di mostrare al mondo che lo stato egiziano non è capace di difendere i suoi cittadini, specialmente i cristiani”.

A non far stare tranquilla la minoranza copta ci sono, purtroppo, anche i precedenti: come i nove morti e gli 11 feriti di Qena, alla vigilia del 7 gennaio 2010, e i 23 morti e 97 feriti di Alessandria, nel corso del Capodanno 2011.

Hany Abdel Latif, portavoce del ministero dell’Interno, ha cercato di rassicurare tutti annunciando imponenti misure di sicurezza intorno alle chiese cristiane, con postazioni fisse e pattuglie mobili incaricate di assicurare lo svolgimento delle funzioni religiose. Il portavoce ha smentito la notizia che il governo abbia chiesto ai responsabili della chiesa copta di terminare in anticipo le messe.

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